Legittima difesa, Nicola Molteni: «Rilievi giusti, il turbamento si valuta caso per caso»

Nicola Molteni
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Sabato 27 Aprile 2019, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 10:42
È stata una delle prime battaglie e oggi la Lega porta a casa il risultato. Se non fosse che, a offuscare il cielo limpido della vittoria, ci siano gli appunti del presidente Sergio Mattarella. Siete un po' risentiti? «Ma no, sono soltanto dei rilievi ragionevoli e oggettivi alle Camere che rientrano nelle funzioni del capo dello Stato. Ha firmato la legge, ciò significa che l'impianto ha retto e nulla cambia nella nostra riforma della legittima difesa. La norma c'è, tutto il resto è irrilevante». Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno nonché braccio destro del vicepremier Matteo Salvini, è uno dei firmatari della proposta presentata a marzo 2018, che definisce «sacrosanta e doverosa».
Eppure il presidente Mattarella ha ritenuto necessario ribadire il ruolo centrale dello Stato in tema di sicurezza.
«Niente di strano e per quanto mi riguarda rimarca la bontà di questa legge. Non abbiamo mai ipotizzato che il privato si possa sostituire allo Stato, al quale spetta l'incolumità della popolazione e l'uso delle armi. In base al contratto sociale di Rousseau, il cittadino delega allo Stato la sicurezza. Ma se in alcuni caso non la delega, allora può prendersela. Le nuove norme non attenuano il ruolo dello Stato, piuttosto permettono a chi subisce un furto in casa di reagire. Afferma il concetto di inviolabilità della luogo in cui si vive, della famiglia che si difende».
C'è chi paventa il rischio di Far West.
«Ridicolo. Lo dico ai detrattori, non è una legge per giustizieri della notte: è scritta con la testa e non con la pancia, con l'ausilio di magistrati, avvocati ed esperti del diritto. Lo ripeto anche a Di Maio, che teme il proliferare di pistole e fucili: con questa legge il tema delle armi non c'entra nulla, non si parla di commercializzazione delle armi né di venderle al supermercato. Non è giustizia fai da te alla Charles Bronson».
Altra osservazione di Mattarella è sul concetto di grave turbamento di chi spara.
«Non è presunto, ma verrà valutato caso per caso e la legge dice esattamente questo. È già presente e metabolizzato dalla nostra giurisprudenza, come da altri sistemi europei».
Per questo i vostri detrattori sostengono che la nuova legge sia più cosmesi e politica che sostanza?
«Se così fosse, se non modificasse il sistema in maniera incisiva, non vedo perché susciterebbe critiche cosi aspre e dure. In realtà dice che un cittadino può e deve difendersi, perché sta proteggendo il bene più prezioso, che è la vita. La modifica dell'articolo 55 sull'eccesso colposo di legittima difesa è sostanziale, non formale, così come quella del quarto comma dell'articolo 52 sulla reazione a un'intrusione. Ma l'aspetto più innovativo è che il cittadino che si è difeso non è più chiamato a risarcire il rapinatore. Già subisci la violenza di un ladro armato che ti entra in casa, poi sei sottoposto alla gogna di un processo che dura anni. Il principio è che da ora questa norma costituzionale e ragionevole permetterà a persone oneste e per bene, che non sono Rambo, di difendersi senza un'infinita agonia processuale».
Secondo i critici così lanciate il messaggio, sbagliato, che i magistrati non faranno più indagini o processi.
«L'indagine verrà fatta, certo, non siamo stolti e sciocchi da pensare che non venga aperto un fascicolo. È doveroso. Ma per chi si è difeso con queste regole il processo non ci sarà, l'inchiesta sarà aperta e chiusa con un'archiviazione. Chiaro che, se uno spara a trecento metri contro un ladro, non era legittima difesa prima e non lo è oggi. La riforma è stata scritta con grande razionalità e molti magistrati, nel silenzio della loro funzione, la apprezzano. Da alcune associazioni invece arrivano giudizi eccessivi».
L'Anm già avverte: in caso di dubbi, la norma andrà al vaglio della Consulta.
«Per me la legge è perfettamente costituzionale, scritta con il contributo preziosissimo di magistrati, e davanti alla Corte costituzionale reggerà a qualunque tipo di impugnativa. È una riforma di buonsenso, di giustizia e civiltà».
Non temete possa essere svuotata dai giudici?
«Non molleremo, ognuno si assume le sue responsabilità. Con il ministro Giulia Bongiorno e il senatore Andrea Ostellari, tra i numerosi esperti, abbiamo costruito una norma equilibrata e ponderata. Supererà qualsiasi confronto con la Consulta».
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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