Movimento 5Stelle, da soli o alleati con i dem: il doppio flop. Conte: «Risultato non ci soddisfa»

Polemica con il Pd, ma si lavora a intese per le Amministrative in Friuli e Campania

Movimento 5Stelle, da soli o alleati con i dem: il doppio flop. Conte: «Risultato non ci soddisfa»
di Emilio Pucci
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Martedì 14 Febbraio 2023, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 14:05

Ha disegnato il Movimento 5 Stelle a sua immagine e somiglianza, non è riuscito a fare la stessa cosa con il centrosinistra. Nonostante il nuovo corso, «libero» dai Di Maio e i Crippa che considerava come zavorre, Giuseppe Conte non è riuscito a risollevare il pianeta pentastellato. Anzi, nonostante i buoni sondaggi della vigilia M5S paga pegno più delle altre forze politiche in queste Regionali. In Lombardia, alleato con il Pd, non arriva neanche al 5% (netto il crollo rispetto al 17% delle scorse elezioni); nel Lazio, pur presentandosi da solo, si attesta al 9,2%, sotto le due cifre. L'avvocato pugliese prima si è rinchiuso nel silenzio, poi quando il Nazareno ha lanciato l'affondo contro la mancata Opa da parte di M5s sul Pd, ha deciso di rispondere per le rime: «Qualcuno - si è sfogato - sta già facendo delle dichiarazioni, suonando le campane morte a morte per il Movimento 5 Stelle, vedo che soprattutto da parte del Pd c'è grande concentrazione sulla nostra performance. Non so cosa hanno da festeggiare».

L'ex premier definisce Letta «redivivo»: «Sembra stappare bottiglie di champagne dopo aver consegnato il Lazio al centrodestra...», la stoccata.

Ma la sconfitta in quelle che venivano considerate delle vere e proprio primarie di coalizione pesa e non poco. C'è l'attenuante che alle amministrative il Movimento 5 Stelle non ha mai reso, ma lo stesso giurista di Volturara Appula si definisce «insoddisfatto» per il risultato, anche se aggiunge che sarebbe sbagliato esagerare nel considerare le urne un vero e proprio tracollo. Intanto il presidente M5s è passato ai ripari: arriveranno «i coordinatori territoriali, che ci mancano per avere un dialogo più costante e serrato, che è quello di cui abbiamo bisogno».

Conte ha dato già mandato agli esponenti locali di intavolare trattative in vista delle comunali del 2023. In Campania, per esempio, il lavoro è già avviato da giorni, i dirigenti pentastellati stanno parlando con il Pd. E per le elezioni in Friuli a fine gennaio è stato dato il via libera alla convergenza con i dem. La strategia è quella del doppio registro: accordi dal "basso", ma a livello nazionale continuerà il derby con l'ex alleato nel governo giallo-rosso. Fino a dopo le Europee del 2024 ognuno andrà per il proprio percorso, anche se Conte non chiuderà la porta al nuovo segretario del Pd, che sia Bonaccini o Schlein.

Ma l'ex presidente del Consiglio parte sempre dallo stesso assunto: sia sulle battaglie comuni in Parlamento che sul confronto tra i partiti, varrà il criterio della concretezza, insomma si partirà dai temi e dai programmi. Niente «accozzaglia» o cartelli elettorali, anche i risultati delle Regionali «ci dicono che la somma algebrica non ci avrebbe portato da nessuna parte», ha osservato. Dalla sua parte ha un nutrito gruppo di fedelissimi che ieri hanno esaminato l'esito delle urne nella sede del partito a Campo Marzio. Ma sottotraccia monta il malcontento. Che non è da ascrivere solo a Grillo, insofferente per quello che considera «il partito di Conte» ma sempre più fuori dai giochi. L'accusa che viene mossa all'avvocato pugliese, anche all'interno del Movimento, è quella di una mancanza di prospettiva, una strategia di corto respiro. E di aver voluto troppo «personalizzare» il M5S. Inoltre c'è chi lamenta l'incapacità di muovere attivisti e piazze. La tesi dei critici è che servirebbe un coinvolgimento vero nella gestione del Movimento, anche per evitare personalismi, non basta accentrare l'attenzione su uno solo. «Serve una vera alternativa», il ragionamento.
Conte ieri ha sottolineato il dato dell'astensionismo, un segnale che «la nostra democrazia è malata», ma - osserva un esponente M5s «abbiamo fatto poco o nulla come comunità per convincere gli elettori a votarci». Il risultato nel Lazio «non premia questo nostro impegno ecologista» ma «da qui bisogna ripartire per costruire», ha osservato la candidata nel Lazio, Bianchi. L'11 ,9%? «In ogni caso un buon risultato, siamo partiti in ritardo rispetto agli altri competitor», la tesi, «noi ci sentiamo responsabili, leali e coerenti». Ma nel Movimento 5 stelle cresce l'ala di chi ritiene necessaria una svolta. Per non parlare delle spinte che arriveranno dagli ex pentastellati e da chi, come Di Battista, da settimane ha scelto la via del silenzio.

 

L'OBIETTIVO

Del resto, la considerazione di Conte è di chi ha compreso la differenza con il campo del centrodestra. «Bisogna prendere atto ha sostenuto l'ex presidente del Consiglio - che le forze di maggioranza nonostante una divergenza di vedute, sono molto abili a presentarsi con proposte che appaiono omogenee agli elettori e che vengono premiate». L'obiettivo di Conte di aggregare il mondo alternativo al centrodestra attorno alla sua figura ha subito un brusco stop. E l'avvocato pugliese, intenzionato comunque ad andare avanti per la sua strada, anche con i suoi non ha nascosto di esserne consapevole. «Abbiamo tutti contro».

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