Jole Santelli morta, il ritratto di una combattente: pane, politica e quei salotti con vista Arcore

Jole Santelli morta, il ritratto di una combattente: pane, politica e quei salotti con vista Arcore
di Mario Ajello
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Giovedì 15 Ottobre 2020, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 11:44

Era una persona simpatica, empatica, Jole Santelli. Aveva la nipote che frequentava l’asilo di Via Flaminia, la Rossello, e quando la accompagnava e quando la riprendeva da scuola era se ore un caffè. Parlando di politica ma sempre con uno sguardo bonario su tutto e su tutto. Così era, prima di tornare in Calabria a governare sua regione, l’esponente storica di Forza Italia appena scomparsa, ad appena 51 anni.

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Dicevano di lei che era una previtiana - da Cesare Previti, ala dura del berlusconismo, l’avvocato degli affari più hard del Cavaliere - ed una previtiana è stata ma in versione gentile, con un approccio politico più rotondo.

Anche quando, da esperta e sottosegretaria alla Giustizia nel governo secondo e terzo di Silvio (poi nell’esecutivo Letta sottosegretaria al Lavoro), da esponente politica legata a lungo a Marcello Pera e alla concezione di lotta dura senza paura ad ogni avversario politico-giudiziario del Cavaliere, la battaglia in difesa del leader la vedeva in prima fila sulla barricata. Dalla quale poi scendeva. E ridiventava rotonda Jole, la previtiana all'assalto dei pm che poi avrebbe vinto le elezioni in Calabria - già da malata - e me sarebbe diventata la governatrice. Durante la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura, la Santelli si era definita "candidata per fato". In realtà il destino c'entra poco con le fortune dell' ex sottosegretario alla Giustizia. Piuttosto sono state le relazioni, politiche e non, che ha coltivato sin da ragazza, ad avergli aperto qualsiasi porta. Parlamentare dal 2001 (cinque legislature), la Santelli è stata deputata per quasi la metà dei suoi 51 anni.

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Dagli anni Novanta, la Santelli ha vissuto di "pane e politica" nei salotti e in quelli con vista Arcore, dalle parti di Casatenovo e precisamente a Villa Maria, dove vive la sua cara amica Francesca Pascale, la ex fidanzata di Berlusconi. Che tra le prime nelle scorse ore ha appreso della morte di Jole e i comuni amici descrivono Francesca “sconvolta”, come tutti. Berlusconi diceva di lei: «Se avessimo nel partito e nel nostro governo dieci Jole Santelli potremmo governare tranquillamente sono all’anno 3000». Oppure: «A Jole voglio bene, perché non ti tradisce mai». Una vera e propria pasionaria azzurra la Santelli.

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Era nata a Cosenza il 28 dicembre 1968, laureata in giurisprudenza con specializzazione in diritto e procedura penale all'Università La Sapienza, esordio in politica con Forza Italia nel 1994. È stata anche vicepresidente della Commissione antimafia. Insomma una presenza fissa nel Palazzo in questi decenni. E tutti conoscevano negli ultimi anni la sua battaglia contro il cancro. Rese noto di essere in cura al reparto di Oncologia dell'ospedale di Paola, e non nascondeva la sua malattia. Che non le ha impedito di ingaggiare la la battaglia per la presidenza sella Calabria. E di vincerla in tempo in cui Forza Italia non vince più. Ma con lei ce l’ha fatta in Calabria. E prima, quando era a Roma, negli anni ruggenti del berlusconismo, appena il Cavaliere veniva colpito dai giudici, non mancava mai la voce di Jole: “Processo mediatico e politico"; “Sentenza che provoca sconcerto"; e via così. In realtà, chi la conosceva bene sapeva benissimo che il suo approccio ai problemi italiani, giustizia compresa, era sdrammatizzante. Non è mai stata sfiorata da guai giudiziari, pur avendo fatto politica senza risparmiarsi e nei territori e nelle fasi più dure della politica italiana. Berlusconi la piange così: «Nessuna parola è adeguata ad esprimere il mio dolore e quello di tutti noi di Forza Italia. Jole lascia davvero un vuoto incolmabile nelle nostre anime. Era un’amica sincera, intelligente, leale, era una donna appassionata, una combattente tenace. Mi è stata vicina anche nei momenti più difficili. Non aveva paura di nulla, neppure della malattia e della sofferenza. Come pochi altri aveva saputo mettere nell’impegno politico generosità, intelligenza, cultura, aveva affrontato senza esitare sfide difficili in Parlamento, al Governo, in Forza Italia, fino all’ultima bella battaglia che l’aveva portata alla Presidenza della sua Regione. Jole rappresentava la speranza del riscatto di una terra che amava appassionatamente, l’idea di un Mezzogiorno che ha in sé stesso la dignità e la forza di essere protagonista del futuro, di guardare all’Europa e al mondo». E andata così purtroppo per la Santelli, e anche chi l’ha combattuta politicamente ha perso un’avversaria con cui spesso, sotto sotto, empatizzava.

 

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