Putin cosa vuole? Quale è il ruolo Nato? Dagli oligarchi al Donbass 10 domande per capire la guerra

Putin cosa vuole? Quale è il ruolo Nato? Dali oligarchi al Donbass 10 domande per capire la guerra
di Marco Conti
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Martedì 29 Marzo 2022, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 10:06

Si susseguono i dibattiti in tv ma su alcune questioni non tutto sembra chiaro specie sui motivi che hanno portato la Russia ad invadere l’Ucraina. Le motivazioni nazionaliste sono molto forti su entrambe i fronti, ma è forse opportuno chiarire in che modo la propaganda le utilizza. A seguire qualche risposta che potrà aiutare a capire.

Perché Putin parla della necessità di “denazificare l’Ucraina?

Il presidente russo fa in questo modo leva su un forte sentimento che c’è in Russia e che risveglia quel sentimento che fu alla base della feroce lotta che i russi combatterono per fermare il Terzo Reich nella Seconda Guerra Mondiale.

In realtà alle elezioni politiche del 2019 il principale partito neofascista, Svoboda, ha raccolto poco più del due per cento di consensi. Si tratta di una frangia minoritaria rispetto alla consistenza dei partiti che meno di tre anni fa vinsero le elezioni portando alla presidenza Volodomyr Zelensky.

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Che cosa è il battaglione Azov? 

Una discutibile milizia composta di volontari che poco prima della guerra è stata incorporata nell’esercito pur contando poche centinaia di membri. È nata poco dopo la guerra di Crimea del 2014 sulla dissoluzione dell’allora esercito ucraino. Un gruppo paramilitare composto da nazionalisti e filo-nazisti che dal 2014 combatte nel Donbass i secessionisti filo-russi e gli “omini verdi”, ovvero truppe della Federazione Russa prive però di qualsiasi distintivo di riconoscimento. 

Che cos’è la Wagner?

Una compagnia militare privata, una rete di mercenari al servizio di Putin che ha partecipato a diversi conflitti, in Siria, Libia, Mali, nella repubblica Centrafricana e anche in Donbass. Secondo il New York Times è diretta e pagata dal ministero della Difesa russo e si ritiene che sia di proprietà dell’ oligarca russo Evgenij Prigozin. Attualmente è impegnata anche in Ucraina.

Perché in Ucraina combattono truppe provenienti dalla Cecenia?

La guerra in Cecenia fu il primo banco di prova di Putin. I Kadyvrotsy sono un gruppo paramilitare guidato dal governatore della Cecenia Ramzon Kadyrov accusato da più parti di essere responsabile di crimini di guerra. Già nel 2014, nella guerra di Crimea, combatterono nel Donbass. Sono composto da 10 mila sino a 70 mila uomini a seconda delle esigenze. A loro sarebbe stato affidato l’obiettivo di uccidere il presidente Zelensky con il supporto dell’Fsb, il servizio segreto russo nato sulle ceneri del Kgb.

È vero che Putin ha attaccato l’Ucraina perchè Kiev stava aderendo alla Nato?

La tesi dell’ accerchiamento della Russia viene sposta anche da alcuni analisti occidentali, ma è senza fondamento. La Nato non si è mai allargata a seguito di annessioni o operatori militari. Tutti gli stati che vi hanno aderito lo hanno fatto volontariamente spesso a seguito di una specifica consultazione popolare. È invece vero che la politica sempre più aggressiva della Russia ha spinto molti ex Paesi dell’Est e che componevano la famosa ‘cortina di ferro’ a cercare alleanze difensive.

È vero che Putin rimpiange la politica di potenza dell’Unione Sovietica?

La fine della Seconda Guerra Mondiale non è stata una liberazione per molti Paesi dell’Est Europa e lo si è visto dopo la caduta dell’Unione Sovietica. La Russia di Putin, dopo un breve flirt con l’Europa e la stessa Nato, è precipitata in una spirale autoritaria e propagandista dove i fasti della missione storica della Russia hanno preso il posto al vento della democrazia e del progresso economico.

Si sono infittite le sparizioni, i dissidenti, le uccisioni con agenti chimici e una retorica nazionalista che si è saldata con quella religiosa del patriarca Kirillin che ha sposato il ‘progetto’ putiniano di “purificazione nazionale”.

È possibile l’adesione dell’Ucraina alla Nato?

L’Alleanza ha sempre sottolineato il suo carattere aperto, ma la promessa derivata dagli accordi di Bucarest del 2008 è sempre rimasta lettera morta proprio per la volontà dell’Occidente di non voler fornire pretesti a Mosca. Zelensky anche di recente lo ha escluso ma prima del presidente ucraino erano stati Paesi importanti, come la stessa Germania, ad escludere l’ingresso dell’Ucraina in una Alleanza nella quale serve il via libera di tutti per entrare. Putin ha però usato, e continua ad usare, tale argomento come tema di propaganda interna. D’altra parte, prima dell’intervento russo nel Donbass i cittadini ucraini favorevoli all’ingresso nella Nato era o il 20%. 

Ma c’è stato il genocidio nel Donbass come dicono i russi?

Una missione dell’Osce, attiva nel sud dell’Ucraina dal 2014, lo esclude. Prove non sono mai state fornite da Mosca anche se dal 2014 la guerra non è mai cessata. Attività di discriminazione nei confronti della componente russa non risultano, a meno che non si voglia considerare tale la scelta di Kiev di imporre l’ucraino come lingua nazionale.

Chi sono gli oligarchi?

Gli uomini d’affari vicino al Cremlino. I più importanti, censiti dai giornali inglesi, sono circa 35 e sono seduti su una fortuna da 15 miliardi di euro. Si sono arricchiti, e continuano a farlo, grazie alla privatizzazione senza regole di beni dello stato sovietico. Una cupola di potere politico e di denaro che deve però tutto al Vladimir Putin e al quale, secondo il dissidente Navalny, versano cospicue somme. Dopo le sanzioni molti di questi hanno dirottato i loro interessi in Turchia e a Dubai.

Quando termina il mandato di Putin?

Con la riforma costituzionale votata con referendum nel 2020, in piena pandemia, Putin si è assicurato altri due mandati perché si ritengono azzerati i precedenti. Potrebbe rimanere al potere sino al 2036, ovvero sino ad 84 anni, cumulando in totale 36 anni di governo assoluto.

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