Il messaggio di Mattarella: «L’Italia della solidarietà». Bagno di folla al Quirinale

Il Presidente: «Cittadini legati ai valori della Costituzione». Il richiamo alla libertà. «Le Forze Armate un nostro patrimonio». Anziani e disabili ospiti nei giardini del Colle

Il messaggio di Mattarella: «L’Italia della solidarietà». Bagno di folla al Quirinale
di Mario Ajello
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Sabato 3 Giugno 2023, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 08:51

Molto acclamato il presidente Mattarella a Piazza Venezia, quando è andato a deporre la corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto. E applausi, grida pop («Presidente, nelle sue mani ci sentiamo sicuri»), attestati di stima d’ogni tipo (c’è chi sventola la sua foto) mentre il Capo dello Stato assiste con Meloni e tutti gli altri alla parata sui Fori Imperiali e mentre va su e giù dal Quirinale con la sua auto o appena va a trovare per quasi due ore i cittadini (2000 persone, per lo più anziani e disabili) che visitano i giardini del Colle aperti per l’occasione del 2 giugno. Dove la gente applaude Mattarella e gli si stringe intorno: «Grazie per quello che fa per noi». E lui: «Benvenuti al Quirinale». 

Selfie, firma del presidente sulle copie della Costituzione, brevi dialoghi affettuosi e ogni siparietto romano sul Colle o vista Colle nella giornata della Repubblica racconta quanto siano profondi il legame istituzionale e la connessione sentimentale tra gli italiani e il loro massimo rappresentante nel suo secondo settennato in corso.

Il passaggio fondamentale dei suoi discorsi di ieri è quello in cui il Capo dello Stato insiste sulla «forza del diritto che non deve essere sostituita dal diritto del più forte». 

Parole riferite all’invasione russa dell’Ucraina, ma anche, più in generale, a quello che Mattarella ritiene fondamentale per una democrazia: saper tutelare tutti, porsi a difesa del popolo - quello a cui si appartiene ma anche gli altri - e non permettere a nessuno di calpestare i diritti e le libertà. La chiave della larga popolarità, ribadita dalle scene di questo 2 giugno, di cui gode il presidente sta appunto nel suo modo di porsi come garante e come arbitro per tutti. Come titolare di una forza mite e non altisonante il cui nucleo sta nella continua conferma ideale e pratica della centralità dell’Italia nel tessuto europeo e nell’insistenza sulla spinta tuttora vitale della nostra Costituzione basata sulla solidarietà, la coesione, l’unità (altro che autonomismo!). Ha scritto Mattarella nel suo messaggio al capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone: «I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita, continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione Europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità sono pilastri fondamentali della nostra Costituzione. Ai cui valori si ispira l’azione delle Forze Armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo». 

 

IL TANDEM

Un messaggio così, tra patriottismo italiano e patriottismo europeo, risulta coinvolgente. Un 2 giugno vissuto all’insegna della consapevolezza storica di una continuità da custodire e da estendere dopo 77 anni dal referendum del ‘46 dove votarono l’89 per cento degli italiani (altro che attuale astensionismo) e per la prima volta anche le donne, sembra il più adatto a farsi apprezzare. Così è stato infatti, ieri, e Mattarella ha ringraziato: «La calorosa partecipazione dei cittadini alla Festa della Repubblica testimonia il sentimento di attaccamento ai valori costituzionali e l’affetto verso le Forze Armate». Ha scritto questo il presidente in un messaggio al ministro della Difesa, Guido Crosetto. 
E a tutti, dentro e fuori dal circuito istituzionale, ha rivolto questo ragionamento: «Ad oltre un anno di distanza dall’invasione, la Repubblica italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Russia al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte». In questo, cioè nell’ancoraggio assoluto ai valori dell’Occidente liberale e nella collocazione sul fronte anti-russo, la sintonia tra Quirinale e governo è particolarmente evidente. Ma è un po’ su tutto - al netto delle differenze di natura culturale e ovviamente di ruolo tra Mattarella e Meloni - che per ora il rapporto istituzionale funziona. Sarà anche per questo - una sana voglia popolare di vedere collaborazione e non scontro ai vertici della politica - che ieri si sono susseguiti gli applausi. 

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