Ministro Boccia: i saldi
della manovra
non cambieranno

Francesco Boccia
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Mercoledì 23 Ottobre 2019, 16:44
ROMA  I saldi della manovra «non cambieranno» e se qualche partito di maggioranza volesse rivedere l'impianto «se la faranno da soli perchè il Pd e credo anche il premier Conte non ci stanno». Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, in un forum all'ANSA, garantisce che «la prossima settimana» la legge di bilancio arriverà in parlamento e avverte i «fenomeni» nel governo che non potrà essere stravolta dal fuoco amico degli emendamenti. L'esponente dem è molto critico con chi nella maggioranza ha cercato e cerca di «distinguersi» sui dettagli della legge di bilancio invece di valorizzare il fatto che «dopo i disastri estivi, con paese sulle montagne russe dello spread, abbiamo evitato l'aumento dell'Iva e messo in sicurezza il paese». E nel mirino finisce, neanche troppo velatamente, l'ex compagno di partito Matteo Renzi: «Nel momento in cui decidi - afferma il ministro Pd - di cancellare quota 100 non in consiglio dei ministri, dove hai dato l'approvazione, ma lo fai fuori dal cdm, allora sei scorretto». L'altolà vale per chi storce il naso sulla guerra al contante o «strilla» sulla plastic tax: «O si sostiene insieme questa svolta e arriviamo al 2023, se invece vogliamo continuare con la propaganda del Papeete non ci sarà il Pd e non credo neanche Conte», taglia corto Boccia che vede solo il ritorno alle urne in caso di crisi di governo. Stop alla propaganda tra alleati e anche tra ex compagni di partito. «Pd partito delle tasse? Se Maria Elena Boschi è in Parlamento, da Bolzano, lo deve al Pd e, almeno fino alla fine della legislatura, lo rispetti», attacca il deputato Pd. Il ministro torna poi sulle materie di sua stretta competenza: le autonomie regionali. Se l'interlocuzione con alcune regioni come il Veneto e l'Emilia va bene, il governatore lombardo Attilio Fontana scalpita ed è critico sulle obiezioni del ministero. «Oggi trasmetto - annuncia Boccia - alle commissioni parlamentari gli atti relativi all'autonomia così spero che da domani Fontana non dica più che eravamo a buon punto perché in realtà si era su un binario morto». L'obiettivo resta la legge quadro entro l'anno, probabilmente in un collegato alla manovra. Ma c'è un'emergenza che preoccupa l'esponente dem: l'ex Ilva e il futuro di Taranto con il nodo dello stop allo scudo penale che oggi sarà votato al Senato. «Non sono stato io ma Di Maio ad aver fatto una mediazione sulla vicenda delle bonifiche e dell'immunità», ricorda Boccia che chiede «alle forze politiche: Arcelor Mittal sta riducendo la produzione di Taranto a 4 milioni di tonnellate per la questione dell'immunità o aveva già deciso di rivedere il piano industriale? Secondo me aveva già deciso di farlo». Ma se in Puglia si voterà nel 2020, per l'Umbria si vota tra dieci giorni e la piccola regione sembra diventata l'Ohio d'Italia con leader e ministri in campagna elettorale a tappeto. Boccia è convinto che grazie all'intesa con M5s su Bianconi si sia «riaperta la partita» che prima sembrava segnata. In ogni caso «indipendentemente» dall'esito delle regionali il ministro auspica che con M5S «si vada avanti perchè abbiamo le stesse pulsioni sociali».
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