Meloni, via la fiamma dal logo di FdI: così Giorgia medita l'ultimo strappo

Strappare l'ultimo legame con un passato che «senza ambiguità» è stato superato, ossia con il Msi e con la tradizione politico-culturale di derivazione fascista, è un'esigenza sentita naturalmente ai vertici di FdI

Meloni, via la fiamma dal logo di FdI: così Giorgia medita l'ultimo strappo
di Mario Ajello
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Venerdì 12 Agosto 2022, 06:36 - Ultimo aggiornamento: 16:51

Rassicurare, cambiare, crescere, evitare che le accuse «surreali» - così le definisce Meloni - di fascismo rivolte a lei e al suo partito continuino a invadere la scena politica non soltanto adesso ma anche dopo il voto del 25 settembre e durante l'eventuale governo a guida Giorgia. Questa è l'operazione a cui la leader di FdI sta molto lavorando e che considera fondamentale per la conquista di consensi e insieme per tranquillizzare i mercati, gli organismi internazionali e le cancellerie. E in questa operazione rientra, non subito, perché ci vorrà un congresso e prima ancora bisognerà vedere come vanno le elezioni del 25 settembre e se per la prima volta una donna di destra andrà alla guida di Palazzo Chigi, la mossa su cui nel partito di Giorgia ormai tutti ragionano, chi più e chi meno, chi con maggiore fretta e chi in una prospettiva di più lungo periodo.

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La mossa, anzi la svolta, riguarda la fiamma: toglierla dal simbolo. Se ne parla? «Certo che se ne parla, e assai», assicurano nell'inner circle di Meloni. Strappare l'ultimo legame con un passato che «senza ambiguità» (copyright Giorgia) è stato superato, ossia con il Msi e con la tradizione politico-culturale di derivazione fascista, è un'esigenza sentita naturalmente ai vertici di FdI, la cui leader è entrata in politica nel 1998, diventando a 21 anni consigliera provinciale di An che quattro anni prima - e non via tweet, ma nel congresso di scioglimento del Msi - aveva definito «essenziale» l'antifascismo, valore fondante della democrazia italiana.
Dunque si toglie la fiamma? Sì, perché nella prospettiva di creare il Partito dei conservatori italiani sull'impronta dell'eurogruppo dei Conservatori e Riformisti presieduto proprio da Meloni e dei legami con i repubblicani statunitensi e i tories britannici - ed è proprio questa la prospettiva di FdI - si arriverà inevitabilmente anche al superamento del simbolo che rappresentava un altro momento, un'altra stagione della destra del nostro Paese.

Sarebbe una nuova Fiuggi. Un passo ulteriore nel cammino di una destra di governo, responsabile e rassicurante, inserita nel contesto e non più tacciabile di pericolosità perfino retrospettiva per vicende risalenti all'inizio del secolo scorso. Il nuovo passo del superamento della fiamma com'è ovvio non può essere fatto alla leggera - così si ragiona dalle parti di via della Scrofa - anzi prevede una riflessione seria che è già in corso e un congresso. Già la recente conferenza programmatica di Milano è stata un passaggio di rinnovamento importante e di apertura a mondi e culture che non appartengono alla destra tradizionale. La convinzione è che il cammino è quello, che si possa andare ancora più avanti senza timidezze (esempio: il motto «Dio, patria, famiglia» rilanciato l'altro giorno da Meloni non va scambiato come nostalgismo mussoliniano visto che la triade appartiene ad uno dei padri della nazione italiana, il democraticissimo Giuseppe Mazzini) e con strappi necessari e ormai naturali qual è quello riguardante la fiamma.

 


DOPPIA PARTITA
Il superamento di quella matrice toglierebbe anche molti alibi ai media e ai potentati internazionali - «imbeccati dalla nostra sinistra anti-patriottica», come ha detto ieri Meloni a Radio Anch'io - per inchiodare al passato fascista il partito di Giorgia. Alla quale in questa fase più che la partita in casa - quella per conquistare il voto degli italiani che i sondaggi già attribuiscono in larga misura a FdI - preoccupa quella fuori casa, che proseguirà anche dopo il voto e che vede da una parte la destra italiana e dall'altra gli ambienti che contano nel mondo e che non vedono affatto di buon occhio un cambio di indirizzo nella nostra politica. Dunque, Meloni sta dedicando particolare attenzione al fronte esterno e in FdI ci si sta dedicando assai al rapporto con i media globali per spiegare e farsi conoscere e per conquistare alla destra italiana e all'Italia un'immagine libera da pregiudizi e da stereotipi come quelli che Giorgia lamenta a proposito del fascismo e dell'impreparazione a gestire uno Stato. I tre video in inglese, francese e spagnolo dell'altra sera vanno in questa direzione. Così come l'intervista rilasciata la settimana scorsa da Giorgia a Fox News. C'è una sorta di nucleo di spin doctor meloniani adibiti a monitorare i media stranieri e a relazionarsi con loro. Anche per evitare gli errori del 2018, quando il centrodestra a guida salvinista faceva di tutto per disgustare i giornali stranieri. Quanto alla fiamma, aspetta di essere spenta nell'anno che verrà.

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