Giuseppe Conte, torna l'ipotesi esecutivo di coesione: l'economia preoccupa il Quirinale

Giuseppe Conte, torna l'ipotesi esecutivo di coesione: l'economia preoccupa il Quirinale
di Marco Conti
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Lunedì 4 Maggio 2020, 22:38 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 10:48

Si trattiene il respiro anche al Quirinale dove si osserva l’avvio della Fase2 con speranza mista alla preoccupazione che una possibile ripresa dei contagi possa frenare la voglia di ripartire. Dopo i numerosi inviti a rispettare le regole, Sergio Mattarella ha condiviso - dopo quasi due mesi di chiusure e restrizioni - l’ansia di ricominciare del Paese nel messaggio diffuso il primo maggio in occasione della Festa dei lavoratori. Nella disputa tutta interna alla maggioranza tra i cauti (Franceschini, Speranza) e i più ottimisti (Patuanelli e Renzi), Mattarella ha evitato di schierarsi, anche se non ha esitato ad invitare tutti coloro che da ieri sono tornati alle proprie occupazioni a difendere i risultati raggiunti perchè «non vanno resi vani i sacrifici fatti». 

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Le immagini del primo giorno provenienti dalle città, propongono una ripartenza tutto sommato ordinata che mette in secondo piano anche le polemiche tra governo e amministrazioni locali. I richiami alla responsabilità sembrano funzionare e la gradualità delle misure sta permettendo di controllare il “riavvio”. Ma più si allenta la preoccupazione per il virus e più sale in Mattarella quella per la tenuta del nostro tessuto sociale ed economico. Il nostro sistema produttivo ha bisogno di sostegni e di misure adeguate da parte del governo. Alcune sono state già varate, altre sono in via di definizione, ma ciò che il presidente della Repubblica si attende è un salto nei comportamenti delle forze sociali e dei ceti produttivi. Una sorta di discontinuità con il passato che faccia della tante volte evocata “ripartenza”, una partenza verso il nuovo. Dopo due mesi di fermo sarebbe infatti assurdo pensare di rimettersi in moto considerando la “pausa-Covid” una sorta di fermo immagine dopo la quale il film riprende a scorrere come prima. La preoccupazione di Mattarella per la tenuta sociale ed economica del Paese si intreccia con la necessità di pensare a forme nuove di sviluppo. «La battuta d’arresto che abbiamo subìto - si legge nel messaggio del 1 Maggio - spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti».

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L’economia del dopo-Covid deve quindi saper cogliere per Mattarella le opportunità che sempre si aprono in momenti di crisi. Quanto l’attuale maggioranza saprà cogliere la nuova stagione resta la principale incognita. Anche l’opposizione sembra muoversi sugli schemi di sempre mentre il mondo è cambiato. L’invito alla coesione nazionale, rinnovato più volte dal Capo dello Stato, viene ancora visto dai principali protagonisti della stagione pre-Covid con preoccupazione. Il premier Conte e l’ex ministro Salvini ricorrono a reciproche accuse nei momenti di maggiore difficoltà. Ma tra le incognite della Fase2 c’è anche un altro tipo di contagio: quello tra esponenti di forze politiche molto meno lontani di quanto lo specchio deformante del maggioritario abbia fatto sinora credere.

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E’ per questo che è difficile che si possa escludere la composizione di nuove maggioranze nell’attuale Parlamento. Prima del Covid le energie spese della forze politiche, e anche dal Quirinale nel dare al Paese in questa legislatura non uno ma due governi, sembravano esaurite. La crisi economica che si annuncia per l’autunno, e che rischia di produrre effetti devastati soprattutto nelle zone più colpite dal Covid (Lombardia e Veneto), potrebbe però spingere al colpo di coda e trasformare la spinta alla coesione nazionale in qualcosa di politicamente più coeso e in una maggioranza in grado di far propria non solo la preoccupazione di Mattarella, ma anche la richiesta di una strategia di sviluppo innovativa in grado di risollevare il Paese. Qualora questo processo dovesse completarsi, e molti segnali sono evidenti, il Presidente non può che prenderne atto e le elezioni anticipate - minaccia quanto mai vuota in questa legislatura - svanirebbero.

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