M5S a rischio scissione, un altro stop dei giudici e nasce il partito di Conte. Tensioni tra i 5Stelle

Tra una settimana sentenza bis sullo statuto. I grillini temono la bocciatura

M5S a rischio scissione, un altro stop dei giudici e nasce il partito di Conte. Tensioni tra i 5Stelle
di Emilio Pucci
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Lunedì 30 Maggio 2022, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 11:14

Forse un po’ per scaramanzia Conte evita di parlarne, il suo auspicio è che il Tribunale di Napoli possa optare per un ulteriore rinvio oppure che decida di legittimare il nuovo corso. Ma la data segnata in rosso dall’avvocato pugliese non è quella delle amministrative (l’ex premier ci sta mettendo la faccia, ieri è stato a Verona e a Padova) anche se il timore è che alle urne M5S esca ancora ridimensionato.

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M5S a rischio scissione

E non è neanche quella del 21 giugno quando Draghi verrà in Parlamento in vista del Consiglio Ue e i pentastellati torneranno a invocare una descalation militare e a “duellare” con gli altri partiti che sostengono il governo per trovare un accordo (difficile) sulla risoluzione di maggioranza. La vera, grande paura è legata a quello che succederà il 7 giugno quando potrebbe di fatto essere sospesa la struttura di vertice con l’annullamento pure dell’ultimo voto sullo statuto. Una via d’uscita non è stata decisa qualora dovesse arrivare un pronunciamento sfavorevole, ma l’ex premier con i suoi ha già comunicato che non si tornerebbe indietro. E quindi non ci sarebbe un direttorio a 5, non si andrebbe sullo schema invocato da Grillo.

GLI SCENARI 
L’altro interrogativo è cosa faranno il garante M5S e Di Maio se arrivasse un altro stop. «I giudici non potranno fermarmi.

Io sono stato legittimato dal pronunciamento degli attivisti», il ragionamento dell’ex premier con i suoi interlocutori. Ma quello che gli oppositori dell’avvocato pugliese chiamano «un ko tecnico in arrivo» sarebbe di sicuro un danno d’immagine enorme per l’ex premier, con una via stretta da percorrere. Ovvero un nuovo statuto per un nuovo Movimento 5 stelle. Di fatto un partito personale.

Con il rischio di una scissione dietro l’angolo. Perché lo stesso fondatore M5S ha bocciato un marchio nuovo con il nome di Conte nel simbolo. «Non è nella natura del Movimento e comunque le avventure solitarie non hanno portato fortuna a nessuno», ha osservato l’ex comico ad un pentastellato, facendo il riferimento di Monti. I “governisti” hanno già fatto sapere che non farebbero parte di un nuovo soggetto, qualora Conte decidesse di imboccare quella strada. E anche l’ipotesi di un’altra scissione è sul tavolo. 


La preoccupazione tra chi intende sostenere l’esecutivo senza se e senza ma è che si verifichi una sorta di tempesta perfetta. Con Conte che - questo il sospetto all’interno dei gruppi - potrebbe lasciare a chi non intende seguirlo la “bad company” e sfruttare la svolta per staccarsi dal governo ed arrivare ad una opposizione responsabile. Ma il giurista di Volturara Appula continua a rassicurare gli alleati, l’obiettivo è restare nel campo progressista, occupare lo spazio pacifista senza strappare. 

I NODI
Certo, ci sono dei nodi da sciogliere come quello dell’inceneritore. Ieri i parlamentari M5S romani si sono riuniti con i tecnici per limare l’emendamento da presentare nelle Commissione Finanze e Bilancio: si sono registrate sfumature diverse tra chi intende andare allo scontro e impedire che la materia sia demandata al commissario Gualtieri, facendo notare che il Pd non ha mai inserito la realizzazione del termovalorizzatore nel piano regionale, e chi, invece, intende prendere tempo con il convincimento che «tanto non se ne farà nulla». Ma prima delle partite sull’inceneritore e sulle armi in Ucraina c’è appunto il bivio del 7 giugno, con Conte che potrebbe uscire “azzoppato” ed essere costretto a voltare pagina. In quel caso non ci sarebbe Grillo che tenga. «Ma tanti di noi non lo seguirebbero», taglia corto un big. Ecco il dilemma allora. In autunno, alle regionali siciliane, potrebbe debuttare M5S 2.0. Ne hanno parlato due giorni fa i parlamentari dell’isola preoccupati perché lo strumento delle primarie (l’eventualità è replicarle nel Lazio) farebbe emergere la differenza di struttura tra M5S e Pd. 

 

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