Sindaco Roma, Salvini pressa la Meloni: «Faccia lei un nome»

Sindaco Roma, Salvini pressa la Meloni: «Faccia lei un nome»
di Emilio Pucci
4 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Maggio 2021, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 09:40

L'appuntamento è alle 17.30 ai gruppi della Lega alla Camera. L'occasione il tavolo con i rappresentanti degli enti locali del centrodestra allargato ai leader. Il dubbio è che sia davvero il momento della verità sulle candidature alle amministrative. D'altronde in tanti all'interno della coalizione pensano che sia un incontro interlocutorio ma la presenza di Salvini, Meloni e Tajani dovrebbe imprimere comunque un'accelerazione sui nomi. Il tempo scorre veloce.

Roma, Gualtieri: «Sarò sindaco delle periferie, al ballottaggio chiederò voti a tutti i cittadini»

Lega, domani la resa dei conti a Roma. Fusco: «Sono pronto a farmi da parte»


LA CAPITALE
Ma è Roma, la casella più importante da riempire, a bloccare la partita.

Il leader della Lega andrà in pressing su Meloni: «Scopri le carte, basta giochetti», l'invito. Ma il preferito di Fratelli d'Italia è Enrico Michetti. Non è un volto noto, FdI lo ha preparato', è convinta che «saprebbe amministrare benissimo la città». Se rimarrà solo una candidatura di bandiera lo si capirà alla riunione, il Capitano' del partito di via Bellerio non fa le barricate ma preferirebbe di certo un profilo alto, alcuni consiglieri regionali del centrodestra, anche della Lega, non osteggiano l'avvocato e professore di diritto ma al momento non c'è alcun accordo. Anzi. «Non appoggeremo candidati sconosciuti», mette in chiaro l'azzurro Gasparri che annuncia: «Forza Italia inizierà la sua campagna elettorale il 29 e 30 maggio con gazebo in tutti i municipi della Capitale». «Abbiamo una decina di nomi», afferma Salvini. La Lega risponde' con - tra gli altri - l'europarlamentare Rinaldi e l'ex Comandante generale dei carabinieri, Giovanni Nistri. «Ha il profilo giusto», dice il senatore di FI, Giro. «È il generale più a sinistra della storia d'Italia, ha lavorato con Rutelli, Franceschini, Trenta...», dice un esponente FdI.


PIANO B
Siamo ancora al gioco dei veti incrociati. Al momento resta lo schema del civico, ma in mancanza di un'intesa si potrebbe anche passare al politico. Un piano B' che, però, potrebbe essere ancora più divisivo. Azzerare tutto è rischioso ma è pur vero che con il passare del tempo il puzzle' diventa più complicato. E ad incidere non è tanto la contesa sulla leadership - l'accordo è che se il centrodestra dovesse vincere le Politiche a palazzo Chigi andrà chi prende un voto in più - ma il Copasir. Pesano il passo indietro del presidente Volpi e la richiesta leghista di dimissioni in massa per applicare integralmente la legge 124. Salvini ha messo nel mirino Urso, lo ritiene filo-iraniano ma il governo, investito ufficiosamente del tema, ha fatto pervenire garanzie sul fatto che non c'è alcuna incompatibilità o avversione di Usa e Israele sul senatore di Fdi. Insomma l'ex vice presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica potrebbe rientrare ed essere votato alla guida del Copasir se fosse gradito dalle altre forze politiche. A meno che non si opti per il capogruppo Ciriani o per La Russa, figure più gradite da Pd e Lega. «Per noi la questione della presidenza è già chiara, sulla composizione dell'organismo ci rimettiamo alle scelte dei presidenti delle Camere», dice La Russa. Non solo. A complicare ancora la partita c'è che bilanciare il quadro delle candidature in tutte le realtà dove si andrà al voto ad ottobre. È ancora un rebus chi sarà chiamato a sfidare Sala a Milano ad esempio: se pesa la decisione di Bertolaso di sfilarsi per il Campidoglio ancor più dolorosa è la scelta di Albertini che nei sondaggi riscuoteva il maggior consenso da parte degli elettori del centrodestra. Resta in lizza il centrista Lupi, più deboli' le piste che portano a Ruggiero, Rasia e Dallocchio. Salvini, Meloni e Tajani ripetono che i problemi sono nel campo del centrosinistra, che l'alleanza saprà trovare una sintesi. Oggi si stringerà il cerchio ma è possibile che anche se dovesse essere escluso definitivamente lo strumento delle primarie si passi comunque alla fase dei sondaggi'. Per procrastinare ancora la scelta dei candidati a Roma e Milano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA