Governo, rottura sul Milleproroghe: la verifica si arena subito

Governo, rottura sul Milleproroghe: la verifica si arena subito
di Emilio Pucci
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Sabato 1 Febbraio 2020, 10:35

Questa legislatura in un modo o nell'altro deve andare avanti, ma o si cambia passo o si cambia governo. E' il messaggio che Renzi lancerà all'assemblea nazionale di Italia viva che si apre oggi. Non sono passate neanche ventiquattro ore dal vertice tenutosi a palazzo Chigi per cominciare a definire il cronoprogramma che nella maggioranza si torna a litigare. Ieri altro incidente durante la riunione sul Milleproroghe. Il renziano Di Maio ha chiesto di conoscere gli emendamenti del governo, visto che lunedì si comincerà a votare in Commissione. Muro della pentastellata Castelli e allora il deputato di IV ha abbandonato l'incontro. «Semplice interlocuzione», taglia corto la viceministra dell'Economia. «Spiace che si cerchino pretesti», afferma la dem Malpezzi.

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IL SEGNALE
Ma lo scontro è un altro segnale delle distanze interne ai rosso-gialli. Perché Iv denuncia l'ennesimo tentativo portato avanti da Pd e M5s «di tenerci fuori dalle decisioni». Certo, le tensioni in Parlamento non mancano, considerato che la discussione nel Milleproroghe riguarda, tra l'altro, le concessioni e la prescrizione. Renzi non intende lanciare ultimatum ma il pressing ed è proprio Conte il destinatario è fortissimo, «il dato del pil dice meno 0,3%, è un numero devastante, una sconfitta netta rispetto anche alla previsioni, un tre a zero in casa».

Con conseguenti polemiche soprattutto con il Pd. «Se Pd e M5s si saldano possiamo arrivare al 20%. Noi con M5s neanche morti», sostiene l'ex premier. «L'alleanza di legislatura» con i grillini «l'hai voluta tu», replicano i dem che mantengono la barra dritta: fiducia nel premier, giusto non mettere le bandierine e affrontare i dossier sul tavolo con determinazione ma senza patemi d'animo, ovvero «senza show man o spettacoli» per conquistare le pagine sui giornali.

Conte intanto ha definito un metodo di lavoro, anche se i principali nodi sul tavolo non sono affatto sciolti. E nell'incontro di due giorni fa pure la capo delegazione di Iv, Bellanova, ha mostrato soddisfazione. Il criterio sul quale insiste la guida dei ministri dem Franceschini, ovvero quello di lavorare secondo uno spirito di coalizione, prevede il coinvolgimento dei gruppi parlamentari, di cercare di affrontare le difficoltà avvicinando le posizioni, non allontanandole. In ogni caso a Conte interessano i numeri alla Camera e al Senato e quelli continua a rimarcare il premier non sono cambiati nonostante le fibrillazioni nel M5s e anzi potranno anche aumentare per sostenere il governo. Insomma ed è la sfida che lanceranno pure M5s e Pd qualora Renzi dovesse provare sul serio a strappare si vedrà in Parlamento chi ha più filo da tessere. L'obiettivo è quello di arrivare al 2023 (anche i renziani rimarcano come in gioco ci sia pure l'elezione del prossimo Capo dello Stato) ma Iv chiederà al premier «di passare dalle parole ai fatti, di assumersi le sue responsabilità, accogliendo tutte le istanze della maggioranza». «Conte ha detto che vuole marciare di corsa e allora lo faccia, altrimenti andrà solo a sbattere», sottolinea un esponente di Iv.

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