M5S, caos fughe, la road map: turbo populismo, ma sanatoria per i morosi

M5S, caos fughe, la road map: turbo populismo, ma sanatoria per i morosi
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Domenica 5 Gennaio 2020, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 15:08

«Sì, vabbé, fa il vertice con Zingaretti per il programma di governo come fosse un liderissimo, e invece non controlla più niente Di Maio». Voci così, tra i grillini, ieri. A riprova dello scontento e delle sfinimento di quasi tutti i parlamentari rispetto alla declinante leadership del capo politico. Il quale però rilancia: «La linea la do sempre io». E traccia una road map in due mosse per rabbonire le truppe e per fermare l’emorragia dei dissensi e le nuove operazioni di scissione. La premessa della road map è smentire-smentire-smentire che dentro M5S stia accedendo l’inferno e infatti ecco il Blog delle Stelle: «Tutte balle diffuse dai media. Meno del 6 per cento dei nostri parlamentari ha lasciato il gruppo».

Di Battista va in Iran, il viaggio che imbarazza i grillini e spiazza il ministro Di Maio
Di Maio-Zingaretti, vertice a Palazzo Chigi: via a fase due di governo, nodo legge elettorale



Ma tanti altri - e l’ex ministro Fioramonti sta ricevendo numerose telefonate d’interessamento per il suo gruppo Eco che a fine gennaio dovrebbe partire con una iniziativa pubblica - sono sul piede di partenza e aspettano il verdetto elettorale in Emilia Romagna, dove i sondaggi danno i grillini sotto al 7 per cento, per mollare gli ormeggi in una direzione o in un’altra o per restare per presentare il conto a Di Maio scalzandolo da conducator. 

La doppia road map prevede un capitolo che è quello del recupero dei temi identitari. Forse perché il programma di governo non lo fa Di Maio ma lo fa Conte con i ministri M5S alla Bonafede e alla Patuanelli e a Luigi non resta che rispolverare l’identità per esempio quella anti-capitalistica, che è un modo anche per tacitare le smanie e i protagonismi del Dibba? Di fatto, Di Maio parla così: «Il primo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ad Autostrade. Abbiamo tagliato il numero dei parlamentari, istituito il carcere per i grandi evasori e fatto in modo che chi compie un reato e viene condannato non possa più farla franca con la prescrizione. Siamo riusciti in tutto, riusciremo anche su Autostrade». 

IL REDDE RATIONEM
Essere dunque più populisti e più pauperisti del Dibba, ma anche, sul fonte estrema sinistra, del nascente partitello di Fioramonti, e vediamo se questo basta a placare la rivolta interna. Questa la mossa di Di Maio, ma naturalmente non sarà sufficiente questa riverniciatura radicale e identitaria per salvare la baracca. Quindi? L’altra parte della road map riguarda i rendiconti, argomento a dir poco spinoso, quello che ha scatenato la grande rivolta delle restituzioni e dell’obiezione di coscienza a dare i soldi alla Casaleggio Associati per Rousseau e per non si sa che cosa. L’8 gennaio ci sarà l’assemblea congiunta dei parlamentari e di questo di parlerà. Ma il giorno prima, a conferma della delicatezza della questione, ci sarà un incontro dei due capogruppo, Perilli e Crippa, con i Provibiri e con il Comitato dei Garanti stellati per stabilire come comportarsi verso i 40 morosi. Ossia si vedrà come ammorbidire la linea dura di Di Maio («Chi non paga viene espulso») perché applicarla così sic etr sempliciter a un numero tanto enorme di parlamentari non paganti rischia di svuotare gli scranni M5S. Il mood dei parlamentari in queste parole di Flora Frate: «Aveva senso parlare di restituzione finché i soldi andavano al bilancio dello Stato, a beneficio della collettività e non a un conto corrente al quale non abbiamo accesso diretto e di cui ignoriamo la movimentazione bancaria».

E lagne su lagne: «Se restituiamo tutti i soldi che ci chiedono, non riusciamo ad andare avanti. Non siamo mica ricchi di famiglia noi!». E così, nonostante il muso duro, Di Maio potrebbe attivare un aiutino. L’8 gennaio potrebbe arrivare un’apertura sul sistema da adottare, ossia un via libera per un regime forfettario chiesto da tanti. Ma tanti chiedono anche uno sconto, una super-rateizzazione, e insomma: cacciare quaranta di loro non si potrà. Ma non si può neanche sperare, come Di Maio è portato a fare, che semi-risolta la questione dei soldi arrivi la bonaccia politica dentro un mondo stellato in preda alla dissoluzione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA