M5S, Di Maio attacca Conte: «Mai così male, serve democrazia interna». E spunta l'ipotesi della "cacciata" del ministro

Il titolare del dicastero degli Esteri contro il presidente del Movimento: «Non si può dare sempre la colpa agli altri, bisogna prendersi le responsabilità»

M5S, Di Maio attacca Conte
di Francesco Malfetano
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Giovedì 16 Giugno 2022, 16:08

Il ceffone più forte Luigi Di Maio lo sgancia alla fine: «Lo dico a voi perché non esiste un posto dove poterlo dire oggi». Così, dopo giorni di mugugni, settimane di non detti e mesi di sottintesi, riesplode la faida interna al Movimento 5 stelle. A guidarla - in prima persona e alla luce del sole stavolta - è il ministro degli Esteri che, raccolto un manipolo di giornalisti all'uscita di Montecitorio, attacca a testa bassa Giuseppe Conte.

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M5S, Di Maio contro Conte

«È vero che il Movimento non ha mai brillato alle elezioni amministrative, ma è anche vero che non siamo mai andati così male», tuona alludendo alle giustificazioni per la débacle elettorale veicolate dal leader 5S e dai suoi luogotenenti subito dopo il voto. «Non si può dare sempre la colpa agli altri, risalendo addirittura all'elezione del presidente della Repubblica, per dire che siamo andati così male» alle elezioni amministrative continua Di Maio. «Bisogna prendersi le responsabilità».

Da qui, per i quattro minuti successivi, il deputato al secondo mandato è un fiume in piena. 

 

Gli elettori

«È normale che l'elettorato sia disorientato» aggiunge, «credo che il nostro elettorato sia molto disorientato anche per un'ambiguità rispetto alle alleanze internazionali storiche. Ambiguità che non condivido». Nulla di quanto fatto sull'Ucraina e sull'invio delle armi dai Cinquestelle è perdonato. «Serve la massima compattezza. Non credo si possa stare nel Governo e poi un giorno sì e uno no, per imitare Salvini, attaccare il Governo» spiega, disinnescando la "strategia della fibrillazione" a cui stanno lavorando - su barricate più o meno opposte - il segretario leghista e il presidente pentastellato. Il passaggio più netto del resto, è dedicato proprio all'Ucraina in vista degli appuntamenti previsti per la fine del mese tra Bruxelles e Nato.

La crisi internazionale

«Stiamo gestendo una guerra in Ucraina provocata dalla Russia che richiede il massimo sforzo diplomatico. Io non credo che sia opportuno assumere decisioni che di fatto disallineano l'Italia dall'alleanza Nato e dell'alleanza europea» attacca il ministro degli Esteri. «Non credo sia opportuno mettere nella risoluzione che impegna il presidente del Consiglio ad andare in Consiglio Ue della frasi o dei contenuti che ci  disallineano di fatto dalle nostre alleanze storiche perchè l'Italia non è un paese neutrale, è un Paese che è dentro alleanze storiche da tanto tempo grazie ai nostri padri fondatori».

La situazione interna

Infine appunto, ecco il ceffone finale: «Credo - aggiunge Di Maio - che M5S debba fare un grande sforzo nella direzione della democrazia interna: nel nuovo corso servirebbe più inclusività, anche a soggetti esterni». E ancora: «lo dico a voi perché non esiste un altro posto dove poterlo dire». All'indomani della prima vittoria al Tribunale di Napoli (il capitolo più importante tra i ricorsi presentati dall'avvocato degli attivisti Lorenzo Borrè è ancora in attesa di sentenza), tornano quindi a volare gli stracci all'interno del Movimento. Come ampiamente preannunciato nei mesi scorsi, la pax dettata dalle comunali - utili a Di Maio per bollinare lo scarso appeal del nuovo corso contiano - è finita. E il clima elettorale in cui Conte ha in mente di trascinare i cinquestelle, peraltro tenendo per il manico la minaccia della formazione delle liste elettorali e soprattutto del vincolo al secondo mandato (che decimerebbe le truppe dimaiane), torna ad essere infuocato.

La risposta del leader

Se per il momento la risposta di Conte non è ancora arrivata, i più vicini al leader si aspettano un contrattacco duro che potrebbe culminare anche con una cacciata. Una mossa questa, che però si cercherà di evitare fino all'ultimo - questo il ragionamento interno - per evitare che proprio Di Maio se ne avvantaggi. Si attende inoltre, la posizione di Beppe Grillo che più volte negli ultimi mesi è dovuto intervenire a far da paciere. Ma che, nonostante gli ottimi rapporti con l'ex delfino, ora ha strappato un vantaggioso contratto da consulente per la comunicazione a Giuseppe Conte (trecentomila euro). Gli attori in campo e le vicende sono in pratica sempre le stesse. Solo che il calendario del Movimento corre più veloce di altri verso la fine della legislatura. E questo, per molti, è un problema. 

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