M5S-Conte, dopo Alitalia e Liguria scaramucce anche su Anac

M5S-Conte, dopo Alitalia e Liguria scaramucce anche su Anac
di Mario Ajello
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Sabato 18 Luglio 2020, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 20:19

Tutto ma proprio tutto rientra ormai nello scontro tra parte di M5S e tutto Conte. Anche la nomina del successore di Cantone alla guida dell’Anac diventa un ingrediente di  questo scontro senza quartiere. Che ha investito Alitalia, si è esteso sul caso Liguria con Di Maio poco propenso a scegliere Sansa come candidato presidente regionale che invece serve al premier per cercare di vincere almeno lassù e sperare di  salvare il governo grazie ai patti territoriali rosso-gialli e insomma l’inquilino di Palazzo Chigi a cui piacerebbe guidare i pentastellati trova in casa grillina non pochi problemi. Ed eccone un altro. Si tratta del successore di Cantone all’Autorità anti-corruzione, dove il premier vorrebbe piazzare un suo amico fidatissimo, compagno di studi al tempo di Villa Nazareth, capace e molto stimato come giurista, estremamente apprezzato dal Pd.

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Conte lo voleva suo braccio destro a Palazzo Chigi. Si fida ciecamente di lui. Si è parlato di Busia come possibile presidente dell’autorità per la difesa della privacy, incarico che gli sarebbe andato a pennello perché lavora in questo settore anche a livello internazionale da anni e gli viene riconosciuta, anche presso i massimi palazzi istituzionali, una competenza rara. Il problema adesso è che per l’Anac, al di là dei suoi meriti personali, cominciano a partire siluri da parte grillina. Per la conclamata vicinanza a Conte. E nel movimento c’è chi dice, con una punta di malanimo: «Non è che si possono trattare le istituzioni come il proseguimento degli affetti». Un chiaro stop che deriva da motivi politici. Se troppo si allarga il potere di Conte, troppo rischia di restringersi quello del suo partito d’origine e magari di approdo come leader futuro a scapito di tutti gli altri, da Dibba in su e in giù. 

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