M5S, prima riunione dei ribelli contro Di Maio. Ma non sono più di dieci

Luigi Di Maio
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 21:04
Provano a organizzarsi, i «ribelli» anti Di Maio. Negano di essere una corrente o di volersi contare. Ma l'idea è proprio quella di sfidare il capo M5s agli Stati generali di marzo, convogliando tutto lo scontento per portare «cambiamento» nell'organizzazione del Movimento. Alla prima riunione vengono invitati tutti i deputati e senatori, per avviare un processo «partecipato». Ma la convocazione va quasi deserta, anche perché pure tra i critici c'è chi non si riconosce in questa iniziativa e chi resta a guardare. Alla fine sono poco più di dieci, sui circa 300 deputati e senatori M5s.

I «dimaiani» ostentano tranquillità rispetto ai tentativi di arrivare a un redde rationem all'assemblea «per il rilancio» del Movimento che si terrà tra il 13 e il 15 marzo, probabilmente a Torino. È ancora il capo politico - assicurano - a condurre la partita. E mentre continuano a susseguirsi, nonostante le smentite, le voci di possibili dimissioni di Di Maio dalla guida del Movimento dopo le regionali, i parlamentari più vicini al ministro degli Esteri sottolineano lo scarso seguito dei «ribelli».

«La riunione di queste persone - dice una fonte del Movimento - non è neanche una notizia. Sarebbe bello - aggiunge - che riunioni di questo genere venissero fatte anche per discutere dei provvedimenti e non solo di attacchi gratuiti: c'è un lavoro da fare sul cronoprogramma di governo che va presentato da qui a fine mese». La convocazione parte da Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura della Camera, e da cinque senatori che sostengono il documento presentato la scorsa settimana per chiedere una riorganizzazione interna al Movimento e lo stop al cumulo della carica di capo politico e ministro.

«Non siamo dissidenti», assicura Emanuele Dessì, uno dei promotori, al suo ingresso nel palazzo della Camera che ospita la «Sala delle stelle» (nome evocativo) scelta per la riunione.
L'intento è elaborare un documento per proporre un modello organizzativo diverso da quello di Di Maio e Casaleggio. L'idea è farlo con «metodo partecipato e collegiale, giocando un ruolo pro-attivo e non passivo» perché «abbiamo la responsabilità di pensare insieme a come costruire le basi per il futuro senza attendere che altri decidano per noi». «Saremo in tanti», assicura Gallo: «Non si lascino le voci per il cambiamento inascoltate», afferma. Ma l'invito, che include anche una cena successiva, non sembra decollare. All'ingresso - al palazzo si accede però anche da un tunnel che arriva direttamente dalla Camera - si vedono Dessì e Mattia Crucioli, e poi tra gli altri Mauro Coltorti, Giuseppe Auddino, Elisa Siragusa, Jessica Costanzo.
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