Medici No vax, Schillaci: «Decidano le Asl dove farli lavorare». E la Puglia sfida il governo

Confusione nelle Regioni per il reintegro dei sanitari che non si sono immunizzati. L’ordinanza di Emiliano vieta il rientro nei reparti a rischio. L’esecutivo la impugna

Medici No vax, Schillaci: «Decidano le Asl dove farli lavorare». E la Puglia sfida il governo
di Graziella Melina
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 11:32

Non si può dire che il reintegro dei medici No vax nelle strutture ospedaliere stia procedendo in modo spedito. Dopo la decisione del Consiglio dei ministri, che ha anticipato la scadenza dell’obbligo vaccinale anti Covid per i professionisti sanitari al primo novembre, le Regioni si muovono in ordine sparso. 
 

I medici che potrebbero rientrare in servizio grazie al decreto legge del governo Meloni, stando ai dati della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), sono appena 1.878.

Sul totale dei 4mila sanitari sospesi per aver rifiutato la vaccinazione, oltre 400 sono infatti odontoiatri e tra i medici circa il 47% ha più di 68 anni, quindi è fuori dal servizio sanitario nazionale. «Del numero complessivo dei medici no vax - precisa il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - la percezione è che la maggior parte siano liberi professionisti, ma non abbiamo, su questo, dati certi».

IL MINISTRO
Eppure, nonostante si tratti di un numero esiguo di medici sospesi, si fa fatica a trovare la quadra. E così mentre il neo ministro della Salute Orazio Schillaci chiarisce che «sui medici no vax decideranno le direzioni sanitarie dove reintegrarli», la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) dal canto suo dice che è solo una questione di burocrazia: «L’assenza di lungo periodo impone al datore di lavoro una verifica delle condizioni di salute del dipendente – spiega il presidente della Fiaso Giovanni Migliore - per questo tutti gli operatori sanitari no vax sospesi e dipendenti delle strutture del servizio sanitario nazionale, una volta ottenuto dagli ordini professionali il reintegro per l’esercizio della professione, devono prima sottoporsi alla visita di sorveglianza sanitaria da parte del medico del lavoro competente». Quindi, sulla base del giudizio espresso dal medico del lavoro, saranno poi le direzioni sanitarie a decidere a quale reparto assegnare il dipendente. «In quasi tutti gli ospedali – precisa Migliore - stanno partendo le procedure di convocazione per le visite di sorveglianza sanitaria per medici, infermieri e operatori sanitari no vax al rientro in servizio». 
 

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Intanto, alcune Regioni provano a fare muro. In Campania, è stata inviata ai direttori generali della Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere, una direttiva a firma del presidente Vincenzo De Luca, con la quale «si fa obbligo di definire l’impiego del personale sanitario non vaccinato contro il virus Sars-Covid19 - in concomitanza con la disposta reintegra in servizio - tutelando la salute dei pazienti e degli operatori vaccinati. Saranno quindi messe in campo le necessarie azioni dirette a contrastare ogni ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti».

 

LA PUGLIA
La Puglia, invece, non intende mettere nel cassetto la legge regionale, in base alla quale «solo gli operatori che si sono vaccinati possono accedere a determinati reparti ospedalieri». Pronta però la contromossa del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha annunciato che la legge regionale «verrà impugnata», visto che «nella gerarchia delle leggi ciò che dice lo Stato centrale non può essere derubricato da una Regione». In Lombardia, invece, Letizia Moratti, che ieri ha annunciato le dimissioni da vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, passa la palla al nuovo assessore Guido Bertolaso: «Auspico sinceramente che, con la determinazione che tutti gli riconosciamo – ha detto - saprà da subito convincere il presidente Fontana, diversamente da quanto non sia riuscita a fare io, a non reintegrare nelle strutture sanitarie i medici no vax». 

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