Medici di famiglia, laureati subito in servizio

Giulia Grillo
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Sabato 9 Febbraio 2019, 12:29
Nei prossimi tre anni il nostro medico di famiglia potrebbe essere un dottore di 28-29 anni che non ha ancora completato il corso di formazione in Medicina generale. Mentre in materia di patrimonio culturale, dai palazzo alle biblioteche dello Stato, i casi di vendita o concessione a privati vanno regolamentati: non saranno automatici, ma nemmeno esclusi. L'obiettivo è tutela ma anche valorizzazione. Di fatto, materie già disciplinate dal vigente codice dei Beni culturali, ma che secondo il Collegio Romano vanno meglio riordinate. Sono alcune delle norme che emergono nel decreto Semplificazioni, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Partiamo dalla sanità, dove, infatti, spicca una legge che permetterà ai laureati in Medicina di poter ricevere l'incarico già al terzo e ultimo anno del corso obbligatorio per accedere alla professione. E' così che il Governo intende rispondere alla carenza di medici di famiglia, derivante dai pensionamenti.

CARENZA DI PERSONALE
«Per far fronte al grave problema della carenza di medici di famiglia, diamo la possibilità, anche a chi non avrà ancora completato il corso di formazione, di poter ricevere l'incarico fino al 31 dicembre 2021», spiega il ministro della Salute, Giulia Grillo. Nei prossimi tre anni quindi saranno disponibili 4.150 medici di famiglia. Secondo una stima del ministero della Salute, con questa nuova norma sono subito disponibili 982 medici. Sono coloro che frequentano l'ultimo anno di corso del triennio 2016-2019, quelli che presumibilmente stanno affiancando un medico di famiglia più esperto come parte della loro formazione. Negli anni successivi, la platea di medici in formazione che potranno entrare in attività come medici di famiglia (esclusi eventuali abbandoni) aumenterà: saranno 1.075 per il triennio 2017-20 (frequentanti il secondo e terzo anno) e 2.093 per il triennio 2018-21 (del primo, secondo e terzo anno), per un totale appunto di 4.150 medici fino al 2021. «Come norma tampone' va bene», commenta il presidente della Società Italiana di Medicina Generale, Claudio Cricelli. «Purché si preveda una programmazione adeguata per non doverci più ritrovare a dover gestire una situazione di emergenza come questa», aggiunge. Il ministro Grillo annuncia anche quella che sarà la prossima sfida «da vincere» ed è «il superamento del tetto dell'1,4% per il personale per lo sblocco delle assunzioni in sanità - dichiara Grillo - anche a costo di un confronto serrato con una parte della Ragioneria dello Stato, che pure fa il suo lavoro, ma credo che sia totalmente anacronistica».
LE COLLEZIONI
Sul fronte dei beni culturali, la norma di delega affronta i temi caldi della vendita, della concessione, dei criteri per la valutazione dei canoni, della valorizzazione di beni non aperti al pubblico. «Il testo - spiegano dall'entourage del ministro Alberto Bonisoli - vuole precisare e razionalizzare meglio le ipotesi di alienazione e di trasferimento dei beni culturali con lo scopo di assicurare la conservazione e la fruizione del demanio culturale». Sarà più facile vendere un bene statale? «Tutt'altro - si affrettano a precisare - La norma conferma i limiti già vigenti in materia di dismissione e li rafforza, nel senso che interviene per renderli omogenei. A livello nazionale si vuole riformare e razionalizzare l'uso temporaneo del patrimonio, i criteri dei canoni, autorizzazioni e prescrizioni». Non si allargano le maglie, né si restringono. Bonisoli non ama muoversi in maniera spericolata (basta vedere i provvedimenti firmati dal direttore generale Belle Arti e Paesaggio Gino Famiglietti). Non solo beni immobili, però. Un capitolo del provvedimento disciplina anche la cessione di pezzi a privati in deposito.
Valentina Arcovio
Laura Larcan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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