Spunta la carta Marine per guidare la nuova Ue: ma ora il leader è Matteo

Spunta la carta Marine per guidare la nuova Ue: ma ora il leader è Matteo
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Martedì 9 Ottobre 2018, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 08:25

Il ribaltamento è sotto gli occhi di tutti. Prima la super-leader era Marine e Matteo, con una Lega ridotta al lumicino, si avviava (era il 2014) a Parigi sperando di strappare qualche attenzione dalla Le Pen. E lei: «Salvini è venuto a vedermi, e mi ha chiesto di fare un selfie con me». Adesso è lui, il capo della Lega, il super-leader lanciatissimo e lei sembra un po' a rimorchio di Matteo. «Dove possono controfirmare la cosa che ha appena detto Salvini?», «Come ha detto Salvini...», «Parafrasando l'affermazione di Salvini...». Lei è politicamente più ammaccata di lui: non ha varcato le porte dell'Eliseo, mentre Matteo è a Palazzo Chigi per ora da vice, e i rapporti di forza all'Europarlamento che adesso vedono in vantaggio il Rassemblement National di Le Pen sembrano destinati a cambiare in favore di «Matteo». Il quale punta ad avere la Le Pen come frontwoman, come candidata presidente della Ue, alle elezioni di maggio. Lei nicchia.

LEGGI ANCHE Salvini vede Le Pen: «Macron-Saviano?Spero non abbiano fatto selfie svestiti»

La discussione è in corso. Ma una donna alla guida dello schieramento sovranista - il Fronte delle libertà sarà l'etichetta per l'assalto al fortilizio di Bruxelles ma la partita non sarà facile perché Ppe e Pse più Liberali nei sondaggi reggono e le divisioni interne ai populisti dei vari Paesi non mancano - sembra la novità politica da gettata sul piatto. Altra ipotesi, che piace a Salvini ma poco praticabile, è puntare su Orban, strappandolo al Ppe ma l'operazione potrebbe non convenire affatto. Primo perché ci si priverebbe di Orban come uomo-raccordo tra popolari e sovranisti dopo il voto, per fare l'alleanza di governo Ue nel caso davvero lo storico asse Ppe-Pse dovesse essere battuto. E poi perché, l'Ungheria di Orban rispetto all'Europa - così come la Polonia - ha un legame particolare. Ha un'economia che molto beneficia dei sostegni Ue. E comunque, come ha detto Salvini, gli occhi dei sovranisti e i suoi sono molto puntati sul congresso del Ppe («Lo guardo con molta fiducia») che si svolgerà a Helsinki a novembre. Se non la Le Pen, altro candidato possibile sarebbe lo svedese Jimmie Akesson, il giovane leader dei sovranisti che alle elezioni in Svezia hanno preso il 18 per cento. Salvini punta anche su Akesson, più fresco di Marine ma anche meno noto, nella sfida a tre che potrebbe essere Le Pen (Akesson) contro il tedesco Manfred Weber per il Ppe e probabilmente per i socialisti o meglio per il fronte da Macron a Tspiras, di cui da Renzi in su e in giù tutti vagheggiano, l'anti-populista olandese Hans Timmermans. Su cui però Macron ancora non si è pronunciato.

LE DIVISIONI
Il tandem Salvini-Le Pen (adesso è lei che cerca visibilità da lui) è lanciatissimo, già sente la vittoria in tasca: «Faremo mollare a Juncker, Moscovici e gli altri le poltrone da cui non vogliono schiodare». Tuttavia il vento sovranista che soffia in Italia non impazza altrettanto in altre nazioni, e su temi cruciali - tanto per dirne due: bilancio europeo, immigrazione - i sovranisti sono spaccati. Se Salvini e Le Pen fanno asse, i tedeschi di Alternative fur Deutschland fanno gioco a sé così come altri movimenti dell'est.

La strategia italo-francese è marciare divisi (non ci saranno liste comuni al voto) per colpire uniti: il candidato presidente Ue sarà unitario. A via delle Botteghe Oscure, proprio di fronte allo storico palazzone dove aveva sede il Pci, Marine e Matteo hanno insomma siglato il loro accordo su Bruxelles, ma dicendo: «Questo non è un incontro elettorale». Nessuno ci ha creduto, naturalmente. Il programma di massima - «Noi vogliamo tracciare l'Europa dei prossimi 30 anni», addirittura - già c'è. Ed è questo: un'Europa che sia poco Europa unita e molto disposta a dare libertà politica ed economica ai vari Paesi membri. «Noi non vogliamo la Ue come gabbia», è il mantra di Salvini. «Siamo 27 Pesi pieni di differenze in questo Continente - aggiunge - e non si capisce perché debba imporsi una omologazione tra identità, storie, culture, bisogni e aspirazioni non per forza coincidenti». Una Ue come quadro generale, ma poi ognun per sé: ecco la nuova Europa dei neo-europeisti un po' anti-europei. Ma sulla moneta unica, per ora, almeno a parole, i sovranisti dicono di non volerla cambiare: «Nessuna uscita dall'euro», dice il vicepremier.
E ancora: «Il lavoro al posto della finanza», il rilancio dell'agricoltura, il rapporto più stretto con Putin (Salvini: «E' un grande personaggio» mentre Le Pen ieri è stata prodiga di complimenti per Trump) lo stop alle delocalizzazioni, la stretta sugli immigrati ovviamente. Dunque il piano di attacco a Bruxelles, per una nuova Ue c'è, la formazione da mettere in campo va ancora precisata.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA