Il figlio di Roberto Maroni scende in politica e si candida contro la Lega: «Papà mi appoggia»

Il figlio di Roberto Maroni scende in politica, ma Fabrizio sfiderà la Lega
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Sabato 4 Maggio 2019, 13:57 - Ultimo aggiornamento: 18:23
Impegno civico e sguardo rivolto al futuro, con il sogno di diventare giornalista e un cognome importante sulle spalle. Suo padre è Roberto Maroni, ex ministro ed ex governatore lombardo nonché tra i fondatori dell'allora Lega Nord, ma l'inizio della carriera politica di Fabrizio Maroni con il Carroccio non ha niente a che fare, anzi. Studente di scienze politiche, 21 anni, il figlio di Bobo Maroni è candidato alle comunali di Lozza, paese di poco più di mille abitanti in provincia di Varese, in una lista civica sostenuta dal centrosinistra che appoggia il sindaco uscente Giuseppe Licata, mentre la Lega è presente nel simbolo della lista che appoggia Mara Rossi, unica avversaria di Licata. 'Comunità e Comuni uniti per Lozza' è una lista civica «con all'interno anime diverse, legata al territorio e non a ideologie partitiche», precisa subito all'agenzia Ansa Fabrizio Maroni, che ci tiene a spiegare che la sua non è una candidatura «contro mio padre». «Mi ha dato il suo appoggio - racconta - abbiamo discusso insieme del programma, ma non mi ha fatto alcuna raccomandazione». E, ancora: «In casa sono cresciuto assolutamente libero di poter avere le mie idee». Se la politica sarà o meno anche il suo futuro, è presto per dirlo. Per ora, Fabrizio spiega di voler «perseguire questa strada solo nel piccolo comune, nulla più». 



Eppure sui grandi temi di politica interna ed estera ha le idee molto chiare: centrale per il futuro è il tema ambiente «sottovalutato, mentre il cambiamento climatico rischia di compromettere se non la nostra vita quella dei nostri figli e nipoti», ma il suo sguardo è rivolto oltre i confini italiani ed europei, in Africa, Asia e Sud America, di cui «si sa sempre molto poco» se non «le notizie sui barconi di immigrati». Un tema sempre caldo per la Lega quello dei migranti, al quale Fabrizio si approccia spiegando che, «per quanto conti» la sua opinione, è in «disaccordo su alcuni aspetti della gestione di questo governo e con l'informazione sull'immigrazione», ma che lo stesso vale anche per il precedente esecutivo: «Si parla spesso dei campi profughi in Libia, ma sono nati con la collaborazione del precedente Governo». «Come non si può non accogliere nessuno, nemmeno si può accogliere tutti, la virtù starebbe nel mezzo», ha concluso. E proprio all'estero vorrebbe dedicare anche il suo futuro: «Vorrei diventare giornalista e occuparmi di politica estera come reporter».
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