Manovra oggi in Parlamento: dalle pensioni alla tregua fiscale i temi "caldi" di dibattito nella maggioranza

L'innalzamento a 600 euro dell'assegno pensionistico da solo costerebbe 800 milioni di euro, ma a disposizione del Parlamento ce ne sono 500 in totale

Manovra oggi in Parlamento: dalle pensioni alla tregua fiscale i temi "caldi" di dibattito nella maggioranza
di Fausto Caruso
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Lunedì 28 Novembre 2022, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 12:57

Arriva oggi in Parlamento la prima legge di bilancio del governo Meloni. Una manovra che andrà approvata a tempo di record per evitare l’esercizio provvisorio. Anche per questo la premier ha lanciato un invito/appello agli alleati a limitare gli emendamenti, che vorrebbe tenere in un numero non superiore a 400. Ma al di là dell'unità professata in questi giorni, Forza Italia e Lega sono pronte però ad approfittare di ogni spicciolo dei 500 milioni di euro lasciati in dote al Parlamento per piazzare altre bandierine elettorali. I temi di dibattito sono pensioni, superbonus e condono fiscale e l’esecutivo dovrà cercare la mediazione migliore in tempi rapidi per non stracciare, a forza di tirare, una coperta cortissima.

Forza Italia vuol alzare le pensioni

L’innalzamento delle pensioni minime è una battaglia identitaria di Silvio Berlusconi fin dalla sua discesa in campo datata 1994. La bozza della manovra che oggi dovrebbe approdare alla Camera prevede già la crescita della soglia da 525 e 570 euro, ma per Forza Italia non basta. Il Cavaliere vuole che in Parlamento la cifra minima diventi di almeno 600 euro e che cresca di 100 euro l’anno così da poter arrivare a fine legislatura avendo raggiunto i 1000 euro promessi in campagna elettorale.

Il problema è che quei 30 euro di incremento costerebbero alle casse dello Stato quasi 800 milioni di euro che in questo momento non ci sono. Starà a Meloni farlo capire all’alleato.

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Gli altri due punti di dibattito sono stati sottolineati ieri dalla capogruppo azzurra al Senato, Licia Ronzulli: «Sanità e Superbonus». Fi vorrebbe che fossero incrementati i fondi a favore del sistema sanitario nazionale, mentre non è stata digerita la riduzione del superbonus per le ristrutturazioni dal 110% al 90%, fortemente voluta dalla presidente del Consiglio nel Dl Aiuti Quater. Forza Italia spingerà per inserire nella legge di bilancio la proroga della misura e lo sblocco della cessione dei crediti di imposta per far ripartire i lavori. L’altra proposta costosa è quella di incrementare la decontribuzione per chi assume giovani under 36, donne o percettori di reddito di cittadinanza rispetto al tetto attuale di 6mila euro.

La Lega punta ad allargare il condono fiscale

La Lega può già ritenersi ampiamente soddisfatta del testo della manovra, visto che include diverse misure su cui il Carroccio aveva battuto molto in campagna elettorale, dall’estensione della flat tax a 85mila euro per gli autonomi, a quota 103 per le pensioni fino alla rinascita della società “Stretto di Messina”. Eppure il Capitano Matteo Salvini vuole approfittare dell’approdo in Parlamento della legge di bilancio per completare l’assalto alla diligenza. La bozza prevede già una “tregua”, pace o condono fiscale, che dir si voglia, per le cartelle esattoriali fino a 1000 euro notificate tra il 2000 e il 2015, ma Salvini spinge per innalzare questa soglia. Se però per gli importi fino ai mille euro la logica secondo cui allo Stato costerebbe di più inseguire i piccoli insolventi di quanto incasserebbe riscuotendo i crediti, alzando il tetto a 3mila euro o più il ragionamento si indebolirebbe, senza contare il messaggio di una parziale impunità per gli evasori che la misura farebbe passare.

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L’altro punto su cui il segretario della Lega non intende cedere un centimetro è lo stop del pagamento dell’Imu per gli immobili occupati abusivamente e i cui proprietari abbiano sporto regolare denuncia, norma già presente nella versione della legge che passerà all’esame del Parlamento. I leghisti proveranno anche a reintrodurre lo sconto carburanti da 30 centesimi al litro e a introdurre in manovra la proposta del ministro dell’Istruzione Valditara sulla possibilità di togliere il reddito di cittadinanza ai giovani che non completano il ciclo di studi.

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