Mara Carfagna: «L'Italia ora è stanca dei Masaniello. Il cambiamento è con il Terzo polo»

La ministra: con il governo Draghi abbiamo portato a casa molte riforme. Con noi una scelta di serietà

Mara Carfagna: «L'Italia è stanca dei Masaniello. Il cambiamento è con il Terzo polo»
di Alberto Gentili
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Settembre 2022, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 11:43

Ministra Carfagna, a pochi giorni dal voto riesplode il caso dei finanziamenti di Mosca ai partiti. Per ora nessuna forza politica italiana sembra essere nella lista, ma ritiene concreto il rischio di ingerenze russe sulle elezioni?
«Se esistono comunicazioni o notizie formali su fondi russi a partiti o personalità italiane è bene che siano rese pubbliche prima del voto i cittadini devono sapere se qualcuno ha ricevuto soldi da un Paese straniero e nemico: non penso, nel caso, che lo vorrebbero in Parlamento o al governo. Peraltro, la propaganda russa è stata sconfitta dai fatti: la riconquista di migliaia di chilometri di territorio occupato da parte degli ucraini ha sconfessato tutti coloro che per mesi hanno pontificato sull’inevitabile sconfitta ucraina e sull’inutilità delle sanzioni». 

I sondaggi vi danno in crescita sopra Forza Italia. Allora è vero che il Terzo Polo può strappare elettori moderati a Berlusconi…
«Non è un rubabandiera, non ho mai interpretato la campagna elettorale così.

La lista di Azione – Italia Viva si propone come scelta di serietà, responsabilità e stabilità: i suoi voti arrivano dall’Italia che crede in questi valori, dall’Italia stanca dei Masaniello di destra e di sinistra».

Quali interventi si dovrebbero adottare per fermare l’impennata delle bollette e le conseguenze su cittadini e imprese? 
«Faremo un nuovo decreto aiuti, che porterà a oltre 60 miliardi gli investimenti in questa direzione. Poi c’è il grande tema dello sganciamento del costo delle rinnovabili da quello del gas, del taglio degli extraprofitti e dell’attivazione dei rigassificatori, insieme al dibattito europeo sul Price cap. Il tempo è davvero poco per un governo arrivato al conto alla rovescia, e di questo devono rendere conto al Paese i partiti che lo hanno fatto cadere».

Draghi pensa a un intervento da 12-13 miliardi, crede siano sufficienti? O serve lo scostamento di bilancio?
«Nulla è sufficiente, tutto è necessario. Soprattutto sarebbe stato necessario avere un governo nel pieno dei suoi poteri».

Salvini e Meloni, convinti di vincere, temono di ereditare un paese in ginocchio con migliaia di imprese chiuse e famiglie in grave difficoltà. E dunque chiedono a Draghi di intervenire subito. Cosa ne pensa?
«Tutto il male possibile. L’emergenza gas era già visibile in luglio, quando la scelta irresponsabile di M5S, Lega e FI ha obbligato a elezioni anticipate. E’ stata una scelta contro l’Italia, le sue imprese, i suoi cittadini: spero che sia punita nelle urne».

Non trova un po’ curioso che chi ha fatto cadere il governo e chi non l’ha mai sostenuto ora corra a chiedere l’aiuto del premier?
«Hanno contato sul senso dello Stato di questo premier e di questo governo, che infatti sta facendo di tutto per mettere in campo provvedimenti efficaci malgrado i poteri limitati di questa fase. Non so se loro, a ruoli invertiti, avrebbero avuto lo stesso spirito di responsabilità».

Voi avete detto più volte di puntare sul pareggio o sulla non vittoria del centrodestra e su un nuovo governo di larghe intese. Ma per Meloni sarebbe un ulteriore danno, perché “i governi arcobaleno non sono in grado di decidere”.
«Propaganda, frasi fatte. L’esperienza del governo Draghi dimostra l’esatto contrario, con decine di riforme approvate: semplificazioni, governance, digitalizzazione, Pubblica amministrazione, giustizia, appalti, carriere dei docenti, solo per citarne qualcuna». 

 

Calenda propone una grande pacificazione nazionale dopo il voto con quale scopo? E sarà possibile con la destra al governo?
«Solo l’affermarsi di un terzo polo può scardinare il bipolarismo muscolare che distrugge il Paese da un decennio e aprire al cambiamento che serve: più investimenti in sanità e istruzione, l’azzeramento delle tasse ai giovani fino a 25 anni, ripristinare il programma di industria 4.0, e ovviamente completare ogni singola opera promessa agli italiani con il Pnrr».

Sul fronte europeo la leader di fratelli d’Italia ha detto che se lei andrà al governo per la Ue è finita la pacchia perché difenderà l’interesse nazionale. Torna all’euroscetticismo?
«Mi limito a osservare che la frase “la pacchia è finita” di solito si rivolge a un nemico, non a un alleato da cui dipendiamo per affrontare la crisi del gas e dell’inflazione. Spero, per amor di patria, che in Europa nessuno abbia sentito quel comizio».

Salvini ha proposto di spostare a Milano il ministro dell’innovazione. Il suo giudizio?
«Idea balzana. Si vede che non ha mai frequentato molto il suo ministero, altrimenti saprebbe che per fare bene il ministro bisogna poter convocare una riunione istituzionale in tre minuti, non nelle tre ore che servono per andare da Roma a Milano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA