Renzi lancia i comitati civici: «Con M5S avremmo perso l'anima, governo di cialtroni»

Renzi lancia i comitati civici: «Con M5S avremmo perso l'anima, governo di cialtroni»
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Domenica 21 Ottobre 2018, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 17:33

«L'accordo con i Cinquestelle sarebbe stato molto, molto vantaggioso, ma abbiamo voluto salvare la nostra anima, ciò che siamo». Lo ha detto Matteo Renzi dal palco della Leopolda a Firenze, tornando ai giorni in cui disse no in un programma tv all'intesa che si andava profilando tra il Pd e il M5S.

«Noi siamo quelli che barcollano ma non mollano. Siamo quelli che restano, ma siamo anche quelli che si rimettono in cammino perché non vogliono lasciare l'Italia ai cialtroni che la vogliono distruggere», ha continuato Renzi, paventando il pericolo che il governo M5S-Lega finisca per «sfasciare i conti» dell'Italia.

Poi l'ex premier lancia i comitati civici. «Noi partiamo continuando ciascuno a fare le proprie battaglie. I comitati civici non sono la creazione di una corrente Pd, ce ne sono fin troppe. Serve qualcosa di più ambizioso», ha detto Renzi alla Leopolda invitando i partecipanti a creare comitati. «Tornando dalla Leopolda mettete su un comitato civico, non sono i comitati di Renzi, ma di chi non si arrende a un futuro dell'ignoranza. Se c'è uno a cui sto antipatico vale doppio». «Dicono: fate i comitati ma non ci sono elezioni, non ci sono primarie... Noi non li facciamo per votare ma per coinvolgere le persone, per la comunità come fattore costitutivo dell'Italia».

«I barbari li avevano già romanizzati, pezzi importanti dell'establishment avevano già detto no al referendum, come pezzi del sistema economico e finanziario e l'Economist», ha detto poi Renzi chiudendo la tre giorni della Leopolda a Firenze. Intervento durante il quale ha ricordato che «con la personalizzazione della leadership abbiamo vinto e perso, ma abbiamo sempre preso il 40%, con la spersonalizzazione il 18%», ha quindi sottolineato l'ex premier riferendosi ai risultati delle Europee del 2014 e del referendum costituzionale del 2016, che però è stata una sconfitta epocale, in confronto alle ultime elezioni. E sulla creazione dei comitati civici spiega: «Non è la creazione di una corrente del Pd. Serve una gigantesca organizzazione in rete, ma anche il contatto umano».

 



«Alla Leopolda siamo il doppio dell'anno scorso, quando eravamo al governo. L'opposizione fa bene alla Leopolda, ma male al Paese purtroppo», ha detto Renzi. «La campagna di odio ricevuta in questi mesi è senza precedenti, sempre di più, pensavo si fermassero dopo le elezioni - ha aggiunto -. L'odio fa male, quintali di fango non ci hanno sporcato l'anima, ma non si risponde con l'odio, che si ritorcerà su di loro: i giacobini finiranno sul patibolo come sempre. Alla mistificazione costante contro di noi rispondiamo con i numeri, con la realtà».

«Noi abbiamo detto di no al governo Pd-M5s non per i popcorn, ma perché pensiamo che la politica sia passione, idealità, valori, non poltrone», ha detto Renzi. «C'era un disegno - ha spiegato - sostenuto da personaggi di grande rilevanza, trasformarci in una sorta di piccoli alleati saggi del M5s e pensare che l'ala più razionale della destra dovesse fare altrettanto con Salvini, per arrivare a un bipolarismo populista»

«Abbiamo fatto politica quando abbiamo detto di no al governo con i 5Stelle. Io ho rappresentato un pezzo di popolo in quel momento. Dicevano: "Dai romanizzate i barbari, dai civilizzate i grillini, politicizzate l'antipoltica". C'era un disegno sostenuto da molte personalità. Il loro disegno era trasformarci in piccoli alleati saggi dei 5 stelle e pensavano che l'ala moderata della destra altrettanto con Salvini, per fare un bipolarismo tra un populismo di sinistra e uno di destar».

E ha continuato: «Un'ondata populista di destra demagogica non nasce dal carattere di uno di Rignano ma da un fenomeno che va affrontato o non vinceremo mai più. Lo capite o no questo cari amici che criticate il mio carattere? Le critiche sono venute anche da compagni di strada che non hanno avuto nulla da dire sul mio carattere fino a quando stavano a fare i ministri...». A quei compagni di strada «dico: vi abbraccio con affetto, amici».

«Dicono che sentirei Salvini tutti i giorni, è una falsità. Sono mesi che non lo vedo in Senato. Ascolta i miei consigli? Non mi pare, dalla direzione che prende... Se Salvini mi ascoltasse, a Di Maio se mi capisse, darei un consiglio: caro Matteo, caro Luigi, fermatevi finché siete in tempo, ritirate la manovra, state sfasciando i conti e non mantenendo le promesse elettorali, seguite i consigli della contromanovra che abbiamo fatto con Padoan».

Tutto esaurito oggi alla Leopolda per la giornata conclusiva dell'incontro organizzato da Renzi. I padiglioni della ex stazione ottocentesca di Firenze affollati come non mai nelle precedenti edizioni della kermesse ideata dall'ex premier ed ex segretario del Pd. Secondo stime ufficiose, sono circa 5-6mila le persone presenti.


Sul palco della Leopolda nella giornata conclusiva sfilano anche i manager pubblici nominati dal «governo dei mille giorni» - come viene chiamato quello dell'ex premier - e usciti di scena con l'attuale esecutivo. Renato Mazzoncini, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italiane, rivendica i successi della sua gestione dal 2015. «Fatemi togliere un sassolino - conclude -. Qualche professore ritiene che Anas e Ferrovie facciano lavori diversi e debbano stare separate, mentre hanno più di 10 mila chilometri che gestiscono in affiancamento. Anas è l'unica azienda pubblica che può diventare competitor dei concessionari, se agganciata a Ferrovie».

Anche Ernesto Maria Ruffini,ex direttore generale di Agenzia delle entrate, ricorda dal palco il lavoro svolto e le novità introdotte nella gestione delle cartelle fiscali.
In precedenza era intervenuto l'imprenditore Francesco Borgomeo, con sampietrino ultramoderno in mano che produce la sua azienda, per ricordare come «grazie al Jobs Act, a Industria 4.0 (provvedimenti del governo Renzi, ndr) ho potuto salvare la Ideal Standard».

 

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