ROMA Siede al centro del tavolo, accanto a Raffaele Fitto. Parla per prima. Palazzo Chigi, Sala Verde. Giorgia Meloni mette la faccia, e la firma, sul Pnrr italiano. Il maxi-piano di investimenti europei di cui il governo assicurerà «la completa realizzazione». Ma soprattutto, mentre è partita la caccia ai fondi per la Manovra, il salvacondotto che può portare nelle casse dello Stato entro dicembre 35 miliardi di euro. Circondata dai suoi ministri la premier lancia un messaggio all'Europa: l'Italia farà la sua parte. Nei tempi previsti. «Nei prossimi giorni attendiamo la terza rata, nei giorni scorsi abbiamo formalmente richiesto la quarta, stiamo lavorando alacremente per raggiungere gli obiettivi della quinta e per la revisione complessiva del Piano, che include il Capitolo REPower Eu», ricapitola Meloni inaugurando la cabina di regia convocata da Fitto insieme ai rappresentanti di Comuni e Regioni.
LA PROMESSA
Nell'anniversario delle urne che le hanno aperto la stanza dei bottoni Meloni prova a tirare le somme. «Avevo promesso di consegnare un'Italia migliore di come l'avevo ricevuta e posso affermare che oggi la nostra Nazione è più credibile, stabile e ascoltata», scrive in serata su Facebook. Poi assicura che il prossimo anno, il 2024, «sarà l'anno delle riforme». Presidenzialismo, giustizia, fisco, «la grande riforma del merito». Intanto però ci sono le urgenze con cui fare i conti. La crisi dei migranti: domani in Cdm atterrerà la stretta sui minori non accompagnati e le espulsioni dei migranti "violenti". La finanziaria da scrivere. Il countdown per le rate del Pnrr. Meloni difende l'operato di Fitto, il ministro plenipotenziario in Ue costretto a subire il pressing degli amministratori e, talvolta, un po' di fuoco amico. «Il dialogo con la Commissione sta funzionando», spiega invece la premier durante la cabina di Regia. Manca Matteo Salvini. Impegni in Lombardia costringono al forfait il ministro delle Infrastrutture, assente anche al Consiglio dei ministri che ieri pomeriggio ha dato il via libera alle misure contro il caro-energia e la sanatoria sugli scontrini elettronici. A Palazzo Chigi non escludono un incontro a tre, con Meloni e Fitto, per trovare un'intesa sui progetti da salvare e da tagliare del suo ministero. Intanto la premier blinda il lavoro fatto. La trattativa per incassare i 18,5 miliardi della terza rata del piano è andata a buon fine, quella per ottenere i 16,5 miliardi della quarta è alle limature: la Commissione europea ha approvato le modifiche del governo e il bonifico è atteso entro il 31 dicembre. Si apre ora il cantiere per la quinta rata, 18 miliardi di euro: gli obiettivi da centrare entro la fine dell'anno, inizialmente 69, diventeranno 51. Ammesso che da Bruxelles arrivi un semaforo verde alla revisione chiesta da Palazzo Chigi. Fitto si dice ottimista. «Sono in corso le costruttive interlocuzioni con i servizi della Commissione». Agli amministratori, presente il presidente dell'Anci Antonio Decaro, il ministro promette un nuovo decreto sul Recovery italiano. Un provvedimento per applicare anche ai progetti dei Comuni tagliati fuori dal Piano - come le opere per le periferie o contro il dissesto idrogeologico - la normativa speciale sugli appalti già prevista per i progetti Pnrr. Al vaglio del governo c'è anche la richiesta degli enti locali di anticipare il 30 per cento della liquidità per avviare le gare. Sarà il Mef a verificarne la fattibilità, conti alla mano. Fitto raccomanda ai Comuni di «andare avanti» con i cantieri del Pnrr, anche per i progetti che sono stati esclusi dal Piano e che potrebbero essere rifinanziati con il Fondo complementare, cioè il capitolo italiano del Pnrr, oppure con la quota nazionale del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) europeo. Meloni sottoscrive e cerca di compattare la maggioranza.GLI AFFITTI BREVI
Tra le polemiche destinate a scemare, o così pare, c'è quella sul provvedimento contro gli "affitti brevi" firmato dalla ministra del Turismo di FdI Daniela Santanchè e contestato da Salvini. Sarà un disegno di legge e non, come trapelato nei giorni scorsi, un decreto legge. Dunque non c'è fretta per il giro di vite contro il "far-west" dei Bed and Breakfast. Tra una riunione e l'altra, Meloni trova il tempo per postare un pensiero sui dodici mesi passati sull' "ottovolante". «Sono soddisfatta dei risultati raggiunti, a partire dai dati economici che ci consegnano il record del numero degli occupati e quello dei contratti stabili». Ora lo sguardo è «al grande lavoro da fare», scrive la premier. «L'Italia ha scelto noi e non la tradiremo».Francesco Bechis
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