Le toghe in crisi di reputazione: troppi scandali

Le toghe in crisi di reputazione: troppi scandali
di Valentina Errante
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Sabato 26 Gennaio 2019, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 09:10
Il richiamo a non arretrare nella difesa dei diritti umani, l'allarme per la pioggia di ricorsi in Cassazione in materia di protezione internazionale da parte dei migranti (sono aumentati del 550 per cento) la preoccupazione per i procedimenti giudiziari, ma anche disciplinari (ancora troppo numerosi) che coinvolgono le toghe. Sono questi i temi forti che emergono dalle relazioni del primo presidente Giovanni Mammone e del procuratore generale Riccardo Fuzio in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione. C'è l'allarme per i reati che vedono vittime le domme e per le baby gang. Nessuno scontro con la politica, anche se gli ermellini manifestano forti perplessità sulla cosiddetta legge Anticorruzione, che allunga i tempi del processo (da gennaio 2020) ma all'interno di una riforma non armonica, rischiando di non risolvere il problema. E da Fuzio è arrivata la richiesta di uno stop alle «riforme emotive». È la prima volta a piazza Cavour del governo gialloverde: il premier Giuseppe Conte, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede insieme al presidente Sergio Mattarella. Il vicepresidente del Csm David Ermini fa riferimento a un «carico insostenibile» e a «nuove emergenze» per gli ermellini, sommersi dalle richieste di protezione internazionale. Sullo sfondo dei temi più caldi rimane sempre un sistema giustizia, ancora troppo lento, nel penale e nel civile, a decremento del Pil e delle vittime dei reati.

LE RIFORME
Sul susseguirsi di riforme, spesso dettate da fatti di cronaca, il Pg Fuzio ha chiesto che gli interventi legislativi sulla giustizia «cessino di essere rapsodici, emotivi, privi di una ratio a tutto tondo e di spirito di sistema». Stop a provvedimenti «centrati sull'aumento delle pene come risposta epidermica e reattiva a situazioni di emergenza, e altre volte all'adozione di complessi normativi incidenti sull'effettività della pena, come risposta ad altre esigenze eccentriche», come il sovraffollamento carcerario.

L'ALLARME
Sul ruolo dei magistrati è Fuzio a lanciare un monito: «Suscita allarme la gravità e la frequenza degli episodi che di recente hanno visto coinvolti diversi magistrati, perché ciò determina un indebolimento della fiducia dei cittadini nell'indipendenza e imparzialità della funzione penale», ha rimarcato il Pg dopo i recenti arresti di giudici. Ma poi aggiunge: «Va trovato un punto di equilibrio tra potestù punitiva e garanzia del diritto di difesa, con la consapevolezza, da parte di tutti, che non si può delegittimare il pubblico ministero né tanto meno il giudice nel momento in cui emette una sentenza».

I REATI
Sulla violenza di genere e le baby gang l'allerta dei giudici rimane sempre alta, come su molti altri reati di grande impatto sociale. «Di notevole allarme sociale è il fenomeno del cosiddetto femminicidio che, pur non rilevante numericamente, è indice di una persistente situazione di inferiorità della donna nell'ambito familiare - ha detto Mammone - e di una tendenza a risolvere crisi coniugali attraverso la violenza. Viene segnalato, inoltre, l'aumento del numero dei procedimenti per reati contro la libertà sessuale, anche commessi da minori, e per stalking». Le mura familiari sono spesso luogo di conflitti che sfociano in denunce: «si conferma la tendenza all'aumento dei procedimenti per reati connessi alla conflittualità familiare, dai maltrattamenti» al mancato pagamento degli alimenti per moglie e figli «che matura spesso in contesti di disagio economico e sociale ed è spesso condizionata da abuso di alcool e droghe», ha spiegato Mammone. Sulle violenze commesse dai minori, si è inoltre soffermato il Primo presidente definendolo un «fenomeno allarmante» pur se «limitato numericamente». Mammone ha ricordato le «aggressioni violente e immotivate messe in atto da giovanissimi ai danni di coetanei».
 
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