Mascherine al chiuso via dopo il primo maggio? Ecco dove (e dove no): dal cinema a treni e bus. Speranza: «Presto la decisione»

«Una decisione sarà presa la prossima settimana la decisione finale sull'obbligo di utilizzare le mascherine al chiuso e dopo un confronto con la comunità scientifica»», ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza

Mascherine al chiuso, le toglieremo dopo il primo maggio? Cinema, lavoro, treni e bus: cosa cambia. Speranza: «Presto una decisione»
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Venerdì 22 Aprile 2022, 17:14 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 11:50

Quando toglieremo le mascherine al chiuso? È quanto si chiedono i cittadini in vista dello scadere dell'ordinanza attualmente in vigore in programma a fine aprile. Dal primo maggio infatti potrebbe scattare una nuova fase di ritorno alla normalità, la seconda dopo lo fine dello stato d'emergenza del 31 marzo. In bilico ci sono ancora alcune decisioni su determinati luoghi dove l'obbligo di coprire le vie respiratorie resterà in vigore. Con la circolazione del virus ancora vasta, complice la contagiosità della variante Omicron e di quelle emergenti, è ancora troppo rischioso abbandonare totalmente le protezioni. Per questo motivo «sarà presa la prossima settimana la decisione finale sull'obbligo di utilizzare le mascherine al chiuso e dopo un confronto con la comunità scientifica»», ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza all'Ansa.

Mascherine al chiuso, le nuove regole

Secondo alcune indiscrezioni degli ultimi giorni le mascherine al chiuso potrebbero rimanere per treni, bus, cinema e nei luoghi di lavoro, anche se gli esperti hanno posizioni diverse sull'allentamento o meno di questa misura che è in scadenza il 30 aprile.

A raccomandare prudenza lo stesso ministro Speranza insieme all'Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Superiore di Sanità e molti virologi. Della possibilità di togliere le mascherine al chiuso «parleremo in Conferenza delle Regioni e anche con il Ministero della Salute e con il Governo nei prossimi giorni. A oggi non abbiamo incontri programmati, però come sempre la Conferenza delle Regioni si mette a disposizione per collaborare con il Governo come abbiamo fatto con le linee-guida. Penso che siano quelle che abbiano cambiato già dall'estate 2020 a oggi il modo di affrontare la pandemia e di questo devo dire grazie al sistema della Regioni». Lo ha affermato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a margine di un incontro a Trieste. Decisiva sarà quindi la settimana prossima quando sarà prevista la cabina di regia con il premier Mario Draghi che prenderà la decisione finale. 

Mezzi di trasporto

Non sembrano esserci dubbi sul mantenimento di tutte le disposizioni sui mezzi del trasporto pubblico come bus, metropolitane e tram. Resterà obbligatorio indossare le mascherine FFP2 e lo stesso orientamento potrebbe prevalere per aerei, treni e navi.

Ristoranti e bar

La prima vera novità potrebbe arrivare proprio nel settore della ristorazione. Qui dal primo maggio potrebbe decadere l'obbligo di mascherina.

Luoghi di lavoro

Due scenari differenti tra posti di lavoro pubblici e privati. Il governo sembra orientato a non rimuovere fino a giugno l’obbligo di mascherine al chiuso nei luoghi di lavoro e negli uffici pubblici dove più intenso è il contatto con i cittadini. Per i luoghi di lavoro privati la decisione, dal primo maggio in poi, spetterà alle aziende.

Stadi e palazzetti

Il tema assembramenti resta sul tavolo. Negli stadi all'aperto non dovrebbe essere più necessaria la mascherina. Al contrario, nei palazzetti dello sport al chiuso, l'obbligo potrebbe rimanere in vigore. 

Cinema e teatri

«Togliere le mascherine al chiuso nei teatri e nei cinema non è una decisione che si può prendere tenendo conto soltanto dell'importanza del luogo o di ciò che lì si svolge. È una decisione che si prende rispetto alle caratteristiche del luogo. La decisione che dovremo adottare nelle prossime ore è se in alcuni luoghi al chiuso le mascherine continuano o no a essere importanti; e poi, c'è il problema dei trasporti pubblici». È quanto spiega il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo al programma 'Oggi è un altro giornò su Rai1.

 

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