Roccella: «Maternità surrogata è razzista: l'ovocita di una donna nera costa meno di quello di una bianca»

Il ministro della Famiglia: «L'utero in affitto è un reato»

Roccella: «Maternità surrogata è razzista: l'ovocita di una donna nera costa meno di quello di una bianca»
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Domenica 26 Marzo 2023, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 22:39

La maternità surrogata, secondo il ministro della Famiglia Eugenia Roccella, ha delle «connotazioni razziste». A Zona Bianca, su Rete 4, ha dichiarato: «Nella maternità surrogata ci sono due donne: una dà gli ovociti, l'altra è il vero utero in affitto che deve avere altri requisiti come aver già partorito ed essere in buona salute. Si sceglie chi dà l'ovocita attraverso una sorta di selezione della razza - la donna deve essere alta, bella, bionda, generalmente è dell'Est - l'ovocita di una donna nera costa molto meno di una donna bianca, con connotazioni evidentemente razziste. Il costo dell'operazione è molto alto, ma alle donne va una cifra relativa».

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Maternità surrogata, le parole del ministro Roccella

Sul tema delle famiglie omogenitoriali Roccella ha detto: «Sono convinta che i genitori omossessuali possono essere ottimi genitori, il punto non è questo.

Il problema è come è arrivato quel figlio e il fatto che genitori dello stesso sesso, uomini in particolare, devono ricorrere a certe pratiche, in particolare all'utero in affitto. Oggi si parla dei bambini per non parlare dell'utero in affitto. In realtà già oggi è reato l'utero in affitto e lo è anche la propaganda dell'utero in affitto, ma non sono mai stati perseguiti. Così si va all'estero dove si affitta l'utero di una donna povera, tornando poi in Italia e chiedendo la trascrizione automatica del bambino. C'è la trascrizione per il padre biologico, per il secondo genitore la Corte di cassazione ha indicato un percorso, l'adozione nei casi particolari, per la maggior tutela del bambino e per la verifica del rapporto affettivo».

Oltre 250 coppie italiane ogni anno ricorrono alla maternità surrogata. «Ora hanno la sicurezza di non essere perseguite - ha aggiunto il ministro - ma ci dovrebbe essere più consapevolezza di cosa si va a fare sfruttando una donna bisognosa, è una questione di mercato, basta guardare su internet per vedere di cosa si tratta».

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