I magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno ricoperto cariche politiche elettive (da parlamentare nazionale ed europeo, consigliere e presidente di giunta regionale, a consigliere comunale e sindaco) al termine del mandato «sono collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti». Lo prevede la bozza della riforma del Csm oggi all'esame del Consiglio dei ministri.
Giustizia, la riforma del Csm: limiti alle porte girevoli tra magistrati e politica
Alcuni punti della riforma sono già definiti, altri restano aperti fino all'ultimo, fino all'approdo in Consiglio dei ministri, previso per questa mattina. La riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario, il pacchetto di emendamenti elaborati dalla ministra Marta Cartabia, che dovrebbe arrivare sul tavolo del governo, per poi passare all'esame del Parlamento.
I tecnici dei vari ministeri nel corso del preconsiglio, convocato questa mattina alle 8.30, hanno chiesto più tempo per «leggere le carte» e valutare le proposte di emendamento alla riforma del Csm. La riunione è ancora in corso e, dopo che già ieri i partiti avevano chiesto di poter approfondire, testi alla mano, il pacchetto messo a punto dalla ministra Marta Cartabia, anche i tecnici dei ministeri avrebbero rivolto a Palazzo Chigi la stessa richiesta. Il pacchetto dovrebbe approdare nel Consiglio dei ministri di oggi, previsto per le 9.30 ma al momento non ancora ufficialmente convocato.
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