M5S, assist di Grillo a Conte: «Il Tribunale deve revocare la sospensiva»

Beppe sbarca a Roma e vede Di Maio, Raggi e l’ex premier (solo con i legali)

Grillo incontra i big 5S Un nuovo comitato per ri-eleggere Conte
di Francesco Malfetano
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Venerdì 11 Febbraio 2022, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 09:39

Le parole d’ordine, fino a tarda ora, sono sempre le stesse: profilo basso. E allora per il suo ritorno a Roma Beppe Grillo evita il solito albergo ai Fori imperiali e punta dritto sui Parioli. Più discreti e, soprattutto, più vicini allo studio del notaio dei pentastellati, Luca Amato. L’Elevato sbarca nel pomeriggio nella Capitale («Teso ma tonico» spiega chi ha avuto modo di parlarci), in quell’hotel Parco dei Principi dove nel 2018 ci fu il primo incontro tra gli eletti, e avvia l’attesa girandola di incontri con “big” e legali con cui conta di riuscire a sbloccare lo stallo in cui il Tribunale civile di Napoli ha ficcato il Movimento 5 stelle. 
 

Prima vede Luigi Di Maio e Mariolina Castellone in albergo, poi si sposta dal notaio per incontrare anche Virginia Raggi. Un pomeriggio denso che culmina in una riunione di circa due ore e mezza con Giuseppe Conte e i suoi avvocati.

Un summit utile, dirà Grillo avendo cura di andare a salutare i cronisti nei pressi dello studio del notaio a braccetto con l’ex premier, a «ripristinare il sistema immunitario del Movimento».

Come? Per ora senza stravolgere tutto ma “solo” impugnando l’ordinanza emessa dal Tribunale napoletano. Al termine del vertice infatti, l’intera squadra di avvocati schierata dall’Elevato e dall’ex premier concordano: le delibere sospese dal Tribunale (cioè quelle relative al nuovo statuto e all’elezione di Conte leader) «sono valide alla luce del regolamento del 2018». In altri termini, non c’è nulla che vada rifatto. Si presenterà al Tribunale partenopeo una immediata istanza di revoca alla luce di questo documento che, secondo i legali, «certifica la piena regolarità» delle delibere, offrendo al giudice della causa di poter prendere atto della validità e quindi dell’efficacia delle delibere contestate. «Si confida che gli elementi emersi consentano di poter ottenere una tempestiva revoca» della sospensione sottolineano. E soprattutto, si spera, che non vi siano i margini per ulteriori nuovi ricorsi da parte dell’avvocato Lorenzo Borrè e dei suoi assistiti.
 

Nel pomeriggio però, appunto, ad essere ricevuto dal fondatore del Movimento 5 stelle è stato Di Maio, in un lungo colloquio andato avanti per oltre un’ora. A lui, trapela, l’Elevato ribadisce che ritiene fondamentale «un’intesa» con lo stesso Conte e la necessità di tornare a parlare di temi più che di beghe politiche. «È importante essere compatti», la risposta del ministro degli Esteri. 

Un punto di caduta confermato anche dallo storico legale pentastellato Andrea Ciannavei, ricevuto da Beppe dopo il ministro assieme alla capogruppo al Senato Castellone. «Se Conte resta leader? - ha detto l’avvocato ai giornalisti appostati davanti all’hotel - Non ci sono punti di vista differenti, si rema nella stessa barca per cercare di trovare la soluzione migliore per tutti». 

Archiviati questi due incontri, Grillo allora si sposta negli uffici del notaio. Uffici dove, si vocifera nel Movimento, «non viene chiesto il Green pass» e quindi risulterebbero più facilmente accessibili alla Raggi. Il confronto con l’ex sindaca è però breve, ma necessario per ribadire la totale fiducia del garante nella ex sindaca. 
 

LE SOLUZIONI

In ogni caso, nel corso del lungo tavolo di confronto sono state vagliate tutte le soluzioni diventate più o meno note negli ultimi giorni. Resta in caldo, qualora, l’istanza presentata al Tribunale di Napoli dovesse non finire nel mondo sperato, l’ipotesi di una rielezione del comitato di Garanzia. 

Si ipotizza cioè che il fondatore indica delle consultazioni per la nomina di un nuovo comitato. Un organismo composto da tre soggetti, scelti da una rosa di sei e votati online, che - in base allo statuto tornato in essere - non hanno alcuna carica elettiva, e possono quindi fungere da supplenti. Sul tavolo diversi nomi: dall’ex Rousseau e volto storico del Movimento Pietro Dettori, all’ex sindaca di Torino Chiara Appendino fino ad Enrico Grillo, nipote avvocato del comico. C’è anche chi vorrebbe in lizza proprio Virginia Raggi, ma c’è qualche problema di incompatibilità. 

In ogni caso fedelissimi che, una volta insediati e senza passare per la nomina del famoso “direttorio” a 5 fortemente osteggiato da Conte, dovrebbero indire un’ulteriore votazione per adottare il nuovo statuto grillino. Quello redatto proprio dall’avvocato. A quel punto, a testo approvato, servirà ancora una consultazione con gli iscritti per legittimare l’esistenza di un capo politico (e non del direttorio), garantendo la leadership dell’ex premier.

«Ma che nel caso mettano almeno due candidati fantocci», spiega Borré. Inevitabilmente però l’avvocato è perplesso rispetto all’istanza che presenteranno i colleghi ingaggiati dal Movimento. «Non credo possano più permettersi errori - continua - e io penso che quella del comitato di garanzia sia l’unica strada percorribile per sbrogliare la matassa».

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