M5S, venti di scissione: congresso rinviato dopo il referendum

M5S, venti di scissione: congresso rinviato dopo il referendum
di Simone Canettieri
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 11:55

Nel gioco di attese e tranelli, nel labirinto M5S, spuntano due notizie. La prima è l'elezione - per acclamazione - di Alfonso Bonafede come capo delegazione grillino a Palazzo Chigi. «Non esiste la questione di essere dialogante o meno, siamo al governo e dobbiamo portare la voce del Movimento nel governo», taglia corto il Guardasigilli che ha presto il posto di Luigi Di Maio. La seconda notizia riguarda la possibilità, molto concreta, che gli Stati generali slittino a dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, indetto per il 29 marzo.
Così facendo il reggente, e capo politico a tutti gli effetti Vito Crimi si troverebbe a dover decidere su un dossier delicato: le alleanze con il Pd nelle sei regioni che in tarda primavera andranno al voto. Un busillis non da poco. Anche perché ormai c'è un pezzo di governo e soprattutto di parlamentari che dopo le «bastonate», come le ha chiamate il viceministro Giancarlo Cancelleri, in Emilia Romagna e Calabria non ne vuol più sapere di andare da soli.

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E' il caso per esempio della Liguria, dove il Pd sta pensando ad Anna Maria Furlan, numero uno della Cisl, come candidata civica da contrapporre al governatore uscente Giovanni Toti. Nella regione di Beppe Grillo, gli iscritti si sono però già espressi su Alice Salvatore, volto storico locale poco incline ad accordi, tanto che nei giorni scorsi è piombata anche nella Capitale per incontrarsi in gran segreto con Danilo Toninelli, responsabile delle campagne elettorali. Ma gran parte degli eletti, sia alla Camera e sia al Senato, vanno in direzione opposta. Stesso discorso in Campania - dove oggi, come in Veneto, partirà sulla piattaforma Rousseau il primo step per le candidature a consiglieri e a governatori - dove però il bis di De Luca complica qualsiasi cosa. Ma sarà comunque una battaglia campale perché è la regione delle due versioni opposte del Movimento: Roberto Fico da una parte e Luigi Di Maio dall'altra. In generale, il quadro è frastagliato: dalla Puglia al Veneto, passando per le Marche e la Toscana. Ecco perché l'ala più dialogante con il Pd chiede «di rivedere in queste ore tutte le alleanze». E se questo non dovesse succedere? C'è sempre il progetto di Lorenzo Fioramonti che scommette sull'implosione del Movimento che in queste ore, almeno per quanto riguarda le decisioni più importanti, si sta muovendo sulla scia di Di Maio. Ecco perché nessuno esclude nuove partenze. Stefano Buffagni, viceministro del Mise e tornato molto attivo, ci scherza su con i suoi fedelissimi: «Vogliamo fare la divisione dell'atomo?». Nel frattempo continuano a fronteggiarsi due mondi. E Fioramonti «aspetta sulla riva del fiume che qualcosa accada», raccontano i parlamentari di Eco.

LE VOCI
Il malessere c'è e tanto. L'ala riformista nel governo rimane sottotraccia. Si spiega anche così il passo indietro di Stefano Patuanelli in favore di Alfonso Bonafede, di sicuro non amatissimo dal Pd. Che da domani, appunto, inizierà la verifica di governo trovandosi davanti l'uomo dello stop alla prescrizione.
Ma il problema sono i parlamentari: il corpaccione continua a spingere per entrare nel campo progressista in maniera stabile seguendo le parole del premier Conte. Ma anche ieri sera Crimi durante la congiunta di deputati e senatori - assente Luigi Di Maio - è stato netto: «In quale campo ci collochiamo? Ai cittadini interessa che abbassiamo le tasse o meno: è sui temi che dobbiamo metterci in gioco ed essere convincenti», ha aggiunto. Crimi d'altronde, consapevole di un ulteriore rischio scissione, continua a evocare in tutte le riunioni «senso di responsabilità» e appelli all'unità. Carla Ruocco, presidente della Commissione Finanze, in assemblea ha preso la parola affinché l'organismo «sia deliberante». Ovvero che possa scegliere e incidere sui dossier più scottanti.

Come appunto il rebus delle alleanze: da una parte c'è il Pd, dall'altra terza via. In mezzo una possibile scissione. Dalle dimensioni ancora ignote.

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