Meloni, Lollobrigida: «Governo di destra-centro, l'Italia va rafforzata nella Ue»

Il ministro: «Il sovranismo alimentare serve a difendere le filiere e i nostri prodotti»

Meloni, Lollobrigida: «Governo di destra-centro, l'Italia va rafforzata nella Ue»
di Ernesto Menicucci
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Domenica 23 Ottobre 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 11:41

Francesco Lollobrigida, ministro alla Sovranità alimentare. Che significa?
«Iniziamo col dire che è il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. E che è la stessa definizione usata in Francia».

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Copiamo da Parigi?
«I francesi fanno alcune cose peggio di noi e alcune meglio: tra queste, sicuramente la difesa dei propri prodotti enogastronomici, agricoli, agroforestali. Lo sa qual è la cosa buffa?».
No, lo dica lei...
«Quelli che criticano questo nome sono gli stessi che hanno votato il trattato del Quirinale, per l’interrelazione tra alcuni nostri ministeri e gli omologhi francesi. Noi non lo abbiamo votato, ma siamo d’accordo sul fatto che ci siano rapporti reciproci per la difesa della qualità dei nostri prodotti».
Un modello sovranista?
«Ma guardi che il sovranismo alimentare non nasce a destra. Anzi. Sa quali sono i Paesi che lo hanno messo nella loro costituzione? L’Ecuador e il Venezuela, paesi non certo a destra. E anche Carlo Petrini di Slow food apprezza questa scelta. Significa ridare centralità al contadino, al piccolo imprenditore, alla filiera corta. Sia nell’allevamento sia nelle coltivazioni. Abbiamo abbandonato i nostri campi con effetti, anche sul dissesto idrogeologico, evidenti».
Stop ai prodotti stranieri, quindi? Non mangeremo più sushi, poké, chiameremo gli hamburger “disco di carne macinata”?
«Niente di tutto questo. Capisco le battute, possono anche essere divertenti. Ma non è un’operazione autarchica, anche perché crediamo nell’export. Si tratta di tutelare i nostri prodotti, anche dalla contraffazioni: dal parmesan al San Diniele o al Prosecco. L’Ungheria, col Tocai, l’ha fatto. A noi è dispiaciuto, ma è una cosa che ci sta. Sorprende, ripeto, che ci attacchino avversari politici che poi esaltano la Francia, come Enrico Letta che quando non governa ci va a vivere...».
Di nuovo la Francia. È vero allora che pensate ad un asse con Parigi in chiave anti-tedesca?
«L’Italia nel ‘91 era al quarto posto nel mondo, la Germania indietro. Se ora siamo il fanalino di coda in Europa, è perché gli altri hanno lavorato per rafforzare i loro Paesi, mentre noi abbiamo lavorato per rafforzare Francia e Germania. Se vogliamo un riequilibrio in Europa, è fondamentale approfondire i rapporti con la Francia. E infatti mentre il Pd andava da Scholz a parlare male dell’Italia, Draghi ha forzato la mano sul price cap sul gas, sapendo che la Germania non lo voleva. Ora che l’Italia è più credibile sul fronte internazionale, dopo anche l’intervento sull’Ucraina, possiamo esserlo anche in altri campi».
La credibilità non è stata minata neppure dalle frasi, poi precisate, di Berlusconi su Putin?
«La leggo in positivo. È talmente forte la leadership del nuovo governo e talmente netto il fatto che stiamo con l’Occidente, che questo non viene intaccato da una singola esternazione o video».
Questo sembra un governo fortemente identitario...
«È un governo di destra-centro, visto il rapporto di forza tra i partiti. E sicuramente è in discontinuità con quelli di Pd e M5S. Ma il problema della denatalità è percepito da tutti, così come la necessità di coordinare gli interventi per il nostro mare».
Giorgia Meloni ha portato al governo tutti i suoi fedelissimi. È così?
«Non sono d’accordo. La scelta è stata sul merito e sulla qualità. Ognuno di noi vanta un lungo percorso, politico o professionale. E ci sono tanti che hanno una storia diversa dalla sua: Roccella alla Famiglia, Schillaci alla Salute, Calderone al Lavoro».
Molti sono politici
«È un governo politico, certo. Ma mi permetta. Giorgetti è laureato in Economia alla Bocconi, prima come ministro al Tesoro c’era Gualtieri, uno storico laureato in Lettere».
Emozionato al giuramento?
«Più per i tanti che mi hanno detto: “era ora”.

Non so se per un governo di destra o per una donna premier. In questo caso, bisogna far togliere lo specchio che volle la Boldrini alla Camera, dove faceva specchiare le donne: “Guardati, un giorno potresti essere la prima donna premier”. Beh, ora c’è Giorgia».

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