M5S attacca Atlantia, Di Maio: «È decotta». La Consob si muove

M5S attacca Atlantia, Di Maio: «È decotta». La Consob si muove
di Umberto Mancini
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Venerdì 28 Giugno 2019, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 16:47

Diventa sempre più aspro lo scontro 5Stelle-Atlantia. A sparare il colpo, il più duro dall'inizio della crisi, aperta con il crollo del Ponte di Genova, è stato ieri Luigi Di Maio. «Senza la concessione autostradale - ha tuonato - Atlantia è una azienda decotta e farebbe perdere valore ad Alitalia». Un attacco senza precedenti. Con un colpo sotto la cintola, tant'è che la Consob, visto che il gruppo è quotato in Borsa, ha deciso di accendere un faro. Perché le parole del vice premier, pronunciate a mercati aperti (sebbene sul limitare della chiusura), sul destino praticamente già segnato della convenzione autostradale possono, anzi hanno, ripercussioni sulle quotazioni in Borsa. Del resto la minaccia grillina aveva già provocato un tracollo dell''8% nei giorni scorsi, mandando in fumo 800 milioni di euro. E ieri è stata reiterata.

Una guerra che parte da lontano, dal 14 agosto scorso, giorno del terribile schianto del viadotto sul Polcevera. Basti pensare alle parole del ministro Toninelli che ha accusato a più riprese la società di essere il male assoluto o a quelle che additavano Salvini e i suoi uomini come gli «avvocati difensori dei Benetton».

L'affondo del vice premier pentastellato arriva quindi al culmine di una serie di dichiarazioni tutte contro la holding di Ponzano Veneto e, in definitiva, contro la Lega che si era schierata a favore del gruppo, indicato come l'unica possibile salvezza per Alitalia. Ma vista la virulenza degli attacchi, con la minaccia di stracciare la convenzione autostradale, l'ipotesi di un ingresso nella cordata per risollevare la compagnia di bandiera si allontana in maniera definitiva. Anche perché, al di là dei desiderata di Fs, una trattativa ufficiale non è mai davvero decollata. L'uscita di Di Maio, salvo colpi di scena, mette quindi una pietra tombale sul futuro di Alitalia e a forte rischio il futuro di 11 mila dipendenti, almeno a giudizio del Tesoro che, con la Lega, aveva immaginato in Atlantia il partner industriale solido e affidabile cui affidarsi. Ridà comunque speranze a Lotito e Toto, pronti a farsi avanti, nonostante i forti dubbi dello stesso Tesoro, Fs, Delta Airlines e sindacati. Il tempo comunque stringe. Perché dopo il 15 luglio, svanita Altantia, i commissari potrebbero portare i libri in tribunale.

BOTTA E RISPOSTA Alle bordate ha replicato con durezza Atlantia: «Le dichiarazioni del vice presidente Di Maio turbano l'andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo sulla concessione che il ministro Toninelli ha affermato di essere ancora in corso, e determinano gravi danni reputazionali». Atlantia - sottolinea sempre la nota - si riserva «di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders».
Atlantia ricorda che, sulla base del contratto di concessione in essere, ogni ipotesi di revoca «richiederebbe il previo pagamento del valore della concessione stessa, nei termini contrattualmente previsti e approvati per legge». Si tratta, come noto, di circa 20-25 miliardi di indennizzo che lo Stato dovrebbe accollarsi.

La nota conclude che Atlantia è il leader nel settore delle concessioni autostradali e aeroportuali, con oltre 14.000 km di rete e 30.000 dipendenti nel mondo. Anche Salvini si schiera contro Di Maio. Sorpreso da una radicalizzazione dei toni tanto aspra. In serata arriva la contro replica del grillino. «Se a questi gruppi di potere tocchi il portafogli è la fine. Abbiamo capito che per i Benetton contano più i mercati finanziari che le persone». Stracciare la convenzione, sempre che sia giuridicamente possibile, avrebbe però effetti devastanti sui dipendenti di Atlantia che si troverebbero senza lavoro. La commissione del Mit che sta studiando il caso ha sollevato non pochi dubbi sulla fattibilità, non essendo, tra l'altro, stata provata o accertata nessuna responsabilità.
 

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