Buffagni (M5S): «Per noi la priorità è il Recovery fund. Rimpasto? L'azione 5Stelle sia più incisiva»

Buffagni (M5S): «Per noi la priorità è il Recovery fund. Rimpasto? L'azione 5Stelle sia più incisiva»
di Simone Canettieri
4 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Luglio 2020, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 14:25
Stefano Buffagni, viceministro dello Sviluppo economico, è sicuro che il M5S potrà permettersi di dire «no» ai fondi del Mes senza condizionalità?
«Per me la priorità è il Recovery fund: per rilanciare il Paese sulle infrastrutture, sulla formazione e sui temi strategici. Qualsiasi distrazione, per il momento, è politicamente e strategicamente sbagliata. Detto ciò ritengo che sia diventato una bandierina, il Mes. Oggi non ha nemmeno il vantaggio dell'Omt perché con quello che sta facendo la Bce non ne abbiamo bisogno».

Delrio: «Conte dimostri di saper portare l'Italia fuori dalla crisi. Per il Mes ok a FI»
M5S, Perilli: «Se non reggiamo ci sono i senatori a vita. Il Salva Stati? Vedremo, aspettiamo l'aula»

Se ci sarà un voto, il governo rischierà: Forza Italia è favore, come sa anche lei.
«Ma per fare cosa: ci sono già 16 miliardi sulla sanità, non spesi, che vanno spesi in fretta. Quando vado in giro le persone non mi chiedono del Mes, ma del lavoro, dello sviluppo».
Sicuro che il M5S non cederà?
«Oggi non è una priorità».
Sul dl-Semplificazioni domani (ogg-ndr) sarà finalmente il giorno buono?
«Mi auguro che prevalga la concretezza e non la paura».
La solidità del governo in vista di settembre vacilla: davvero pensa che potrà andare avanti così fino al 2023?
«Io faccio parte del governo e lavoro per questo».
Le critiche sul governo sono quotidiane anche da parte della sua maggioranza.
«Io vedo solo Conte come premier, secondo me il premier non è il pezzo che non sta funzionando».
E qual è allora? Spinge per un rimpasto?
«Saranno riflessioni da fare che non mi competono, ma l'azione del governo deve avere più forza: serve un forte cambio di passo».
E cosa manca?
«Deve essere molto più concreta e incisiva e a trazione 5 Stelle».
Ma il Movimento già esprime il premier, ce l'ha con i suoi colleghi grillini?
«La squadra deve fare di più, parlo per il Movimento. Dobbiamo essere moderati nei toni, ma concreti e duri nei fatti».
In caso di fine del governo Conte dunque vede solo le urne?
«Io vedo Conte premier, e altre valutazioni non competono a me, ma al Capo dello Stato».
Ma intanto in Senato la maggioranza balla e si rincorrono le voci su passaggi dal M5S alla Lega.
«Questa maggioranza deve fare il suo dovere, altrimenti i senatori devono dimettersi. Giochini strani sono inopportuni».
Le avances di Forza Italia?
«Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima».
Intanto sabato Salvini ha detto: Bentornata Confindustria. Le critiche degli industriali nei vostri confronti sono martellanti.
«Premesso che le imprese sono il pilastro per ripartire in questo Paese, Confindustria mi sembra bravissima a parole, ma idee zero. Ogni tanto mi domando se i soldi che le società di Stato versano in questa associazione non potrebbero essere investite in qualcosa per generare profitti e non i salotti da chiacchiera».
Il centrodestra dice che ci sarà la spallata a settembre.
«L'opposizione fa l'opposizione. Chiacchierano fanno manifestazioni semideserte e dirette social, ma poi dove governano si alzano gli stipendi, tagliano la sanità e mangiano le ciliegie».
Elezioni regionali, Conte spinge per farvi alleare con il Pd: vivete questo pressing come un'ingerenza?
«Credo che Conte debba confrontarsi con e nel Movimento e non a mezzo stampa. Sono contro le alchimie di laboratorio, la gente non è stupida».
Tuttavia se a settembre il centrodestra vincerà 5-2 questa sconfitta potrebbe turbare la vita del governo.
«Mi interessano i turbamenti degli italiani. Poi siamo una repubblica parlamentare, non ci può essere un election day su tutto. Altrimenti facciamo le elezioni di medio termine come negli Usa».
C'è un pezzo di M5S che guarda a sinistra e un altro che punta a rimanere autonomo: lei come si colloca?
«Per essere indipendenti o per dare un contributo a un campo bisogna avere un'identità, che ora abbiamo un po' perso, ma ne parleremo agli Stati generali. La gente non mi chiede se andiamo con Salvini o con il Pd, ma vuole veder ripartire il Paese».
La gente adesso vi critica, con ferocia, come accaduto a Toninelli che si è difeso così: Ma io mi dimezzo lo stipendio. Non è riduttivo?
«E' riduttivo per tutto quello che di buono ha fatto Danilo, a partire dal Modello Genova. Ma quelli erano ragazzi schierati, detto questo è evidente tensione nel Paese».
Parlerete della deroga del secondo mandato per i parlamentari agli Stati generali?
«Non è un priorità. Dobbiamo ripartire dal chi siamo e dal per cosa ci battiamo. E' un tema che va affrontato, certo. Ma non ora».
Per il futuro addio capo politico?
«Sì, sono per un ufficio politico, con un portavoce, un primus inter pares».
Con Alessandro Di Battista?
«Mi auguro che ci sia anche lui, certo».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA