Dopo un anno e mezzo di pandemia e con l’arrivo del gran caldo, l’idea di indossare le mascherine comincia un po’ a pesare. Gli esperti, però, invitano alla prudenza. Fino a che non si sarà vaccinata gran parte della popolazione, è bene continuare a proteggersi. La mascherina, dunque, va ancora indossata. Unica eccezione: se si sta all’aperto e vengono rispettate le distanze.
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Le mascherine all'aperto servono davvero?
«All’aperto, se si riesce a mantenere la distanza - spiega Patrizia Laurenti, professore di Igiene dell’Università Cattolica di Roma - le mascherine non sono necessarie. È ormai dimostrato che la trasmissione del virus all’aperto è pressoché nulla».
Perché negli altri Paesi le hanno già tolte o non le hanno mai previste?
«Le ragioni dipendono essenzialmente da scelte politiche - rimarca Laurenti - io prediligo un atteggiamento di prudenza, soprattutto in questa fase di circolazione delle varianti». In effetti, sottolinea Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano «noi dall’inizio abbiamo stabilito regole più restrittive rispetto agli altri, ma ci siamo sempre basati sui dati dell’epidemia. In questo momento, i risultati che stiamo osservando nel nostro Paese ci stanno dando ragione, le curve infatti stanno scendendo bene. Quindi, non credo sia ragionevole assumerci rischi superiori, proprio ora che siamo all’ultimo miglio, togliendo questa misura di protezione. Tra l’altro, le mascherine in realtà non impediscono le comuni attività».
E al chiuso quando è davvero indispensabile portarle?
Negli ambienti chiusi, serve ancora molta attenzione. «Ritengo che dobbiamo essere prudenti - sottolinea Signorelli - perché, nonostante siano state inoculati milioni di dosi, in realtà non si è ancora arrivati a vaccinare metà della popolazione». Restano scoperte ancora molte persone fragili. «Non vorrei mai che ci fosse una ripartenza di infezioni - rimarca - e che poi ci creino problemi di gestione soprattutto per le fasce più a rischio di ammalarsi, ossia dai 60 ai 70 anni». È ancora presto per abbassare la guardia. «Al chiuso vanno indossate se si è a contatto con altre persone - precisa Laurenti - e a maggior ragione se non si riesce a mantenere la distanza. Se però in un ambiente chiuso, per esempio in una stanza di un ufficio, c’è ventilazione e si riesce a mantenere le distanze, e se a maggior ragione le persone presenti sono vaccinate, l’obbligo di indossarle potrebbe non essere così perentorio».
In aeroporto quando c'è grande distanza si potrebbero togliere?
Anche in aeroporto l’uso della mascherina «dipende sempre dalla reale distanza tra le persone e dalla ventilazione - ribadisce Laurenti - Se all’interno di qualsiasi edificio chiuso c’è infatti un numero sufficiente di ricambio d’aria, siamo in una condizione di maggiore sicurezza». Ma per stare più tranquilli è bene tenerla comunque. «Anche gli aeroporti sono ambienti chiusi - mette in guardia Signorelli - e gli assembramenti ci sono lo stesso, per esempio all’imbarco. In queste situazioni, è bene mantenere l’obbligo delle mascherine. In caso contrario, si rischia di non riuscire più a garantire e a controllare la sicurezza collettiva».
E ha senso metterla doppia?
«È assolutamente inutile e immotivato indossarne due - precisa Laurenti - La mascherina chirurgica, se indossata per il tempo necessario, è sufficiente in un unico strato». Se però si vuole stare più tranquilli, è bene indossare le mascherine con filtro ffp2. «Mettere quella chirurgica sopra le mascherine ffp2 - ribadisce Signorelli - è di fatto un’esagerazione. Inutile anche indossare una mascherina di stoffa sopra quella chirurgica. È una scelta comprensibile solo come abbellimento estetico».
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