M5S, prima mossa di Conte: vede Letta e tratta su Roma

M5S, prima mossa di Conte: vede Letta e tratta su Roma
di Emilio Pucci
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Mercoledì 24 Marzo 2021, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 13:51

Avrebbe voluto aspettare che si sciogliesse il nodo Rousseau ma ha capito che lo scoglio non è superabile in poche settimane e allora Giuseppe Conte è pronto ad accelerare e a scendere in campo per prendersi il Movimento. E probabilmente lo farà prima di Pasqua. Gli ultimi tasselli del nuovo corso M5S verranno completati in una riunione alla presenza di Grillo e degli altri big che dovrebbe tenersi nel weekend. Ma l'ex presidente del Consiglio ha pronto il suo piano. Per giorni ha pensato ad una nuova forza politica ma poi alla fine ha scelto di non abbandonare la vecchia strada. Perlomeno non ora.

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La legittimazione non arriverà attraverso il voto della piattaforma web, il rapporto con Casaleggio ormai verrà reciso dagli avvocati (l'Associazione continua a chiedere gli arretrati), si guarda già oltre.

Ci sarà un nuovo Statuto ma resterà il nome M5s, anche se sarà modificato il simbolo con l'inserimento della data indicata da Grillo, 2050. E si andrà a riprendere dal cassetto anche il lavoro compiuto agli Stati generali. Ovvero una struttura che comprenderà una segreteria e responsabili d'area tematica. La discontinuità magari arriverà con il tempo, ma per ora non dovrebbe esserci una rivoluzione, anche per le resistenze interne.

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A giorni Conte presenterà il suo manifesto. Per una forza progressista, ambientalista che guarda all'alleanza con le forze politiche del centrosinistra ma che si rivolge anche ai professionisti, alle partite Iva, per cercare di recuperare consensi anche a destra. «Sarà un progetto inclusivo», spiega chi sta lavorando col professore al progetto. In realtà sono pochi in questa fase ad interloquire con il giurista pugliese, tanto che monta l'irritazione dei gruppi parlamentari che ormai hanno tagliato i ponti con Rousseau ma che vogliono avere garanzie sul presente e sul futuro. E sono in pressing su Conte perché faccia un passo avanti presto. «Deve sporcarsi le mani, non può entrare in gioco solo quando sarà sciolto il nodo delle amministrative», osserva un big 5s.
I COMUNI
In realtà l'incontro con Letta che si terrà oggi è un segnale che Conte ha intenzione di caricarsi M5S sulle spalle. E di fronte alla possibilità di una candidatura di Zingaretti al Campidoglio - confida un esponente di governo - potrebbe cercare di convincere Raggi a fare un passo indietro e portarla nel Movimento come vice. Per ora però, il presidente del Lazio nega. «Mi auguro che la mia comunità metta in campo altre risorse» ha detto ieri sera su La7. Nei 5s quindi, ora regna il disorientamento nei gruppi e anche uno dei passaggi più attesi, il superamento del vincolo del doppio mandato, non verrà inserito nel testo di rilancio del Movimento 2.0. Troppo delicato discuterne adesso, il rischio è quello di spaccare ancor di più la base.

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I SOLDI
Ma deputati e senatori sono interessati soprattutto ad un altro argomento. Ovvero sapere dove vanno a finire i soldi che dovranno versare. C'è un nuovo conto corrente, i fondi non vanno più alla piattaforma ma - spiega un big - «non diremo sì a scatola chiusa». Niente partito personale, niente struttura ad hoc. «Non possiamo certo sostituire Casaleggio con Conte. Vogliamo un percorso partecipato», il refrain. In ogni caso la leadership di Conte non si discute. Anzi in tanti stanno lavorando per prepararne il terreno.
È nata ieri l'associazione culturale Italia Più 2050. Uno dei promotori è il sottosegretario Sibilia ma sono più di quaranta ad aver dato l'adesione al progetto che intende essere un ponte di collegamento con la base. Rappresenta «la naturale evoluzione» di Parole Guerriere, il think tank animato dalla deputata M5S e sottosegretaria al Sud Nesci. «Il nostro obiettivo - spiega quest'ultima - è unire. Ci rivolgiamo a tutta la società civile, inclusi ai milioni di italiani sfiduciati che hanno deciso di non votare più e ai giovani che per la prima volta si affacceranno all'esperienza decisiva del voto».

 

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