Le regionali di primavera, Mara Carfagna: «Quando si è alleati la lealtà si misura
dalle scelte che si fanno sui candidati»

Le regionali di primavera, Mara Carfagna: «Quando si è alleati la lealtà si misura dalle scelte che si fanno sui candidati»
di Emilio Pucci
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 01:07 - Ultimo aggiornamento: 10:50

«Gli italiani hanno bisogno di essere rassicurati, non ne possono più di risse elettorali. I toni alti e ruvidi allontanano i moderati e ci impediscono di vincere». 

Mara Carfagna è convinta che il centrodestra debba «cambiare passo»: «Salvini guardi la lezione di Le Pen, che da dieci anni prende tantissimi voti, ma non ha mai governato».

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Dica la verità, anche lei non avrebbe fatto la “citofonata”.
«Assolutamente no. So bene che il tema della droga desta grande preoccupazione ma sono contraria alla giustizia porta a porta. La personalizzazione del voto, poi, ha finito per scatenare gli anticorpi contro un certo modo di fare campagna elettorale».

Dopo il voto di domenica qual è la mission del centrodestra?
«C’è stata la revoca della fiducia da parte degli elettori a M5S. Questo governo è fragile ma la spallata non si è realizzata. Ora bisogna prepararsi ad una lunga traversata nel deserto e rafforzare il centro della coalizione. Occorre ritrovare l’unità per portare avanti battaglie comuni. Sul tema delle tasse, sulle infrastrutture, sul Sud, sulla giustizia contro la riforma Bonafede che peraltro la Lega votò. Battaglie valoriali e concrete». 
 



C’è anche un tema di leadership sul tavolo?
«No, quello non è all’ordine del giorno. Non si diventa leader a tavolino. A decidere sono gli elettori. Il centrodestra deve rafforzare la sua componente liberale, non estremista se vuole arrivare davvero a vincere e governare».

E’ un messaggio alla Lega?
«Quando Berlusconi era capo della coalizione il centrodestra vinceva e governava. Quando si è leader del partito di maggioranza si ha una responsabilità ulteriore. Salvini deve ragionare in termini di coalizione. I nostri alleati spesso hanno pensato a FI come un bacino a cui rubare consensi e in qualche caso noi glielo abbiamo consentito».

Soddisfatta per la vittoria della Santelli in Calabria?
«Sono molto felice. Lei è una figura storica di FI, il suo successo è un segnale importante per tutte le donne del Sud e la dimostrazione che il partito ha una classe dirigente valida che meriterebbe più incoraggiamento. Bisogna ripartire proprio dal Meridione che si conferma il nostro maggiore punto di forza, mentre il dato emiliano rivela una preoccupante crisi al Nord».
 
 


Cosa può fare FI per rilanciarsi?
«Ha bisogno di riaprire i cancelli, ascoltare i ragionamenti senza la logica del dentro o fuori».

Lei da tempo pone un problema di vertici.
«Non mi rassegno a una FI terzo partito della coalizione. C’è bisogno di una struttura che sia credibile, legittimata dal consenso della nostra base. Non basta vivere di rendita alle spalle di Berlusconi. Non si può chiedere l’impossibile a questo uomo. Questo dibattito però ha annoiato il nostro popolo, personalmente voglio andare oltre».

Intanto FdI sta crescendo dappertutto.
«E’ la dimostrazione che nel centrodestra si può stare con la schiena dritta senza andare a rimorchio della Lega. Giorgia Meloni ha dato una forte identità al suo partito, non ha avuto alcun timore reverenziale nei confronti di Salvini».

La sua scelta di costituire ‘Voce libera’ è stata criticata.
«Il dibattito è stato sollevato da chi guarda con sospetto ai cambiamenti e ha paura di essere messo in discussione. FI ha bisogno di aprirsi, allargarsi nel solco del progetto ‘Altra Italia’ che ha lanciato Berlusconi. Venerdì a Napoli faremo un’iniziativa sui temi della giustizia nel rispetto del principio del garantismo tanto caro a Forza Italia».

Proprio la Campania è una delle regioni dove si andrà a votare. C’è intesa nel centrodestra sui candidati? Salvini sembra voler riaprire il tavolo...
«La discussione è aperta. La lealtà tra i partner si valuterà anche su questo. Il sistema di potere di De Luca sta franando e non ha mai convinto i cittadini campani. La vittoria è a portata di mano, ma guai a darla per scontata. Se le sinistre trovassero un altro candidato, è possibile che la battaglia si riveli più difficile del previsto».

Ogni volta che il governo appare in difficoltà si diffondono voci di ‘responsabili’ di Fi pronti a puntellare Conte…
«Sono voci messe in giro da chi vuole spingerci fuori dal perimetro del centrodestra. Queste voci le ho sempre stroncate e continuerò a farlo».
 

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