Lara Comi arrestata per tangenti. L'ex eurodeputata FI intercettata: «Dirò che non ho preso 17 mila euro»

Lara Comi arrestata per tangenti. L'intercettazione dell'ex eurodeputata FI: «Dirò che non ho preso 17 mila euro»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Novembre 2019, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 09:00

L'ex eurodeputata di FI Lara Comi è stata arrestata dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano. È un «quadro di grave allarme sociale» quello «ben fotografato» dal nuovo capitolo dell'indagine della Procura di Milano su un sistema di corruzione e spartizione degli appalti in Lombardia che ha portato agli arresti domiciliari la Comi, l'amministratore delegato della catena dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni e in carcere il direttore generale di Afol da poco licenziato, Giuseppe Zingale. Un quadro in cui «modalità mercantili», «spregiudicatezza e disinvoltura» hanno consentito ai «manovratori» remunerazioni «a spese dei contribuenti». A notificare l'ordinanza il provvedimento firmato dal gip Raffaella Mascarino, su richiesta dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, sono stati stamani all'alba i militari della Guardia di Finanza milanese coi colleghi di Busto Arsizio.

Tangenti, le intercettazioni del deputato Fi Sozzani: «In ginocchio per tre lire»

Tangenti, spunta il caso Lara Comi. Indagini su consulenza. Lei: estranea

 


Un'operazione, che è lo sviluppo dell'inchiesta che lo scorso maggio aveva portato 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell'ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello e dell'allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota Fi Pietro Tatarella. Sono state proprio le dichiarazioni che hanno riempito pagine e pagine di verbali di Caianiello, dell'ex coordinatore forzista di Gallarate Alberto Bilardo e di altri indagati a portare ai nuovi arresti con le accuse a vario titolo di corruzione, finanziamento illecito ai partiti, truffa aggravata ai danni del Parlamento Europeo e false fatturazioni. Lara Comi risponde di quattro episodi: un contratto di consulenza per 21 mila euro, formalmente affidato da Afol all'avvocatessa savonese Maria Teresa Bergamaschi, pure lei indagata, «in cambio della (...) retrocessione», con la regia di Caianiello, di 10 mila euro come «regalo di Natale» all'ex dg, avvenuta anche attraverso la società dell'esponente politico.

Lara Comi, da assistente di Mariastella Gelmini a vicepresidente del Ppe al Parlamento europeo

Una vicenda che, si legge nell'atto, fa emergere come Afol sia «in realtà lo strumento utilizzato da Zingale come terreno di scambi politici, economici ed elettorali» e che «appare indicativo» di come l'ex dirigente abbia agito «in spregio ai suoi doveri di ufficio» per realizzare i suoi «interessi privati». Lara Comi, alla ricerca «spasmodica» di soldi, risponde pure di finanziamento illecito da 31 mila euro. Somma versata dall'industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, in vista delle ultime elezioni europee per una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabile dal web. Poi l'episodio in cui è stato coinvolto il suo addetto stampa Andrea Aliverti, che ha raccontato ai pm di aver ricevuto un aumento del suo compenso da mille a tremila euro al mese con l'obbligo di restituirne duemila a FI per pagare le spese della sede di Varese che Comi non pagava.
 
 

Infine, il contratto a Caianiello come collaboratore all'Europarlamento per 40 ore alla settimana, per «2.450 lordi mensili», incarico che lui stesso ha ammesso di non aver mai svolto. Tutto ciò, secondo il giudice, dimostrerebbe come Comi sia stata abile «nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre» dal ruolo pubblico «di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità». Infine il capitolo che ha messo nei guai Orrigoni: l'anticipo di 50 mila euro di una presunta tangente camuffata come consulenza a uno studio di ingegneria in cambio di una variante di destinazione d'uso di un terreno a Gallarate sul quale aprire un nuovo supermercato Tigros.

Tangenti, le intercettazioni del deputato Fi Sozzani: «In ginocchio per tre lire»

E poi, è annotato nell'ordinanza, altri episodi da accertare, che riguardano «ulteriori insediamenti» di punti vendita Tigros «nei comuni di Milano e di Solbiate Olona», con tanto di «diponibilità», per quanto riguarda il capoluogo lombardo, di Marco Bestetti presidente - non indagato - del Municipio 7 e ora coordinatore nazionale di FI Giovani. E mentre per lunedì sono attesi gli interrogatori di garanzia, l'avvocato Gian Piero Biancolella, difensore di Comi, ha affermato:«chiariremo tutte le circostanze contestate ed evidenzieremo che non esistono esigenze cautelati di sorta in quanto la mia assistita si è dimessa da tutte le cariche pubbliche».












 

© RIPRODUZIONE RISERVATA