Giustizia, la linea del Colle. Mattarella al Csm: «Tuteli l'indipendenza della magistratura»

Il Capo dello Stato ai nuovi membri del Consiglio superiore. Il Quirinale invita a mantenere «corretti rapporti istituzionali»

Giustizia, la linea del Colle. Mattarella al Cms: «Tuteli l'indipendenza della magistratura»
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 11:44

Il tema giustizia, come al solito, è al centro dell’attenzione e le parole del presidente Mattarella – ieri, salutando e ringraziando il Csm uscente e accogliendo al Quirinale quello appena formato – cadono nei giorni delle polemiche sulle intercettazioni e in generale della questione della riforma che il ministro Nordio sta preparando. Due concetti molto netti quelli ribaditi dal Capo dello Stato e presidente del Csm: «L’indipendenza della magistratura è pilastro della nostra democrazia» e «sono certo che il nuovo Consiglio saprà mantenere corretti rapporti istituzionali per l’interesse della Repubblica». 

Ci sono, nella cerimonia al Colle, Lorenzo Fontana e Maurizio Gasparri (presidente della Camera e vicepresidente del Senato); la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra; Carlo Nordio; e i vertici della Cassazione con Pietro Curzio e Luigi Salvato.

Dopo il saluto al vecchio Csm, la seduta di insediamento dei successori. «Attraverso l’esercizio trasparente ed efficiente del governo autonomo il Consiglio deve garantire, nel modo migliore, l’autonomia e l’indipendenza della giurisdizione; e deve assicurare agli uffici giudiziari il miglior livello di professionalità dei magistrati, che svolgono con impegno e dedizione la loro attività anche in condizioni ambientali complesse e talvolta insidiose». Parla così Mattarella. 

I VALORI

E ancora, presentando i nuovi eletti: «Il Csm ha nei valori costituzionali, nel suo ambito e nella sua storia, le risorse per affrontare le difficoltà e per assicurare con autorevolezza e credibilità il rispetto della legalità indispensabile per la vita e la crescita civile della società e del nostro Paese nel suo complesso». Guardando al recente passato, il Capo dello Stato nota: «È stata una consiliatura complessa, segnata da gravi episodi che l’hanno colpita». Riferimento chiarissimo allo scandalo Palamara, alla buriana che ha investito il Csm e il sistema politico-giudiziario con l’avvio nel giugno del 2019 dell’indagine per corruzione a carico dell’ex membro del Consiglio superiore ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Un caso che ha gettato molto discredito e provocato molta vergogna, come si sa, tra scambi di favori, di soldi e nomine. «Malgrado questi gravi episodi - incalza Mattarella che più volte in questi anni ha parlato dello scandalo e dello «sconcerto» spingendo per «una riforma urgente del Csm» - grazie al contributo dei suoi componenti questo organo istituzionale ha cercato di superare le profonde tensioni prodotte da quelle vicende, per assicurare il corretto funzionamento degli uffici giudiziari». Particolarmente proficua si è rivelata inoltre l’azione del Csm, sottolinea il Capo dello Stato, durante l’emergenza della pandemia «nel corso della quale ha sostenuto i dirigenti nella definizione di soluzioni organizzative in grado di assicurare lo svolgimento dell’attività giudiziaria. Efficace è stata anche la diffusione delle buone prassi al fine di rendere più incisiva l’azione giudiziaria su tutto il territorio nazionale, con l’intento di dare impulso a modelli organizzativi efficienti e, dunque, idonei a eliminare i divari nella risposta di giustizia». 

LA SCELTA

Dunque i ringraziamenti del Capo dello Stato e il suo sguardo rivolto a quelle che a partire da adesso saranno le linee guida del Csm. È intervenuto nella cerimonia dei saluti anche il vicepresidente uscente, David Ermini, e si terrà stamane a Palazzo dei Marescialli la prima riunione del plenum del nuovo Consiglio. Una seduta straordinaria, presieduta da Mattarella, che ha all’ordine del giorno l’elezione del nuovo vicepresidente e le proposte della commissione per la verifica dei titoli dei togati e dei requisiti di eleggibilità dei consiglieri laici. Il derby, dopo il pasticcio riguardante Giuseppe Valentino che non solo non è diventato vicepresidente ma neppure è potuto entrare nel Csm (quota Fratelli d’Italia), non è soltanto tra Roberto Romboli costituzionalista, professore emerito a Pisa eletto con designazione Pd e il penalista Fabio Pinelli scelto dalla Lega ma con apprezzato in maniera trasversale anche a sinistra e che sembra il favorito. In corsa c’è anche Daniela Bianchini, docente di Diritto di famiglia e minorile alla Lumsa, una delle tre donne elette su indicazione di FdI e che, in caso di vittoria, sarebbe la prima donna alla vicepresidenza di palazzo dei Marescialli, in un consiglio in cui le donne sono 10 su 30 componenti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA