Governo, totoministri: Franceschini alla Difesa, Buffagni o De Micheli allo Sviluppo

Governo, totoministri: Franceschini alla Difesa, Buffagni o De Micheli allo Sviluppo
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Martedì 3 Settembre 2019, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 09:15

Nella lunga notte di trattative tra Pd e 5 Stelle, si è parlato di caselle da riempire. A me quella, a te quell'altra. Ogni partito - e forse anche Leu sarà della compagnia (dopo il vertice di ieri sera con Conte, Fornaro ha parlato di «incontro positivo, abbiamo chiesto pari dignità») - ha avanzato le sue richieste e posto i suoi veti o le sue preferenze: ecco, per esempio, i dem dicono che sarebbe meglio di no a Bonafede come ministro della Giustizia, visto che si tratterà tra l'altro di decidere se bloccare oppure no la prescrizione infinita dei processi voluta da M5S.

Rousseau, oggi il voto: la spinta per l'intesa e i paletti del Quirinale

In ogni caso la Giustizia sarà appannaggio dei grillini. Le caselle comunque prima dei nomi. Ma i nomi cominciano a circolare in maniera meno aleatoria rispetto ai giorni scorsi. Sui vicepremier la partita s'è ingarbugliata, fino al punto che non ce ne saranno. E così diventa ancora più cruciale la carica di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Per intenderci, quella che ha avuto Giorgetti, quella che per antonomasia è stata negli anni berlusconiani appannaggio di Gianni Letta. Chi diventerà adesso il plenipotenziario degli affari di governo, in stretto contatto con il premier Conte?



Le ultime voci nei Palazzi danno in pole position Vincenzo Spadafora, uno dei mediatori più attivi per il connubio rosso-giallo, esponente M5S di scuola moderata e anti-barricadera. Mentre Franceschini, di cui è circolato il nome per Palazzo Chigi, sarebbe ora più che altro in avvicinamento al ministero della Difesa. Lo stesso dicastero del resto a cui pareva destinato, alla nascita del governo Renzi, ma poi è andato alla Cultura. Dove adesso è improbabile che tornerà, rinunciando così allo sfizio di smontare la contro-rivoluzione della riforma dei musei che porta il suo nome e che Bonisoli ha avviato.

BENI CULTURALI
Sarà Anna Ascani, in quota Renzi, ad andare ai Beni Culturali? A proposito di donne. L'onda rosa potrebbe essere una delle novità di questo esecutivo, così almeno spera - e si sta attivando in questo senso - Conte. Al Viminale, Luciana Lamorgese, prefetto di Milano, 65 anni, sarebbe in vantaggio su tutti. Un tassello cruciale, naturalmente, riguarda Di Maio. Con Franceschini verso la Difesa, il riequilibrio tra dem e stellati fa pendere la Farnesina verso Di Maio. In questo caso, il capo politico M5S, non esperto di Esteri, avrebbe al suo fianco come vice-ministri la franceschiniana Marina Sereni e un altro dem: Enzo Amendola. Quanto al Mef, tre tecnici in ballo: Dario Scannapieco (vicepresidente della Banca europea per gli investimenti), Salvatore Rosi (ex direttore generale della Banca d'Italia), Daniele Franco (ex Ragioniere dello Stato). E' spinoso il caso Giustizia. Andrea Orlando, che è già stato Guardasigilli nel centrosinistra, pare che non voglia tornare a Via Arenula. C'è chi paventa, nell'ala del Pd meno favorevole ai magistrati, la possibilità di Piero Grasso alla Giustizia, nel caso la compagine di governo dovesse allargarsi a Leu. In questa evenienza, Rossella Muroni - ex LegaAmbiente - potrebbe andare all'Ambiente, dove però l'uscente Costa ha avuto assicurazioni di restare.

AREA DEM
Lavoro: forse Tito Boeri, ma la renziana Bellanova resta in pista e arriva un nuovo nome possibile di cui s'è parlato nella trattativa notturna. Quello del giuslavorista Maurizio Del Conte. La ministra Grillo dovrebbe essere riconfermata alla Salute. Ai 5 stelle anche la scuola, con Nicola Morra. Per il Mise avanza lo stellato Buffagni, ma c'è anche l'ipotesi piddina della De Micheli. E comunque, secondo qualcuno Conte non escluderebbe un politico di area Dem al Tesoro, come Roberto Gualtieri o Antonio Misiani. Ma io tecnici

INFRASTRUTTURE
Francesco Boccia viene accreditato per un ministero unificato di Regioni e Sud. Al lavoro potrebbe andare anche Graziano Delrio. Infrastrutture, Patuanelli. E Toninelli via, capogruppo al Senato M5S.

© RIPRODUZIONE RISERVATA