Governo Draghi, toto-ministri: spuntano Enrico Letta e l’ex Ragioniere Franco, se tocca ai politici c’è Giorgetti

Governo Draghi, toto-ministri: spuntano Enrico Letta e l’ex Ragioniere Franco, se tocca ai politici c’è Giorgetti
di Diodato Pirone
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Giovedì 4 Febbraio 2021, 23:13 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 23:06

La natura del governo Draghi non è ancora definita: se sarà un governo di “salvezza nazionale” potrebbe camminare sulle gambe di parecchi ministri politici; se sarà un governo di profilo meno universale potrebbe avere pochi ministri politici affiancati da molti tecnici; se sarà un governo dal forte profilo tecnico potrebbe essere composto da tecnici senza casacca accompagnati da alcuni docenti o professionisti vicini ad alcuni partiti.
In attesa che la polvere si diradi è fisiologico che il toto-nomi rimbalzi come la pallina di un flipper fra i corridoi di Montecitorio e le redazioni dei giornali e viceversa.

Fra i tecnici “puri” i nomi più gettonati sono moltissimi. Dell’ipotetico dream team fanno parte personaggi come l’ex presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, che potrebbe andare alla Giustizia, l’ex presidente dell’Istat nonché ex ministro del lavoro del governo Letta, Enrico Giovannini, fino a Carlo Cottarelli, noto tra l’altro per l’ottima conoscenza della macchina pubblica avendo lavorato ai tagli di spesa.

Girano anche i nomi di Dario Scannapieco vice presidente della Bei (Banca Europea degli Investimenti) e dell’economista Lucrezia Reichlin, che ha avuto anche l’incarico di responsabile del Centro Studi della Bce. In corsa per il ministero della Funzione Pubblica e della Semplificazione anche la giurista Luisa Torchia, allieva di Sabino Cassese, mentre nel gabinetto Draghi potrebbe entrare anche Daniele Franco attuale direttore generale di Bankitalia e a lungo Ragioniere Generale dello Stato e del grand commis Antonio Catricalà, che fu sottosegretario alla presidenza del consiglio di Mario Monti e in ottimi rapporti con Gianni Letta. Fra i tecnici spicca ovviamente il nome del prefetto Luciana Morgese che in ogni caso dovrebbe rimanere all’Interno.


IL PIANO B
E se Draghi riuscisse a varare un governo di unità nazionale o comunque con un profilo politico più deciso? In questo caso alcuni ministeri, forse la maggioranza, andrebbero a figure politiche anche se sono sicuramente fuori dai giochi i due avversari della recente crisi: Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Con un governo più politico sarebbe quasi certa per il Pd la permanenza di Roberto Gualtieri all’Economia e quella di Dario Franceschini ai Beni Culturali. A questi nomi nelle ultime ore si è aggiunto quello di Enrico Letta. Fra i 5Stelle potrebbe essere riconfermato Stefano Patuanelli allo Sviluppo mentre cresce per il ministero della Sanità il nome del viceministro Pierpaolo Sileri. Troppo presto per dire se la casella prestigiosa del ministero degli Esteri, oggi assegnata a Luigi Di Maio, finirà nel tritacarne della trattativa o se Draghi, con la benedizione del Capo dello Stato, vi lascerà l’attuale inquilino. 


Nel caso invece sul governo Draghi si trovasse un accordo fra i partiti di diversi schieramenti la Lega potrebbe essere rappresentata nell’esecutivo probabilmente da Giancarlo Giorgetti accompagnato da esponenti dell’ala non anti-europea del Carroccio mentre per Forza Italia girano i nomi di Antonio Tajani oppure di una delle due capogruppo a Camera e Senato, Maristella Gelmini e Anna Maria Bernini. Qualche spazio sarebbe riservato anche a piccoli partiti, Italia Viva compresa che pure conta su una cinquantina di parlamentari.
 

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