Legittima difesa, Salvini: «Ok entro gennaio», ma M5S non ci sta

Legittima difesa, Salvini: «Ok entro gennaio», ma M5S non ci sta
di Mario Ajello
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Venerdì 30 Novembre 2018, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 08:20

«Non vedo grandi problemi sulla legittima difesa. La faremo presto e bene. A gennaio ci sarà la nuova legge». Parola di Matteo Salvini. Il quale parlando con i suoi, a proposito di tutti i dubbi dei 5 stelle sull'eccessiva muscolosità della norma voluta dalla Lega, non fa che ripetere: «Ma non vedono qual è la realtà? Non leggono i giornali, non guardano i tiggì? Non è solo il caso del gommista di Arezzo, di Fredy Pacini, sono anche tanti altri episodi che raccontano come gli italiani non ne possano più di essere impotenti di fronte ai criminali che entrano nelle case e terrorizzano tutti». Ecco, il leader del Carroccio vede la strada in discesa - «E' l'evidenza che ci aiuta» - per il decreto sulla legittima difesa e però il cammino non si annuncia tranquillo. E il braccio di ferro tra i gialli e i vedi è già cominciato.
SLANCI E FRENI
Quanto più i grillini vogliono rallentare l'iter della norma - il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro, la vuole calendarizzare a febbraio - tanto più Salvini vuole cogliere subito il successo e sull'onda del quale arrivare sotto le Europee per piazzare un altro colpo elettoralmente forte. La frenata M5S è stata più che esplicita, nonostante il tono morbido che è tipico del personaggio, l'altra sera a Porta a Porta da parte del sottosegretario Vincenzo Spadafora che ha detto a Vespa: «Dovremo discuterne bene». Ovvero cercare di sfarinare il testo. Ma Salvini è partito in quarta. «Non vedo ragioni per cui si debba modificare un decreto che va incontro alle esigenze dei cittadini: non ne possono più di sentirsi indifesi».
Già alla manifestazione del Carroccio l'8 dicembre a Roma, lo slogan forte sarà: «La difesa è sempre legittima». I dubbi e i freni che i pentastellati cominciano a piazzare sul percorso - ci saranno anche le mine? Cioè la dissidenza di alcuni o di molti dell'area Fico? - sono considerati inammissibili per ora da Salvini. Anche se dalla sua destra, il capo della Lega è oggetto di critica da parte di Giorgia Meloni che considera troppo pieno di concessioni buoniste a M5S il testo che andrà a Montecitorio. «Noi - dice la Meloni - chiediamo che sulla legittima difesa ci sia un'accelerazione e che la maggioranza sia più coraggiosa».
Ma il Carroccio, tra le critiche da destra e quelle da sinistra, non è disposto a farsi distrarre. «Il combinato disposto tra decreto Sicurezza e legittima difesa - assicura Salvini - risulterà come una delle maggiori innovazioni che l'Italia abbia potuto avere negli ultimi decenni. Questo significa stare dalla parte del popolo. E se Renzi e gli altri lo vogliono chiamare populismo facciano pure: non mi offendo. Ma darmi dello sciacallo è una vigliaccata».
Le difficoltà dei 5 stelle, nell'opera d'interdizione, derivano anche - almeno per ora, sotto il clamore fortissimo del caso del gommista aretino - dal fatto che è impossibile rivaleggiare sul terreno popolare con una impostazione come quella leghista. E infatti a buon gioco il ministro Giulia Bongiorno a dire: «In Italia c'è troppo lassismo». Specialmente al Nord, ma non solo, il mood è proprio questo. Non a caso, tra i grillini, quelli settentrionali sono i meno disposti a dare filo da torcere a Salvini su questo, mentre tra i parlamentari meridionali, specie quelli che si riconoscono in Fico, c'è tutta una fibrillazione per lo smontaggio di questa legge. Di Maio ha dato assicurazione che non cederà su tutta la linea a Salvini, anzi. Intanto il leader leghista, in vista della manifestazione dell'8 dicembre e dell'inizio della campagna sulla legittima difesa su cui non vuole modifiche rispetto a quanto fatto in Senato e invece i grillini le vogliono eccome, potrebbe incontrare la prossima settimana e non adesso Fredy Pacini e intanto lo ha chiamato («Gli ho lasciato il mio numero e può telefonarmi») e ha parlato sia con la moglie sia con l'avvocato. «Sarò presto in quel Comune cioè a Monte San Savino - anticipa il leader leghista - per capire come ministro dell'Interno quanti agenti, quante videocamere, posso portare in dotazione. Nel frattempo, mi accontento del fatto che dal 2019 chi si difende nella propria casa o negozio o capannone, dopo l'ennesima rapina, non possa essere processato».
SOCCORSO AZZURRO
«Fare presto» è insomma la linea del Capitano. E non retrocedere da questo principio che a M5S non piace: «La legittima difesa è un diritto sempre, di giorno e di notte. Già mercoledì in commissione Giustizia di Montecitorio si inizierà a discuterne. E Forza Italia, nel caso servisse il soccorso azzurro, su questo è schieratissima con Salvini, il che è un'aggravante agli occhi anti-berlusconiani delle truppe di Di Maio.
Mario Ajello
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