Coronavirus Italia, l'eredità della task force Colao per le fasi 2-3. Il 7 giugno scade il mandato

Coronavirus Italia, l'eredità della task force Colao per le fasi 2-3. Il 7 giugno scade il mandato
di Rosario Dimito
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Lunedì 18 Maggio 2020, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 13:23

Martedì 19 alle 17,30 la task force di Vittorio Colao torna a riunirsi in videoconferenza anche con i membri d'Oltreoceano per avviare la parte conclusiva del suo mandato che scadrà alla fine della prima settimana di giugno: la riforma del sistema Italia da lasciare in eredità relativamente alle Fasi 3 e 4 per il rilancio del Paese post pandemia. Non è chiaro se il mandato al gruppo di tecnici verrà prorogato dal governo o se comunque Colao consideri conclusa la missione - che assieme a quella dei suoi uomini e donne è gratuita - per dedicarsi ad altro.

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Il manager italiano ha parlato sabato 16, prima della lunga maratona con le Regioni, con Giuseppe Conte cui ha consegnato una decina di schede riepilogative su organizzazione del lavoro, infrastrutture, scuola, politica industriale, transizione dal manifatturiero al digitale - di cui è considerato tra i massimi esperti - frutto di 140 audizioni avute attraverso i sei gruppi di lavoro nei quali si è articolato. Un documento diverso da quello del 21 aprile nel quale ha disegnato le modalità per riavviare la macchina produttiva e tornare gradualmente verso la vita di prima per motivi di socialità ma anche di ripresa del Pil.

LA CONVIVENZA
Insediato dal premier Conte l'11 aprile con una squadra di 17 membri esperti in materia economica e sociale, saliti una settimana fa a 22 con l'innesto di cinque figure femminili, ha lavorato sodo per la Fase 2 del primo allentamento dall'11 marzo. Ma quasi subito la squadra di esperti ha dovuto farsi spazio in mezzo agli altri gruppi di lavoro costituiti al fianco del governo per gestire la fase più drammatica dal punto di vista sociale, economico ed esistenziale perché per circa due mesi la vita si è come sospesa.
 



Data la delicatezza della situazione, dovendo fronteggiare un'emergenza innanzitutto sanitaria - per molti giorni i contagi crescevano al ritmo di 5 mila e più volte il numero dei morti ha oscillato attorno a 1.000 - il Comitato tecnico scientifico insediato in seno alla Protezione civile e formato da virologi, docenti e primari ospedalieri ha preso naturalmente il sopravvento offrendo suggerimenti, consigli e raccomandazioni con l'ausilio tecnico degli esperti dell'Inail e dell'Istituto superiore della Sanità a cui deve aggiungersi il Commissario straordinario per il Covid, Domenico Arcuri, che si è occupato in particolare del problema mascherine.

Si può perciò affermare senza tema di smentita che in quelle settimane il ruolo del team di Colao è stato in un certo diluito da altri organismi più funzionali alle logiche della politica. Ciò nonostante, il 21 aprile è arrivato il Documento Colao, quattro pagine in cui gli esperti hanno disegnato il percorso per le riaperture da lunedì 4, a cominciare dalle attività manifatturiere, le costruzioni e i servizi per un totale di circa 3,5 milioni di lavoratori, comprendendo anche l'attività da remoto.

Nel documento figurava il capitolo sugli over 60 che avrebbero dovuto prolungare le misure di contenimento ma che il premier ha riammesso in gioco. La proposta era di riaprire «per gradi successivi» per accompagnare il Paese «a convivere con il virus», ma restando pronti di chiudere «aree più o meno vaste del Paese» al verificarsi di tre condizioni: risalite della curva epidemiologica, insufficienza degli ospedali Covid e delle terapie intensive, carenza di dispositivi Dpi (mascherine). Nel documento si faceva esplicito riferimento all'app per tracciare i positivi arginando il rischio di una seconda ondata,

I NUOVI MODELLI
Conclusa la prima parte del mandato, il team si è tuffato in una molteplicità di call con le parti sociali, economiche e produttive che ha sondato per conoscere le loro visioni su come poter impostare il rilancio a medio e lungo termine.
Il premier Conte ha anche chiesto che fosse programmato un piano per il rinnovamento del Paese, impostandolo sulle nuove tecnologie. Parlando con la sua squadra, anche durante la call di ieri Colao ha sottolineato che da domani si riparte per «ammodernare i modelli commerciali delle nostre imprese, aprire gli spazi del mondo del lavoro alle donne, ridurre le fasce di sommerso, creando nuove condizioni e modelli organizzativi del lavoro, tenendo presente la sostenibilità». Una missione di sistema che tuttavia presuppone una stabilità di governo. In caso contrario, il lavoro del team potrà costituire la base per un nuovo progetto di governo.

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