M5S, corrente anti Di Maio: altri quattro senatori verso la Lega

M5S, corrente anti Di Maio: altri quattro senatori verso la Lega
di Mario Ajello
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Giovedì 16 Gennaio 2020, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 11:37

ROMA Nuove espulsioni in vista per i soldi non dati alla Casaleggio e per quelli non versati sul conto intestato a Di Maio e ad altri big. Una corrente che è nata. Una scissione, quella di chi seguirà l'ex ministro Fioramonti, che si prepara. E che - secondo i rumors a Montecitorio - avrà a breve due adesioni provenienti dal gruppo M5S della Camera: i deputati Francesco Galizia e Andrea Vallascas. Loro e altri ex grillini ora al Gruppo Misto - si fanno i nomi di Gloria Vizzini, Sara Cunial, Veronica Giannone, Andrea Cecconi, più il radicale Alessandro Fusacchia e altri innesti - formeranno Eco. E pur dicendosi a favore del governo la squadra Fioramonti farà ballare da sinistra Conte.

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Ma a preoccupare di più è un nuovo passaggio o forse due, al Senato, da M5S alla Lega, togliendo altri voti alla maggioranza rosso-gialla già in bilico, che riguarda anzitutto la senatrice laziale - eletta a Latina - Marinella Pacifico. «Noi la aspettiamo, se arriva davvero eccoci qui»: dicono alla Lega. Da dove si fa trapelare, e la cosa sta eccitando diversi possibili transfughi grillini, che una ricandidatura sicura verrebbe data a chi - già eletto nelle circoscrizioni meridionali - sarebbe disposto a passare da M5S al Carroccio. Lo sfaldamento stellato sembra essere la vera carta nelle mani leghiste, perché ai piani alti del partito si fa strada il dubbio forte che, anche in caso di sconfitta del centrosinistra in Emilia Romagna, la legislatura prosegua. Quindi? Togliere ai rosso-gialli truppe in Senato sarebbe l'unica mossa per buttare giù tutto.

LE GOCCE
Voci dicono che il senatore meridionale Di Marzio, più che un grillino sembra con il suo doppietto un moderatissimo rotariano, era sul punto di fare il salto sul Carroccio ma poi s'è fermato Pur restando dubbioso e pensoso. Veste come un comandante di nave, bottoni dorati su giacca blu, e chissà se sarà tra i prossimi a mollare gli ormeggi. Senatori leghisti parlano anche di una grande speranza: «Ricordate la senatrice Drago, quella che venne al congresso mondiale della famiglia a Verona? Pare che stia facendo un pensierino...». Ma a che in questo caso, chissà. Come dicono alcuni dei tre grillini già passati nel partito di Salvini (Urraro, Grassi e Lucidi): «I passaggi si sanno solo all'ultimo momento, le cose in questi casi si fanno con molta discrezione». Sennò arriva la telefonata di Di Maio per bloccare tutto? No, Di Maio ormai è in modalità «meglio di meno ma più compatti». Il senatore Michele Giarrusso, tra i 5 stelle, c'è chi lo vede tentato dal salto: «Ma vediamo come voterà in Giunta sulla richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini».

Goccia dopo goccia - cinque i deputati in bilico - l'emorragia M5S è destinata a continuare. E il risultato in Emilia e Romagna e in Calabria, se disastroso come si prevede per M5S, aiuterebbe il liberi tutti. La situazione è paradossale nel caso di Gianluigi Paragone: «Voglio rientrare in M5S, e vincerò la causa contro Di Maio». Ed è paradossale anche nel caso di Nicola Morra: il presidente calabrese della commissione Anti-Mafia scarica il candidato governatore della sua regione, Aiello, perché s'è scoperto che aveva un parente, ora morto, mafioso (e «non ci aveva avvertito»).

E la corrente che è partita ieri? La storia è questa. I tre firmatari della lettera anti-Di Maio e anti-Casaleggio al Senato - Di Nicola, Dessì e Crucioli - hanno organizzato una riunione carbonara a Palazzo Valdina, con una decina di altri parlamentari, e con questo obiettivo: organizzarsi in vista degli Stati Generali M5S di marzo e detronizzare in quella sede, con l'aiuto della stragrande maggioranza dei colleghi che non ne possono più di Luigi, il capo politico. Il quale fa spallucce: «Sono abituato a queste cose. Si tratta soltanto di qualche parlamentare in cerca di visibilità». In effetti solo una decina di presenti - Coltorti, Belardini, Auddino, Siragusa, Costanzo e altri - alla riunione di ieri sera. Scriveranno un documento i ribelli e lo useranno come clava contro il leader. Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura, vicino a Fico, si sta ritagliando il ruolo di capo della minoranza che aspira a diventare maggioranza e assicura: «Alla fine saremo in tanti e se ne vedranno delle belle». Per ora, si va a cena.

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