Meloni: terna di nomi per la Regione Lazio. Ma il favorito è Rocca. Lunedì l'annuncio del candidato

Il premier chiude la festa per i 10 anni di FdI: oggi le sue proposte agli alleati. Meloni: «Domani annuncio il candidato». In pole il presidente della Croce Rossa

Meloni: «Regionali Lazio? Lunedì il nome del candidato. Migranti? Con Francia dobbiamo trovare soluzione»
di Mario Ajello
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Sabato 17 Dicembre 2022, 18:24 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 17:06

Tre nomi in ballo, quelli che oggi Giorgia Meloni presenterà a Salvini e a Berlusconi come candidato presidente del Lazio, ma il nome vero è uno solo, quello che vuole la leader di FdI a cui spetta la scelta in questa Regione. Francesco Rocca, nella “rosa” con tre petali, è con ogni probabilità il petalo che escluderà gli altri due. La scelta la leader l’avrebbe fatta - ma finché non c’è l’ufficializzazione tutto può accadere - e riguarda l’attuale presidente internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Cioè Rocca, appunto, che ha un passato giovanile a destra - era nel Fronte della Gioventù al liceo di Ostia e il suo primo contatto in quel mondo di passioni e militanza è stato Toni Augello - ma poi, pur restando un uomo di destra riconosciuto come tale, ha prima fatto l’avvocato e successivamente quello che fa oggi: il super-esperto di emergenza sanitarie e diplomatico-umanitarie. Esempio: fu lui ad andare a prendere in un campo siriano, per portarlo in salvo in Italia, il bimbo Alvin Berisha che la madre da Bergamo dove vivevano si era portata nei campi di guerra perché aveva aderito all’Isis, e quando lei morì sotto un bombardamento il piccolo restò solo in un centro di orfani di Foreign Fighters. 

 

E comunque: oltre al favorito Rocca, gli altri due posti nella “rosa” che Meloni sta per presentare agli alleati potrebbero essere riservati a due meloniani doc, Trancassini (parlamentare e coordinatore di Fdi nel Lazio) e Procaccini (eurodeputato da sempre vicinissimo a Giorgia).

Ma all’ultimissimo minuto al posto di uno dei due potrebbero entrare Chiara Colosimo o Fabio Rampelli, quest’ultimo forte oltre che di esperienza e riconoscibilità anche di sondaggi che lo darebbero stravincente contro il centrosinistra di D’Amato, anche se ieri alla festa del decennale di Fdi a chiunque lo avvicinasse il vicepresidente della Camera diceva scherzando a proposito delle Regionali: «Ah, ci sono le Regionali?». Intanto Meloni dal palco, prima di planare sulla questione Lazio, ha detto alcune cose rilevanti. Uno: «Io penso al Pil più che al consenso». Due: «Viste le difficoltà dei primi anni del nostro partito a un certo punto mi sono detta: evidentemente il problema sono io, e dovrei farmi da parte». Tre: «Ringrazio Berlusconi e Salvini, ottimi alleati che mi stanno rendendo il lavoro facile». Quattro: «Gli screzi con Macron? Non siamo alle elementari, si tratta di differenze politiche». Cinque: «I rave? Si potranno fare ma solo legalmente». Sei, e qui Giorgia alza il tono e ripete più volte lo stesso concetto: «Con il nostro governo è finita, è finita, è finita, l’Italia che si accanisce contro le persone perbene e finge di non vedere chi delinque. Le regole valgono per tutti e vanno rispettate da tutti». Legalità, italianità (con tanto di San Giuseppe di pelle nera che nel presepe vivente allestito in piazza da FdI dice: «Sono romano de Roma, so’ nato a Garbatella»), umore pop («Leggo poco i giornali, parlo molto con le persone per conoscere i loro problemi reali»): il profilo del capo del governo è sempre, e sempre di più, questo. 

Il nodo

Ma il nodo Lazio è quello che appassiona molti dei presenti. La scelta Rocca, se reggerà fino all’ultimo istante, è una scelta non di tipo strettamente partitico (con la leader FdI si conoscono da tempo e hanno ottimi rapporti) ma tecnico-politico visto che da presidente (appena rieletto per la seconda volta con il 70 per cento dei voti internazionali e persino palestinesi e israeliani hanno votato all’unisono per lui) della Croce Rossa internazionale l’ex commissario dell’ospedale Sant’Andrea e di altre strutture sanitarie da risanare sta nell’universo politico e istituzionale da tempo e vanta relazioni e stima trasversali. «Lo so che tutti voi volete sapere subito - ha detto ieri Meloni dal palco della festa di Piazza del Popolo, in mezzo a un mare di gente dentro e fuori dal capannone - chi sarà il candidato del centrodestra nel Lazio. Io vi dico che lunedì uscirà il nome dalla “rosa” dei tre che sto per presentare agli alleati». E subito alla festa i ben informati assicurano ciò che anche ai piani altissimi di Forza Italia danno per scontato: «Si andrà su Rocca e speriamo non diventi un nuovo Michetti». Il che è improbabile secondo quelli che hanno visto gli ultimi sondaggi sul Lazio e sempre sotto il tendone dicono che FdI è al 35 per cento e che, in una campagna breve come questa (si vota il 12 e 13 febbraio) conterà la forza della leader, il traino del voto politico di settembre, il trascinamento dei candidati più che la notorietà personale del possibile presidente. 

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