LE RIFORME
Sul susseguirsi di riforme, spesso dettate da fatti di cronaca, il Pg Fuzio ha chiesto che gli interventi legislativi sulla giustizia «cessino di essere rapsodici, emotivi, privi di una ratio a tutto tondo e di spirito di sistema». Stop a provvedimenti «centrati sull'aumento delle pene come risposta epidermica e reattiva a situazioni di emergenza, e altre volte all'adozione di complessi normativi incidenti sull'effettività della pena, come risposta ad altre esigenze eccentriche», come il sovraffollamento carcerario.
L'ALLARME
Sul ruolo dei magistrati è Fuzio a lanciare un monito: «Suscita allarme la gravità e la frequenza degli episodi che di recente hanno visto coinvolti diversi magistrati, perché ciò determina un indebolimento della fiducia dei cittadini nell'indipendenza e imparzialità della funzione penale», ha rimarcato il Pg dopo i recenti arresti di giudici. Ma poi aggiunge: «Va trovato un punto di equilibrio tra potestù punitiva e garanzia del diritto di difesa, con la consapevolezza, da parte di tutti, che non si può delegittimare il pubblico ministero né tanto meno il giudice nel momento in cui emette una sentenza».
I REATI
Sulla violenza di genere e le baby gang l'allerta dei giudici rimane sempre alta, come su molti altri reati di grande impatto sociale. «Di notevole allarme sociale è il fenomeno del cosiddetto femminicidio che, pur non rilevante numericamente, è indice di una persistente situazione di inferiorità della donna nell'ambito familiare - ha detto Mammone - e di una tendenza a risolvere crisi coniugali attraverso la violenza. Viene segnalato, inoltre, l'aumento del numero dei procedimenti per reati contro la libertà sessuale, anche commessi da minori, e per stalking». Le mura familiari sono spesso luogo di conflitti che sfociano in denunce: «si conferma la tendenza all'aumento dei procedimenti per reati connessi alla conflittualità familiare, dai maltrattamenti» al mancato pagamento degli alimenti per moglie e figli «che matura spesso in contesti di disagio economico e sociale ed è spesso condizionata da abuso di alcool e droghe», ha spiegato Mammone. Sulle violenze commesse dai minori, si è inoltre soffermato il Primo presidente definendolo un «fenomeno allarmante» pur se «limitato numericamente». Mammone ha ricordato le «aggressioni violente e immotivate messe in atto da giovanissimi ai danni di coetanei».
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