Latte, pastori in piazza a Roma. Proteste in Sardegna: «Lotta va avanti». Salvini: soluzione entro 48 ore

La protesta dei pastori in Sardegna
4 Minuti di Lettura
Martedì 12 Febbraio 2019, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 09:37
«Lavoro per una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi». Lo dice il vicepremier Matteo Salvini dopo l'incontro con una delegazione dei pastori sardi. Il ministro ha convocato un nuovo tavolo al Viminale per giovedì alle 15 al quale parteciperanno governo, associazioni di categoria e produttori.

Nessuno stop, nessuna tregua: i pastori continuano con blitz e presidi. La proposta del ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio di sospendere la protesta contro il prezo troppo basso del latte sino al 21 febbraio, data del tavolo di filiera convocato a Roma, non sarà presa in considerazione. «In realtà nell'incontro con noi- spiega all'agenzia Ansa Felice Floris, leader del Movimento dei pastori sardi - questa proposta non ci è stata nemmeno riferita. Noi vogliamo fatti. E, anzi, vorremmo che la situazione fosse risolta ben prima del 21 perché ogni giorno è prezioso. Abbiamo ascoltato, speriamo che si trovi una soluzione. Ma i pastori voglio risposte concrete». Domani dovrebbe essere in programma invece la riunione promossa dalla Regione per decidere il prezzo minimo del latte dopo il rinvio della scorsa settimana. «Ma ancora - dice Floris - noi non sappiamo nulla».

«Siamo qui perché vogliamo delle risposte». A dirlo alcuni pastori sardi scesi in piazza oggi a Montecitorio, alla manifestazione Coldiretti, per protestare contro il prezzo fissato per il latte di pecora. «Il prezzo giusto deve essere almeno un euro al litro» aggiungono. «In Sardegna - ha detto Battista Cualbu, pastore e presidente di Coldiretti Sardegna - stiamo vivendo una situazione drammatica. Non avremmo mai voluto fare atti estremi. La protesta nasce dal cuore e a volte bisogna arrivare ad gesti forti per sensibilizzare tutti. In molti il latte lo stanno danno in
beneficenza. Per stare con i pastori bisogna farlo con i fatti comprando i nostri prodotti e non facendo attrarsi dai bassi prezzi e da prodotti che magari vengono da fuori».

Cualbu ha poi ricordato: «Ieri abbiamo incontrato il ministro in Sardegna che ha proposto un tavolo per il 21. Ben vengano i tavoli, ma servono risposte concrete. Facciamo un appello a tutta la politica. Non possono venire a fare vetrina politica in Sardegna. Servono risposte. Vogliamo atti concreti dalla politica. Sono a rischio le nostre aziende e dei nostri figli».

Interventi di sostegno ai pastori per le perdite economiche, legate alla mancata produzione e ai bassi prezzi, e la sospensione delle attività del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, finalizzata all'approvazione di un nuovo piano di produzione. Sono gli impegni presi dal vicepremieE con la delegazione dei pastori sardi della Coldiretti guidati dal presidente Ettore Prandini nell'incontro al Viminale al quale ha partecipato anche il sottosegretario all'Agricoltura Franco Manzato. Il pacchetto di iniziative, sottolinea il Viminale, servirà «anche a rasserenare il clima sull'isola». All'incontro al ministero era presente anche una delegazione di olivicoltori pugliesi nei confronti dei quali Salvini e Manzato si sono impegnati a trovare soluzioni per i danni provocati dalle gelate e dalla xylella. 

Intanto la mobilitazione dei pastori sardi è ormai a macchia di leopardo in tutta l'Isola. Tra movimenti spontanei e organizzati oggi la guerra del latte ovino si sposta nuovamente sulle strade, in particolare nelle principali intersezioni delle arterie che collegano in nord al su dell'Isola. Dopo la protesta sulla Statale 125, ora è la volta della
Statale 131 dcn (direzione centrale Nuoro), all'altezza del bivio di Trudda-Loiri, in Gallura. Ad annunciare su Fb la nuova mobilitazione, con la sua presenza sul posto, il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Meloni. Altri presidi si registrano a nel Campidano, a Guamaggiore e sulla provinciale 35, all'altezza del bivio per Mogorella, dove si è assistito ad un temporaneo blocco della viabilità.

«Sessanta centesimi al litro per il latte di pecora sardo sono un insulto, non è un prezzo minimo». Nessuna tregua, quindi, la protesta continua. «Non ci fermiamo, abbiamo bisogno di fatti e risposte concrete non di parole». Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini oggi alla manifestazione dei pastori e degli agricoltori della
Coldiretti davanti a Montecitorio. Quindi la proposta del ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio di sospendere la protesta sino al 21 febbraio, quando verrà convocato un tavolo di filiera a Roma, non sarà presa in considerazione. «Non c'è una giusta remunerazione del prezzo latte pagato alla stalla. Noi chiediamo - ha continuato Prandini - un prezzo di riconoscimento non inferiore a 1 euro». «Andremo avanti con la mobilitazione finchè non otterremo un giusto prezzo e contestualmente anche il commissariamento del Consorzio del Pecorino romano».

La protesta continua anche «per la questione dell'olio», ha precisato dal palco Prandini. «L'olio è un patrimonio
dell'agroalimentare italiano, la cui produzione quest'anno a causa delle gelate ha toccato il punto minimo. Abbiamo perso quasi il 65% per cento dell'intera produzione nazionale con punte nella regione Puglia del 75%. Di fronte a tutto questo chiediamo atti concreti alle istituzioni. È inutile continuare a convocare tavoli bisogna fare fatti».

«Seguo con molta attenzione la tematica della filiera ovicaprina, strategica per il Lazio. Ho appreso della volontà del ministro Centinaio di incontrare i pastori sardi e ritengo fondamentale che il ministro istituzionalizzi un tavolo nazionale sulla intera filiera ovicaprina, aperto anche alle altre Regioni interessate». Lo dice Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Pd. «Penso al Lazio, alla Toscana e alla Sicilia. Per quanto ci riguarda, convocheremo domani in Regione le associazioni di categoria e le imprese di trasformazione per ragionare su una strategia unitaria e di sistema, da proporre al Governo, per risollevare le sorti di un settore vitale per il tessuto produttivo del nostro Paese», conclude il presidente della Regione Lazio.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA