Rousseau, oggi il voto: la spinta per l'intesa e i paletti del Quirinale

Rousseau, oggi il voto: la spinta per l'intesa e i paletti del Quirinale
di Claudia Guasco
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Martedì 3 Settembre 2019, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 10:11

Il consigliere grillino del Lazio Davide Barillari, un duro del fronte degli oppositori, ricorre a una metafora d'impatto: «Non si può prima essere vergini, professare coerenza e intransigenza contro la casta dei partiti, e poi diventare escort di lusso». Questione chiusa, oggi si connetterà alla piattaforma Rousseau e cliccherà il suo no all'accordo di governo con il Partito democratico. Per scongiurare che siano tanti a seguirlo i sostenitori dell'intesa dem fanno muro, confermando lo scenario di un movimento spaccato alla prova del voto. E se il no dovesse prevalere, è la linea del Colle, un ritorno alle urne con elezioni anticipate sarebbe inevitabile.

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IL PERCORSO
Il responso che emergerà dalla piattaforma è frutto di politiche interne ai partiti, che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispetta interamente. Dunque, se vincesse il no, il Quirinale continuerebbe a seguire la linea già tracciata: un nuovo passaggio al Colle che sancirebbe il fallimento del tentativo di formare un nuovo governo con Giuseppe Conte premier. Fin dall'inizio della crisi il capo dello Stato ha lasciato chiaramente intendere che non c'è tempo da perdere, ma nonostante la fretta ogni passaggio costituzionale va seguito con il massimo scrupolo. In presenza di dinamiche politiche si fanno complesse, i percorsi formali indicati dal Quirinale servono a fare chiarezza. Che in caso di bocciatura dell'accordo con il Pd da parte dei grillini porterà ai seguenti passaggi: formazione di un governo di garanzia ed elezioni anticipate. Se invece arriverà il sì della piattaforma al governo giallo-rosso, su temi fondamentali come la tenuta dei conti pubblici e l'ancoraggio all'Europa il presidente della Repubblica continuerà a vigilare. Tutto in bilico, quindi, in attesa del responso di Rousseau. Gli iscritti Cinquestelle chiamati a pronunciarsi sul futuro governo sono 115.372 ed è prevista una partecipazione in massa che con tutta probabilità polverizzerà il precedente record del 30 maggio scorso per la conferma di Luigi Di Maio come capo politico M5S: 56.127 preferenze, con l'80% di sì (44.849) e il 20% di no (11.278). Ora cosa accadrà? «Confido che gli attivisti possano darci fiducia anche questa volta», si augura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora. Se il risultato sarà una bocciatura, «noi ci tiriamo indietro. Mi auguro che diranno di sì, ma non sono convinto. Se dovessi guardare l'umore della rete, direi che c'è molto malcontento». Beppe Grillo, gran tessitore della trattativa, scocca l'ultimo attacco contro lo scettico Luigi Di Maio e la sua «incapacità di cogliere il bello intrinseco nel cambiare le cose. Con i punti che raddoppiano come alla Standa».
 



VOTI LEGHISTI
Il sottosegretario Carlo Sibilia viene intercettato al termine dell'incontro della componente ministeriale M5s a Palazzo Chigi: «Un no è nel novero delle cose. Io però confido che i cittadini capiscano la potenzialità dell'accordo con il Pd e gli diano il via libera», è la speranza. I vertici del movimento lanciano messaggi univoci sul ruolo istituzionale della piattaforma - «È pari a una direzione di partito», ribadiscono - e sulla sua affidabilità, per fugare le nubi addensatesi lo scorso aprile quando il garante della privacy ha comminato 50 mila euro di multa (dopo i 32 mila euro a marzo 2018) all'Associazione Rousseau presieduta da Davide Casaleggio. È l'hardware del M5s, da qui passano le consultazioni, la formazione online e le discussione sui progetti di legge. Per il garante la vecchia piattaforma presentava enormi lacune, quella nuova pare non fornire sufficienti requisiti di imparzialità. Ad esempio: che faranno i tanti iscritti alla Rousseau con diritto di voto (c'è chi dice uno su tre) migrati in area Carroccio? Il deputato Pd Michele Anzaldi lancia un tweet preoccupato: «In un anno buona parte degli elettori M5s è passata alla Lega, come dimostrano flussi elettorali e dimezzamento dei voti. Quindi anche buona parte degli iscritti su Rousseau ora sono leghisti? E domani voteranno secondo le indicazioni di Salvini? Rischio voto falsato?».
 

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