Governo, Draghi domani alle 10 in Senato, voto di fiducia dalle 22. Nasce l'intergruppo parlamentare M5S-Pd-Leu

Governo, nasce l'intergruppo parlamentare M5S-Pd-Leu. Conte: «Iniziativa opportuna»
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Martedì 16 Febbraio 2021, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 20:54

Pd, M5S e LeU suggellano l'alleanza sperimentata con il Conte 2 con un nuovo intergruppo parlamentare. «Alla vigilia del voto di fiducia al nuovo governo Draghi, abbiamo deciso, sollecitati da senatrici e senatori dei tre gruppi parlamentari, di intraprendere un'iniziativa comune: la costituzione di un intergruppo parlamentare che, a partire dall'esperienza positiva del Governo Conte II, promuova iniziative comuni sulle grandi sfide del Paese, dalla emergenza sanitaria, economica e sociale fino alla transizione ecologica ed alla innovazione digitale. Con questo spirito, da domani, saremo insieme per rilanciare e ricostruire il nostro Paese», affermano in una nota congiunta i capigruppo al Senato di M5s, Ettore Licheri, del Pd, Andrea Marcucci, e di Leu, Loredana De Petris. 

Governo, Draghi parla domani al Senato: discorso sul programma per il voto di fiducia

Giuseppe Conte: operazione giusta

«L'iniziativa annunciata dai Capigruppo in Senato di M5S-Pd-Leu di costituire un intergruppo parlamentare per promuovere iniziative che rilancino l'esperienza positiva di governo che si è appena conclusa è giusta e opportuna», dichiara l'ex premier Giuseppe Conte. «In questa fase è ancora più urgente l'esigenza di costruire spazi e percorsi di riflessione che valorizzino il lavoro comune già svolto e contribuiscano ad indirizzare la svolta ecologica e digitale e le riforme di efficientamento della Pa e della giustizia nel segno di una maggiore equità e inclusione sociale», sottolinea.

Zingaretti: scelta molto importante

«Noi dobbiamo porci il problema serio che non si possono solo declamare contenuti e valori, il problema nella vita concreta è quello di realizzarli: per questo» si fanno «le alleanze, anche parlamentari», dice il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, a Cartabianca. «È una cosa molto importante la scelta che hanno fatto oggi i senatori, dentro questa maggioranza così ampia, di offrire al presidente Draghi un'area omogenea per aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi su un asse politico dell'europeismo che altrimenti sarebbe stato più debole», aggiunge.

«La nascita dell'intergruppo parlamentare Leu Pd M5s è un'ottima notizia e indica la strada giusta per coltivare un'idea di Paese che metta al centro la difesa dei beni pubblici fondamentali», commenta il ministro della Salute Roberto Speranza.

Le critiche di Italia Viva

«La scelta di andare verso una coalizione strutturale tra Pd, M5s e Leu, codificata anche nell'intergruppo parlamentare appena annunciato, apre una prateria per chi vuole costruire la casa dei riformisti.

Italia Viva c'è e ci sarà. Per il riformismo, contro il populismo», scrive su Twitter il presidente di Iv Ettore Rosato.

La fiducia a Draghi

Domani Draghi si presenterà in Parlamento per ottenere la fiducia. Si parte dal Senato perché la prassi vuole l'alternanza e il Conte 2 chiese la fiducia prima a Montecitorio. Il premier terrà le sue dichiarazioni programmatiche a Palazzo Madama a partire dalle 10. Al termine si recherà alla Camera a consegnarne il testo. Al Senato il dibattito riprenderà alle 12.30. Considerato che si terranno un paio di sanificazioni dell'Aula, alle dichiarazioni di voto sulla fiducia si giungerà tra le 20 e le 20.30. La chiama avrà inizio intorno alle 22. La fiducia a Montecitorio è prevista per mercoledì.

Il governo Draghi potrebbe risultare l'esecutivo della Repubblica con la più ampia base parlamentare, tanto da poter superare al momento della fiducia il governo Monti che ottenne 556 sì alla Camera e 281 al Senato. Tale possibilità potrebbe verificarsi anche in caso di un certo numero di dissidenti di M5S. A Montecitorio dei 629 deputati (Carlo Padoan deve essere ancora sostituito) voteranno sicuramente contro Draghi i 33 di Fdi, Nicola Fratoianni di Si, e Sara Cunial,ex M5s. Inoltre circa 10 deputati di M5s sono orientati al «No» alla fiducia. Questa potrebbe potenzialmente raggiungere quindi i 584 sì.

A Palazzo Madama il plenum, compresi i senatori a vita, è di 321 seggi: ad essi vanno sottratti i 17 no di Fdi, e quelli di Fattori e Nunes (ex M5s ora in Leu). Non potrà esserci Pierferdinando Casini, in convalescenza per il Covid. Negli ultimi voti di fiducia i senatori a vita Napolitano, Piano e Rubbia non hanno partecipato, mentre Monti, Cattaneo e Segre si sono presentati in Aula anche per l'ultima fiducia a Conte. Il pallottoliere si ferma quindi (a seconda di ciò che faranno i senatori a vita) a 295-298 sì, che però potrebbe scendere sotto «quota Monti», cioè 281, se i vertici di M5s non convinceranno almeno una congrua parte dei circa 40 senatori «a disagio».

Un altro governo con grandi numeri parlamentari è stato quello succeduto proprio a Monti e presieduta da Enrico Letta, definito di larghe intese, dato che a votare la fiducia furono Pd, Pdl, Scelta Civica e altri partiti minori, mentre contrari erano M5s, Lega e Sel. Al momento della fiducia Letta ottenne alla Camera, il 29 aprile 2013, 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti, mentre al Senato, il 30 aprile, i sì furono 233 voti, i no 59 e gli astenuti 18.

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