L'addio a Sassoli, gli scout, gli ex compagni del Virgilio: «Una rosa bianca per ricordare David»

L'addio a Sassoli, gli scout, gli ex compagni del Virgilio: «Una rosa bianca per ricordare David»
di Mario Ajello
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 08:29

Chi vorrebbe baciare la bara. Chi manda un bacio a David. Chi depone un fiore viola vicino al corpo di Sassoli e chi invece ha portato, nella camera ardente allestita in Campidoglio, una rosa bianca. «La Rosa Bianca è stato il primo movimento politico di Sassoli. Quei valori cristiano-democratici David li ha custoditi come un tesoro, fine alla fine», racconta Antonio Coccia, uno degli animatori di quel movimento con Sassoli e con Paolo Giuntella. Lui e gli altri amici, i compagni di classe del liceo Virgilio, i vecchi sodali scout della panchina di via Monte Zebio (di fronte all'abitazione al numero 30 del loro maestro Pietro Scoppola, il grande storico), i vicini di casa a Via Otranto a Prati, vanno ad abbracciare Sandra la moglie di David (dirigente delle Belle Arti), i figli Livia e Giulio e il fiume di gente che a un certo punto riempie l'intera piazza michelangiolesca, supera la statua di Marco Aurelio e scende per un pezzo lungo la scalinata verso piazza Venezia è una cascata di ricordi. Paolo Savarese, uno di quelli della panchina: «Ho sentito Davide l'ultima volta il 25 dicembre, il giorno prima che si ricoverasse. E avevamo progettato un altro dei nostri pranzi a Sutri, a casa sua, dove Sandra ha sempre cucinato benissimo e quante volte siamo tornati a Roma ubriachi...». C'è un pezzo di Roma, del cristianesimo politico, dello scoutismo, dell'associazionismo, insomma del mondo David - «E lui era un uomo durissimo nei principi, dall'umanitarismo fino all'accoglienza, e dolcissimo nei comportamenti nei confronti delle persone, specie i deboli e gli ultimi», così lo descrive Coccia dopo aver posato il suo fiore - e mescolata a questo universo di solidarietà culturali, umane e familiari non scalfito dal tempo c'è nella lunga fila della commemorazione la gente comune, semplici passanti che sono venuti a lasciare una lacrima, la signora Giuseppina che lavora come segretaria in un ufficio a via delle Botteghe oscure e dice: «Io non c'entro niente con la politica e con la famiglia di Sassoli. Ma questo dolore mi appartiene». E spiega Pio Cerocchi, una bellissima figura di giornalista che è stato anche direttore del Popolo e sempre legato profondamente a David: «La società mediatica, e questa è una cosa bella, fa sentire vicine anche persone che non si conoscono. David dava il senso della prossimità perché era una persona orizzontale. Mai un atteggiamento di superiorità, mai una deroga alla sua umiltà». «Non aveva nulla dell'arroganza del politico», dice un uomo di mezza età - Fernando Battistini, pensionato ed ex barista qui in centro, che fa mezz'ora di coda per entrare a omaggiare Sassoli senza averlo mai visto o direttamente conosciuto da vivo. E altri come Fernando parlano così: «Sono qui perché Sassoli aveva la sincerità negli occhi», «Sono qui perché Sassoli mi ricordava il mio passato da lupetto», «Sono qui perché non posso credere che si possa morire così giovani... Ah, aveva 65 anni? Ne dimostrava molti di meno». «Sono qui perché me lo ricordo da piccolo in tivvù e piaceva tanto a mia mamma».
I RASOTERRA
Migliaia di persone, note e no, in questo serpentone del dolore. «Ao, me pareva n'attore americano», dice una ragazza a due passi da Marco Follini e Giuseppe Fioroni, che se illustrassero da par loro l'importanza della lezione di Moro per Sassoli non verrebbero capiti dalla parte più pop di questa lunga fila.

Antonio Buoninconti porta i fiori della Comunità di Sant'Egidio, e narra: «E' venuto a mangiare con noi, e con i poveri, lo scorso anno a Trastevere. Aveva una curiosità rara per il mondo dei rasoterra». Lo dice anche il presidente dell'Inps, Tridico: «Ci siamo visti solo una volta ma mi telefonava spesso perché attentissimo alla tematiche sociali». Intanto i vecchi colleghi del Tg1, Frittella, la Busi, Genah e altri, circondano il feretro. Quasi a voler proteggerlo come David ha sempre protetto se stesso e gli altri dal sentirsi dei padreterni della celebrità. Ma nella sua maniera discreta, quasi riluttante, lui era una star: e questo popolo largo e variegato è venuto a dargli l'ultimo saluto.

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