Governo in crisi, attacco di Italia Viva: «Serve un nuovo premier»

Matteo Renzi
di Barbara Jerkov ed Emilio Pucci
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Domenica 16 Febbraio 2020, 08:50

«Una nuova maggioranza è possibile». Prima di partire alla volta del Pakistan per una delle sue conferenze internazionali (ma anche per assaporare il brivido dell'eliski sul tetto del mondo), è stato questo il messaggio di Matteo Renzi ai fedelissimi. «Le distanze non si sono certamente accorciate, anzi si sono allargate, siamo alla vigilia dello showdown», confida un big di Italia viva.

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Il casus belli non c'è ancora e soprattutto non si conoscono ancora le conseguenze di una manovra che però è già partita. Il gioco sarà quello di costringere il premier Conte alle dimissioni, mettendolo alle corde, assediandolo a tutto campo, non solo quello sulla giustizia. «Stavolta andiamo fino in fondo», il refrain dell'ex presidente del Consiglio che tira dritto come un treno. Sabato prossimo ci sarà l'assemblea congressuale del Pd? E Renzi ne ha organizzata su due piedi una del suo partito proprio per quel giorno a Roma, a due giorni dal voto alla Camera sulla proposta di legge Costa che punta a cancellare la riforma Bonafede della prescrizione. Da quel palco lancerà l'ultimatum definitivo ai rosso-gialli: si va avanti solo senza Conte. I numeri, ne è convinto, ci sono.

Il Pd e Conte stanno avvicinando i renziani in Parlamento e nelle varie regioni dove si vota? E Renzi ha dato mandato di fare altrettanto. Il 27 sferrerà l'attacco sulla riforma della prescrizione: l'appuntamento è per «una giustizia giusta»; il 2 marzo ci saranno gli stati generali dell'economia per l'affondo sul reddito di cittadinanza e lo sblocco dei cantieri. Iv ha già annunciato che voterà con Forza Italia per bloccare la riforma Bonafede. «Se Conte non accetterà il fatto che noi voteremo con FI per bloccare la riforma Bonafede andremo via. Ricordo che il Pd ha votato con la Lega sulla Tav», dice un fedelissimo di Renzi.

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Quando arriverà l'incidente non è ancora chiaro, perché il leader di Iv punta a prendersi ancora un po' di tempo. Ognuno svolge il suo ruolo in Iv: la ministra Bellanova per esempio ieri frenava sulla mozione di sfiducia a Bonafede al Senato. La Boschi no, anzi. L'obiettivo di Renzi è quello di rompere gli schemi. «Con Conte non si va da nessuna parte. Sono in tanti che possono sostituirlo», continua a confidare ai suoi. Pensa ad una figura istituzionale ma quella è una partita ancora da giocare. L'importante è arrivare al passo indietro del premier. Non sarà lui a chiederlo, non farà come Salvini che si è fatto logorare ad agosto. «Vuole buttarci fuori? Lo accontenteremo», ripete a chiunque lo chiami per avere lumi sulla rotta.

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Non manca il disorientamento tra i renziani, soprattutto sul territorio. «Non sappiamo dove vuole arrivare», confessano in tanti. Ma nessuno pensa ad abbandonarlo anche se dalle parti del Nazareno sono convinti che a seguirlo «in questa mossa suicida» saranno in dieci, «non di più». Tutti quelli indicati in questi giorni come possibili transfughi si sono appalesati nelle chat e su Facebook: «Non lasciamo la nave». I nomi sono quelli di Parente, Comencini, Marino, l'ex M5s Vono, l'ex forzista Conzatti. Di sicuro l'obiettivo comune è quello di continuare con la legislatura.



NIENTE ELEZIONI
Del resto Renzi di una cosa è convinto: «Non si andrà a votare». L'ex premier ha saputo dell'ultimatum di Conte, delle sue minacce di parlare agli italiani per addossargli la colpa della situazione che si è venuta a creare. Ma non demorde affatto. E non si cura neanche di quella che un big del Pd definisce la guerra dei Roses'. Sulla chat interna le ex fedelissime passate al Nazareno e oggi al governo, come Ascani e Morani, vengono definite come con epiteti assai poco cavallereschi, come coloro che pur di difendere il posto cercano di spaccare Iv. L'ordine del leader sull'atteggiamento degli ex compagni è uno solo: «Ignoriamoli». L'obiettivo è Conte: «Concentriamoci su di lui. E' lui che deve delle risposte. Se non ce le da può anche lasciare».

E' uno scontro destinato a durare. Altro che tregua. «Stanno giocando sporco sottolinea un altro dirigente renziano -. Pensano di fare una campagna acquisti perche' non hanno il coraggio di confrontarsi sulle idee». La determinazione dell'ex presidente del Consiglio è quella di non arretrare su nulla. E allo stesso tempo smentisce voci di accordi con Salvini: «Io lavoro per Giorgetti premier? E' falso», ha risposto ad un amico. I suoi attendono le prossime mosse. Dicono tutti di essere con lui. Si vedrà al dunque se sarà così.
 

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