Tajani: «Governo di unità nazionale? L'ipotesi non esiste. Non prevedo altre fughe da FI»

Tajani: «Governo di unità nazionale? L'ipotesi non esiste. Non prevedo altre fughe da FI»
di Fabrizio Nicotra
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 07:37

Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, il centrodestra ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo il passaggio alla Camera e al Senato di Giuseppe Conte, cosa avete chiesto al Capo dello Stato?

«Abbiamo manifestato la nostra grande preoccupazione per la situazione economica e sanitaria che deve affrontare il Paese e abbiamo anche illustrato i rischi di una crisi occupazionale che si presenterà in futuro. Di fronte a queste emergenze la maggioranza non c'è, non ha i numeri per affrontare e risolvere queste grandi questioni. Lo abbiamo visto al Senato. Abbiamo ribadito la nostra disponibilità di collaborazione istituzionale. Abbiamo dimostrato che sui temi fondamentali come il Recovery Fund siamo disposti a collaborare, però è mancata la risposta da parte del governo. Noi abbiamo sempre risposto positivamente all'appello all'unità del Quirinale, ma non abbiamo mai trovato riscontri da parte del governo e della maggioranza. Anche sul Recovery plan nulla».


Riuscirà l'operazione del presidente del Consiglio di creare nuovi gruppi alla Camera e al Senato per puntellare la maggioranza?
«Guardi, sono in atto una compravendita di parlamentari e un tentativo di spaccare i gruppi dell'opposizione.

Queste non sono certo le premesse per affrontare le emergenze attuali, le maggioranze raccogliticce non servono. Questo governo non è in grado di governare ed è inadeguato ad affrontare le emergenze attuali».


Polverini, Rossi e Causin hanno votato la fiducia al governo. Se lo aspettava? Cosa è successo?
«Questo bisognerebbe chiederlo a loro. Chi viene da noi (come la ex grillina Veronica Giannone alla Camera) lo fa per motivi nobili e non per le poltrone, chi se ne va non credo. La storia ha dimostrato che chi abbandona la forza politica con cui è stato eletto nel futuro è destinato all'irrilevanza».


Prevede altre sorprese o il gruppo di FI al Senato reggerà?
«Da un punto di vista etico quello che sta accadendo è inaccettabile. Chi lascia offende gli elettori, che hanno votato un progetto ben preciso. Chi se ne va lo fa per fatti personali. Come fanno Polverini e Rossi a stare in una maggioranza con Leu e M5S? In ogni caso ribadisco che questa compravendita è inaccettabile. I tre parlamentari che hanno votato con il governo sono fuori da Forza Italia, gli faccio un in bocca al lupo».


Se la sente di garantire a Lega e Fratelli d'Italia che dai gruppi azzurri non si muoverà più nessuno?
«Non ho notizie in questo senso. Ho grande fiducia e stima in tutti i senatori di Forza Italia. Anche coloro che sono stati tentati o accarezzati hanno risposto di no. Un patto di legislatura con transfughi, eletti all'estero e senatori a vita che prospettive può dare?».


Se Conte non ce la facesse quale sarebbe la soluzione migliore per uscire dall'impasse?
«Ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato, è lui che deve tirare le somme. Abbiamo fiducia nel Quirinale. Vedremo cosa accadrà. Sicuramente siamo in presenza di un governo che non è in grado di governare, questo è evidente».


Ma un esecutivo di unità nazionale sarebbe la soluzione migliore o non ci sono le condizioni?
«E' una domanda che va posta ai partiti di maggioranza. Hanno fatto la crisi e hanno anche detto che non c'è nessuno spazio per un governo di unità nazionale. Sono loro che hanno escluso ogni possibilità di questo tipo quindi è un'ipotesi che non è sul tavolo».


Ma se si presentasse la possibilità voi come rispondereste?
«E' una proposta che non c'è, quindi è inutile parlarne. Quello che è successo è tutto frutto di lotte interne alla sinistra».


Il 27 gennaio prima prova importante in aula per il governo, la relazione Bonafede sulla giustizia. Il fronte del no è ampio.
«I numeri non li hanno e per noi è impossibile votare a favore. La riforma di Bonafede è un testo fortemente giustizialista, che va in direzione contraria alle convinzioni e ai valori nei quali ci riconosciamo».


Ha incontrato Lorenzo Cesa, cosa pensa dell'inchiesta di Catanzaro e dell'avviso di garanzia al segretario dell'Udc?
«Sono un garantista e fino a che non c'è la dimostrazione delle accuse che muovono i pm, per me Lorenzo è innocente. Per come lo conosco è estraneo a tutta questa vicenda. Mi colpisce un fatto: l'Udc vota no al governo Conte e dopo due giorni arriva l'avviso di garanzia a Cesa. Mi preoccupa questa coincidenza temporale».


A Roma è ancora tutto fermo per le candidature alle elezioni della prossima primavera. Colpa della crisi? Si è fermato tutto?
«Chiusa questa fase, dalla prossima settimana riprenderemo la trattativa sul nome migliore. Noi siamo sempre dello stesso avviso: il miglior candidato è Guido Bertolaso».

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