Mattarella: «Troppo risalto ai No vax». Elogio ai partiti: uniti nell’emergenza

Il capo dello Stato bacchetta i media e loda i partiti: «Ora serve ancora unità»

Mattarella: «Troppo risalto ai No vax». Elogio ai partiti: uniti nell’emergenza
di Mario Ajello
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Lunedì 20 Dicembre 2021, 18:04 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 07:22

Contro le follie dei negazionisti, contro l’eccessivo risalto che viene dato alle esigue minoranze no vax, e per un’Italia che s’è rivelata capace di fare squadra, di darsi e di rispettare regole nella lunga battaglia infinita contro il Covid. Un discorso quello di Mattarella, che ieri ha salutato gli ambasciatori italiani alla Farnesina e le alte cariche dello Stato al Quirinale dicendo ancora che non farà il bis («Questa è l’ultima volta che incontro la vostra comunità», così s’è rivolto ai diplomatici), per nulla di circostanza e contenente un messaggio politico affidato a Draghi, ai ministri e alle altre personalità che lo ascoltano seduti nel salone del Quirinale: «L’augurio che rivolgo a voi e al nostro Paese è lo spirito costruttivo e rispettoso che si è cementato in questi anni di Covid possa diventare un tratto stabile nei rapporti istituzionali». 

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La stroncatura

Sui no vax una stoccata al sistema dei media: «La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina.

Vi si è affiancata quella nelle istituzioni, con la sostanziale, ordinata adesione a quanto indicato nelle varie fasi dell’emergenza dai responsabili, ai diversi livelli. Le poche eccezioni - alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico - non scalfiscono in alcun modo l’esemplare condotta della quasi totalità degli italiani». E del resto, fin da quando il Quirinale ha postato la foto di Mattarella mentre faceva la prima dose di vaccino, come un italiano tra gli italiani coscienziosi e fiduciosi, ma anche prima di questa immagine super-pop il presidente ha svolto una pedagogia democratica efficace per convincere la popolazione a rifiutare i pregiudizi anti-scientifici e per fare di questo Paese, con il contributo di tutti, il modello di correttezza nell’emergenza che l’Italia è riuscita ad essere. 

Impressiona anche, nel congedo di Mattarella e nei discorsi che lo stanno accompagnando, la consapevolezza che nel futuro prossimo e anche in quello remoto le forze politiche dovranno fare tesoro del clima di collaborazione che si è realizzato in questi anni tremendi. «Rimaniamo uniti quando ci sono grandi scelte da prendere», dice il Capo dello Stato. E loda i partiti: «Hanno saputo mettere in secondo piano divisioni e distinzioni legittime, per privilegiare un lavoro comune nell’interesse nazionale e ciò è stato molto importante. Questo atteggiamento costruttivo ha accomunato maggioranza e opposizione e le iniziali comprensibili frizioni sono state progressivamente superate». 

Un ringraziamento insomma al governo Draghi e a chi lo ha mandato avanti. Ma anche all’atteggiamento costruttivo dell’opposizione di FdI. Ma tra le righe si può intendere questo discorso anche come un monito a evitare lotte cruente o mini-maggioranze nella scelta del nuovo Capo dello Stato. Ovvero ad essere, in questo passaggio cruciale, responsabili e unitari.

Il futuro

Ancora Mattarella: «Non era scontato ma il tempo dei costruttori si è realizzato. Voglio per questo esprimere un riconoscimento all’impegno delle forze politiche che hanno colto il senso dell’appello rivolto, all’inizio dell’anno, al Parlamento affinché, nell’emergenza, si sostenesse un governo per affrontare con efficacia la pandemia in atto e per mettere a punto progetti, programmi e riforme necessari a non dissipare la straordinaria opportunità del Next Generation». Insomma, il Mattarella che va via guarda indietro a ciò che è stato fatto per rilanciare la palla in avanti nella giusta direzione. Dimostrandosi ancora una volta uno statista non retorico e davvero pragmatico. 
 

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